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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

In questo capitolo ci sono descrizioni forti, se non siete interessati passate oltre.

Doccia.

«Fa piano!» dico ridendo appena spinge la mia schiena contro qualcosa che mi fa male, così mi avvicino di più a lui

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«Fa piano!» dico ridendo appena spinge la mia schiena contro qualcosa che mi fa male, così mi avvicino di più a lui. «Avrò più di venti lividi in meno di cinque secondi.»

«Sei proprio una stronza.» commenta Niccolò accendendo l'acqua fredda, così da spingermi poi sotto il getto. «Allora, come si sta lì sotto?»

«Niccolò smettila!» urlo cercando di tornare tra le sue braccia, ma lui mi tiene per le spalle sotto il getto d'acqua gelida. «Amore, ti prego!» continuo aggrappandomi alla sua maglietta, cercando di tirarlo verso di me.

«Come mi hai chiamato?» domanda chiudendo l'acqua ed io mi tolgo l'acqua dagli occhi per vedere meglio davanti a me. La mia maglia ormai era completamente attaccata al mio petto ed anche i pantaloni non erano salvabili.

«Come ti ho chiamato? Niccolò, con il tuo nome.» rispondo ridendo mentre mi alzo i capelli in una coda disordinata, dovevo uscire adesso da quella doccia se dovevamo uscire con i suoi amici sta sera.

«Mi hai chiamato amore.» sussurra portando le sue mani sulle mie guance. Alzo lo sguardo su di lui imbarazzata, ma la sua espressione sembra estremamente felice. Fa scontrare di nuovo le mie labbra e mi spinge di nuovo contro il muro, le mattonelle fredde aderiscono dietro la mia schiena eppure non riesco a lamentarmi per questo, erano due settimane che ci scambiavamo dei baci sotto lo sguardo attento dei suoi amici e questo era l'unico momento d'intimità che stavamo per avere e volevo godermelo. Incrocio le mani dietro il suo collo per avvicinarlo di nuovo a me quando fa un passo indietro, non poteva allontanarsi proprio adesso.

«Accendi l'acqua calda.» sussurro mentre in modo goffo cerco la manopola della doccia. Niccolò sorride contro le mie labbra e sento il getto dell'acqua calda scorrere su di noi.

«Stiamo salvando il pianeta, una doccia in due.» commenta Niccolò ridendo e io gli lascio uno schiaffo dietro il collo. Non so cosa stavamo facendo, sembravamo due bambini alle prime armi eppure adoravo questo momento. Le sue mani dai miei fianchi arrivarono ai bottoni del mio pantalone e lasciai che li sbottonasse senza dire niente, così raggiunsero i miei piedi in poco tempo. Non avevo mai visto degli occhi così, soprattutto i suoi, pieni di lussuria e desiderio e furono proprio i suoi occhi a darmi il coraggio di imitare i suoi movimenti così da sbottonargli i jeans e lasciarli cadere per raggiungere i miei.

«Puoi togliere anche la maglia.» sussurro imbarazzata quando sento le sue mani ispezionare ogni piccola parte del mio corpo e sorrise al mio imbarazzo. Le sue mani d'improvviso diventarono estremamente lente, fin troppo. Bruciavano come fuoco contro la mia pelle mentre risaliva lentamente le mie gambe, il suo sguardo attento avrebbe dovuto mettermi in imbarazzo, invece mi guardava come se fossi qualcosa di prezioso, qualcosa di bello. Le sue mani arrivarono finalmente alla mia maglia, ormai inutile perché completamente zuppa ed attaccata addosso, anch'essa raggiunse il pavimento in pochi secondi. «Che stiamo facendo?»

«Ti sto solo spogliando, ora facciamo la doccia.» risponde cauto mentre si sfila anche la maglia e vidi un'altra faccia di Niccolò davanti ai miei occhi, il bambino giocherellone e scherzoso era completamente scomparso dando largo spazio all'uomo che sapeva come trattare una donna, che sapeva perfettamente cosa voleva e come ottenerlo.
Lui recupera il bagnoschiuma mentre io porto le mani dietro la sua schiena per avvicinarlo di nuovo, non volevo averlo lontano. Le sue mani tornano sul mio corpo ed imprimo le emozioni nella mia mente, lasciando l'intero controllo a lui che sembra molto più esperto di me. Dopo avermi guardato per pochi secondi cercando il mio consenso nel continuare, che diedi con un semplice cenno del capo, la sua bocca si impegnò a mordere e baciare il mio collo e le sue mani vagavano sul mio corpo in modo disordinato, passavano velocemente dal mio seno alle gambe ed in poco mi resi conto che nessuno mi aveva mai toccata così. Le sue labbra cambiarono meta, dal collo passarono al mio petto senza rimanerci fin troppo, continuarono il loro percorso verso il basso arrivando fino al bordo dei miei slip. «Posso?»

«Si.» rispondo sotto voce, portando la testa contro il muro. Le mie gambe erano molli, stavo per cedere sul mio stesso peso, le mie emozioni stavano per prendere il sopravvento. Appena le sue labbra arrivano sui miei slip cerco un appiglio per le mie mani e lo trovo nei suoi capelli. In un modo lento e quasi doloroso lascia scendere gli slip contro le mie gambe, tracciando il percorso con le labbra contro la mia gamba. Cercai di reprimere i gemiti in qualsiasi modo, ma durai ben poco dato che appena sentii la sua lingua nel mio punto più intimo iniziai a sussurrare il suo nome e gridai, letteralmente, quando si aggiunsero le sue dita.

«I miei vicini saranno molto contenti di sapere che mi sono fidanzato.» commenta dopo che arrivo all'apice del piace, tornando alla mia stessa altezza. Le mie mani erano sulle sue spalle mentre cercavo di reggermi, rimasi con gli occhi socchiusi per un paio di minuti ma lo sentii sorridere soddisfatto contro la mia pelle.

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora