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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Camomilla?

Controllo l'orario sul cellulare e mi chiedo per quale motivo Niccolò sta sbattendo la mano sul tavolo a quest'ora di notte

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Controllo l'orario sul cellulare e mi chiedo per quale motivo Niccolò sta sbattendo la mano sul tavolo a quest'ora di notte. Mi alzo velocemente dal comodo letto ed esco dalla camera, raggiungendo la cucina dove trovo Niccolò seduto al tavolo con la sigaretta in una mano e l'altra tra i capelli.

«Niccolò.» lo chiamo, rimanendo a distanza. Non sapevo se avvicinarmi oppure no, se gli desse fastidio o altro. Lui si gira di scatto verso di me e sospira. «Tutto bene?»

«Si, non riuscivo a dormire.» risponde, invitandomi ad avvicinarmi a lui, cosa che faccio subito, sedendomi accanto a lui.

«Successo qualcosa?» domando ancora, cercando di tenere un tono calmo mentre lui sembra ancora agitato. «Ti va una camomilla?» domando e lui annuisce, così mi alzo di nuovo per prepararla.

«Non hai sonno?» domanda curioso ed io annuisco di scatto, facendogli notare le occhiaie che avevo. «E perché sei qua, allora?»

«Perché se hai bisogno non fa niente, dormirò domani mattina.» rispondo prendendo una tazza per la camomilla. «Che pensavi?»

«Pensavo che, tutto questo che volevo mi sta un po' distruggendo. Non mi sento libero, come mi sentivo prima, ma allo stesso momento mi sento bene quando la gente mi riconosce, canta le mie canzoni.» risponde ed annuisco, portandogli la tazza bollente sul tavolo.

«In cosa non ti senti libero?» domando, sedendomi sul tavolo, proprio di fianco a lui. Portai la mano tra i suoi capelli, completamente fuori posto per averli tirati più volte.

«Vorrei fare delle cose, però poi mi fermo pensando che se non vanno come voglio io potrei rovinare un sacco di cose.» risponde, confondendosi lui stesso con le sue parole. «Forse sono io che mi faccio troppi problemi.»

«Ti sei risposto da solo, ti fai troppi problemi. Hai mandato a fanculo i giornalisti dell'ariston e ti preoccupi di rovinare qualcosa?» domando cercando di farlo sorridere, accarezzandogli la guancia.

«È che vorrei farlo ma ho paura di rovinare, soprattutto perché non so se sono pronto a farlo di nuovo e poi questa cosa non so se possa piacere ai fan.» ripete sospirando.

«Di nuovo? I fan? Vuoi fare Sanremo?» domando curiosa, cercando di capire a cosa si riferisce.

«No.» dice ridendo, alzando gli occhi al cielo. «Mi piace una ragazza, non so se sono pronto a mettermi in gioco di nuovo.»

«E cosa c'entrano i fan?» domando curiosa, cercando di non soffermarmi sul fatto che gli piaccia un'altra ragazza e non fargli notare che si sono rimasta male, avevo preso letteralmente un palo in faccia.

«Ai fan questa ragazza piace, non vorrei rovinare tutto, capisci.» sospira, portando di nuovo le mani nei capelli. «Tu cosa pensi?»

«Io credo che tu debba essere libero di fare quello che vuoi, se non va bene non fa niente. Se ti piace forse significa che sei pronto, poi te ne renderai conto vivendo la situazione.»

«Quando sto con lei va benissimo, è che vorrei capire se anche lei sente quello che sento io. Io poi vado veloce nelle cose, salto le tappe, metto la quarta e parto e per questo di solito nessuna mi sta dietro.»

«Tu lei come la vedi? Nel senso, riesce a starti dietro ora oppure no?» domando curiosa mentre mi mordicchio le unghie. Vorrei tanto dirgli che io gli starei dietro, anche se dovessi correrei tutto il tempo, io lo farei.

«Lei è perfetta.» commenta, iniziando a bere la sua camomilla, lasciandomi annuire. Volevo chiedergli chi fosse questa ragazza, come si chiamava, conoscerla e sapere se veramente faceva per lui oppure no. Avrebbe preso il treno alle sette di sera solo perché lui la chiamava ubriaco? Si sarebbe alzata nel cuore della notte per fargli la camomilla quando era nervoso? Gli avrebbe ricordato ogni giorno che le sigarette facevano male? Lo avrebbe retto da ubriaco? Sarebbe uscita di casa all'alba solo per sentirlo cantare? Lo avrebbe fatto sentire felice come meritava di essere?

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora