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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Signorina educata.

Niccolo's pov

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Niccolo's pov.

«Mi servono cinque minuti di pausa.» ammisi interrompendo tutto nel bel mezzo delle prove e tutti si girarono verso di me. «Torno subito.» aggiunsi lasciando a testa bassa la sala prove. L'unico rumore che si sentiva nel corridoio erano i miei passi pesanti e stanchi che correvano verso la mia camera d'albergo, dove avevo lasciato il telefono convinto che così avrei potuto rinchiudere i miei pensieri lì dentro, ma lei non aveva lasciato per un secondo la mia mente.

«Niccolò che succede?» domandò Adriano, la sua voce lontana non riuscì a portarmi nella realtà e continuai a correre verso la mia stanza. «Nico!» ripetè e sapevo che lui non aveva veramente bisogno di una risposta, perché sapeva perfettamente dove stavo correndo e cosa stavo pensando, voleva solo avere una conferma.

«Devo sentire la mia ragazza, torno subito!» urlai annoiato dal suo continuo richiamo e chiusi con forza la porta alle mie spalle. Tutto questo era appena iniziato e già sentivo la pressione su di me, non vedo casa mia da un mese e lei da due settimane.
Lei.
Lei.
Lei.

«Amore sono in università, succede qualcosa?» rispose Alessia sotto voce mentre la sentii muoversi velocemente. «Niccolò perché affanni? Ti senti bene? Hai finito di correre?» continuò e capii che aveva abbandonato la classe perché la sua voce era tornata normale, il suo tono preoccupato non si nascondeva attraverso il cellulare.
Ecco la voce che mi riporta a casa, sempre.
Il mio posto sicuro.
Lei.

«Stavo facendo le prove, volevo qualche secondo di pausa. Se hai da fare posso chiamarti dopo-»

«No, non ho niente da fare. Dimmi tutto.» mi interruppe facendomi sorridere, era proprio quello di cui avevo bisogno.

«Tra una settimana inizia il tour.» le ricordai stendendomi sul letto, chiudendo gli occhi. La sua voce mi calmava e immaginare di averla accanto a me era come una camomilla o qualche forte dose di calmanti. «Verrai?»

«Lo sai già che sarò lì, come ci sono sempre stata. Solo che questa volta non dovrò scappare di casa e fare file di giorni interi.» rispose ridendo facendo sorridere pure me. «Mi avevi detto che finivi le prove alle sei del pomeriggio, come mai mi hai chiamato alle quattro?»

«Ho preso una pausa per chiamarti, mi mancavi.» risposi ammettendo la mia debolezza. «Ti ho detto che oggi ho fatto una visita dal medico?»

«Niccolò in due settimane ti sei fatto controllare una ventina di volte, la tua ipocondria sta prendendo il sopravvento.» commentò ironica e la lasciai fare, alla fine diceva solo la verità. «Mancavi anche a me.»

«Mi farai piangere con queste tue dimostrazioni d'amore, qualche giorno.» commentai ironico. La nostra relazione era strana, non riuscivo a vederla da fuori, non capivo come sembravamo visti dagli occhi degli altri ma ad aiutarmi c'era Adriano.

"Hai degli occhi a cuore che mi fai salire il ribrezzo."

"Possibile che lei ti sopporti anche quando fai così?"

"Secondo me vuoi più bene a lei che a me."

«Io risparmio le lacrime per il concerto. Mi dici la scaletta, ti prego? Sto morendo di curiosità.» chiese ed anche se non potevo vederla, potevo scommettere che stava facendo il suo adorabile musino dolce.

«Saprai la scaletta al concerto, non te la dirò mai.» risposi e subito la sentii sbuffare e lamentarsi. «Forse dovrei tornare alle prove... e non saprai cosa sto cantando.»

«Nico!» la sentii urlare e scoppiai a ridere, facendola sbuffare ancora di più. «Non ti attacco il telefono in faccia perché sono una signorina educata!»

«Va bene, signorina educata. Io vado, ci sentiamo dopo?» domandai ironico e mentre lei parlava già sento la sua mancanza.

«Te lo giuro che se non canti chiave ti mando in bianco Ultimo! In bianco!» la sentii dire poco prima che chiudesse la chiamata e scoppiai a ridere.
Bene, ora dovevo aggiungere un'altra canzone alla scaletta sotto sua minaccia.

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora