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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Raga vi do un brutta notizia ho scritto una storia su Irama che pubblicherò tra pochissimo e niente.
Pensate che tutte le storie vengono pensate da mezza notte alle tre del mattino per questo sono abbastanza disagiate, chiedo umilmente perdono.

Piscina.

«Ti va se andiamo in piscina?» domanda Niccolò mentre io ho ancora la testa poggiata sul tavolo, distrutta

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«Ti va se andiamo in piscina?» domanda Niccolò mentre io ho ancora la testa poggiata sul tavolo, distrutta. La sera precedente non mi aveva lasciato dormire nemmeno un secondo, ci siamo ritrovati a giocare con le carte uno fino le cinque del mattino.

«Per me va bene, mi metto il costume.» dico alzandomi lentamente, facendo ridere Niccolò che in realtà sembra fresco come una rosa se non si fanno caso alle sue enormi occhiaie che ormai sono distintive. Mi infilai velocemente sotto la doccia e sperai che l'acqua mi risvegliasse dallo stato di dormiveglia in cui mi ritrovavo. Appena raggiungo Niccolò lo trovo già pronto, dato che lui aveva fatto la doccia prima di me. Senza darmi il tempo di fermarmi un secondo, subito mi prende per mano e usciamo di casa.

«Chi viene con noi?» domando curiosa, guardando le strade di Roma scorrere fuori dal finestrino, ero così stanca che sarei potuta svenire da un momento all'altro.

«Ci sarà solo Adriano con la fidanzata e Gabriele con la fidanzata.» risponde accendendo la radio, anche se dopo poco sento che la macchina si ferma e tira il freno a mano. «Vieni, forza.» dice pizzicandomi il braccio, facendomi risvegliare e lo seguo. Saluto i suoi amici, che ormai già conosco, e mi presento alle ragazze che quasi mi fanno sentire a disagio, loro erano bellissime e somigliavano molto all'ex di Niccolò: alte, belle anche struccate, magre. Mentre Niccolò si lancia subito in piscina io mi misi seduta per qualche minuto seduta sulla sdraio sotto l'ombrellone.

Azzurra:
Buongiorno!
Oggi cosa fate?

Alessia:
Buongiorno, oggi siamo in piscina e vorrei morire.

Azzurra:
Perché?

Alessia:
Ieri sera non mi ha fatto dormire, abbiamo giocato con le carte uno e sto per svenire, te lo giuro.

Azzurra:
Perché non ti riposi sulla sdraio?

Alessia:
Mi sento un po' a disagio..

Azzurra:
Perché?

Alessia:
Ci sono le fidanzate, sono tutte e due bellissime.

Azzurra:
Sei bella pure tu, non rompere.

Sbuffai bloccando il cellulare e tornai a guardare i ragazzi, che fortunatamente non si erano accorti di me. Decisi di sfilarmi finalmente il vestito e mi stesi per prendere il sole, ero troppo stanca per tuffarmi e reggere l'imbarazzo.

«Ti va di mangiare?» domanda Niccolò, scuotendomi leggermente il braccio. «Ti sei addormentata.»

«Che ore sono?» domando, sedendomi sulla sdraio, tirando i capelli all'indietro.

«Sono le tre e mezza, ti ho preso la pasta. Ho cercato di svegliarti ma mi hai mandato gentilmente a fare in culo.» dice, prendendo il piatto che aveva portato per me, spostando la carta. «Dovevo farti dormire ieri.»

«Non preoccuparti Niccolò, mi ha fatto piacere stare con te.» dico sorridendo, poi prendo la forchetta e decido di mangiare, mentre lui resta proprio di fianco a me senza dire nulla. «I tuoi amici?»

«Sono andati con le loro fidanzate a fare delle cose.» risponde, lasciandomi intendere altro. Annuisco, posando poi il piatto sul tavolo sotto l'ombrellone.

«Facciamo un bagno.» dico, notando il suo sguardo perso. Non avendo la sua risposta prendo la sua mano e lo spingo verso la piscina.

«Hai appena mangiato.» commenta preoccupato, ma alzo gli occhi al cielo e lo spingo, facendolo cadere in acqua. Fortunatamente siamo quasi soli e non diamo fastidio a nessuno. «Sei una stronza.» commenta appena risale e porta subito la mano sulla mia caviglia, tirandomi in acqua.

«Idiota.» dico schizzandogli l'acqua, portando la mano sul bordo dato che a differenza sua, non toccavo. «Smettila.» continuo, quando lui continua a tirarmi.

«Non tocchi?» domanda pizzicandomi il braccio per cercare di farmi allontanare dal bordo. «Nana.» commenta tirandomi verso il centro della piscina. Mantenni le distanze ma portai la mano sulla sua spalla.

«Non mi sfottere però.» dico sbuffando, lasciando poi cadere il silenzio tra di noi. «Che pensi?»

«Pensavo che dovremmo fuggire.» risponde ridendo, guardando l'aereo che sopra di noi lasciava la sua scia nel cielo. «Dovremmo scappare in Cina.» continua facendomi ridere. Niccolò poggia le mani sui miei fianchi tirandomi verso di lui, facendomi così allacciare le braccia dietro il suo collo. La situazione era strana, poiché mi imbarazzava ma era anche bello averlo così vicino, quasi non c'erano nemmeno più i centimetri a dividerci. Lentamente si avvicinò ancora di più, facendo strofinare i nostri nasi e quasi non mi resi conto di cosa stava succedendo, sentivo solo la testa girare e l'ansia raggiungermi a grandi passi.

«Ragazzi noi andiam- cazzo.» sento la voce di Adriano che ci fa allontanare subito, facendomi aggrappare di nuovo al bordo e Niccolò subito esce dalla piscina per raggiungerlo.

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora