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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Ragazzi posto questo capitolo anche per spiegarvi la situazione: sono stata due giorni in ospedale per problemi con la pressione e il cellulare è l'ultima cosa a cui ho pensato in questo periodo. Vi prego di scusarmi, davvero ma prenderò una pausa da TUTTE le storie che sto scrivendo.
Vi voglio bene e mi fanno molto piacere i vostri commenti. Tornerò il prima possibile perché scrivere mi fa bene.

Piccolo tour.

Tengo la mano di Niccolò mentre siamo nel giardino di casa di Jacopo

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Tengo la mano di Niccolò mentre siamo nel giardino di casa di Jacopo. Mi sistemo sulla mia sedia e guardo il cielo, cercando di rilassarmi. La giornata non era proprio delle migliori: era iniziata questa mattina alle cinque con Niccolò che vomitava anche l'anima ed io gli ho retto la fronte e fatto compagnia sul pavimento del bagno, dopo ho ricevuto la chiamata dei miei genitori che mi chiedevano di tornare a casa almeno per un paio di giorni cosa che aveva alterato Niccolò, che si è lamentato tutto il tempo del mal di testa eppure non aveva lasciato la mia mano nemmeno per un secondo.

«Niccolò, è un tour di un paio di date, mi hai detto stesso tu di voler tornare sul palco ed adesso che ho organizzato tutto mi dici di no?» ripete Jacopo proponendogli di nuovo un piccolo tour. Niccolò era stanco e questo lo rendeva irascibile e rispondeva solo con pochi cenni di testa, soprattutto mandandolo a quel paese. Jacopo sembra arrendersi e poco prima di allontanarsi mi guarda come se chiedesse un mio aiuto.

«Amore, senti.» sussurro cercando di porgermi con il tono più tranquillo che potevo permettermi, anche se avrei voluto prendere la mia sedia e spaccargliela in testa. «Mi hai detto pure tu che volevi tornare, ti andava bene anche un palco piccolo. Perché ora hai cambiato idea?»

«Perché voglio stare a casa con te ma tu te ne vai.» commenta ironico ed io sospiro, alzandomi dal mio posto per sedermi sulle sue gambe.

«Niccolò sarà solo per pochi giorni, starò con i miei genitori e la mia migliore amica, poi torno a casa da te.» gli spiego accarezzandogli la guancia e lui sembra addolcirsi dietro i suoi occhiali da sole.

«Sei sicura che poi torni?» domanda quasi in un sussurro, facendomi sorridere. Lasciai un bacio sulla sua guancia incrociando le braccia dietro al suo collo per tenerlo stretto a me. «Sai, mi ero ripromesso di non essere di nuovo dipendente da qualcuno ed i primi giorni che ti ho conosciuta pensavo di aver infranto la mia promessa.»

«Pensi che siamo dipendenti?» domando curiosa, aggiustando i suoi capelli sparati completamente per aria senza alcun senso. «Io non mi sento dipendente da te, voglio stare con te per mia scelta, mi rendi una persona migliore.»

«È proprio questo che penso, voglio stare con te perché il tempo con te è meraviglioso, passa tutto in un attimo e mi rendi una persona migliore.» mi spiega facendomi sorridere. «Verrai in tour con me?»

«Posso venire a qualche data, certo.» rispondo spostando i suoi occhiali da sole, gli ripetevo di continuo che i suoi occhi erano meravigliosi eppure voleva nasconderli pure in casa. «Tra poco devi accompagnarmi a prendere il treno, non facciamone un dramma.»

«Va bene, ti accompagno. Prima però fammi sistemare queste carte per il tour.» dice portando le labbra contro le mie, poi mi allontano per farlo stare comodo mentre controlla le carte ed io faccio un giro per il giardino. I fiori mi erano sempre piaciuti ed a quanto pare anche a Jacopo che ne aveva di tutti i tipi e colori, soprattutto aveva molte rose rosse. Dopo una mezz'ora Niccolò mi risveglia dai miei pensieri e mi prende per mano, salutando Jacopo per andare via. Appena arriviamo in stazione le sue dita si intrecciano con le mie, in una stretta quasi possessiva come se volesse tenermi con lui.

«Saranno solo pochi giorni.» aggiungo accarezzandogli la guancia mentre eravamo ancora in macchina, le nostre mani erano incrociate sul cambio, come sempre. Mi sporsi leggermente verso di lui per lasciargli dei baci sulla guancia, odiavo vederlo nervoso.

«Dai, andiamo che tra poco parte.» commenta uscendo dall'auto e lo seguo velocemente, riprendendo subito la sua mano. «Solo un paio di giorni.» ripete sussurrando mentre camminiamo, quasi non reggevo il suo passo e mi ritrovai per poco a correre.

«Niccolò, calmati.» sussurro cercando di farlo rallentare con scarsi risultati. «Amore!» dico piantando i piedi per terra, così lui si gira di scatto con lo sguardo confuso. «Stai correndo.»

«Scusami, sono nervoso. Dai vieni.» dice dopo aver preso un profondo respiro, porgendomi di nuovo la mano che afferro senza esitazione. «Sei sicura che vuoi stare con me? Sono un casino!»

«Qualcuno deve pur prendere questa croce sulle spalle, mi sono offerta volontaria ed adesso devo rispettare ciò che ho detto.» dico commentando ironicamente. Niccolò mi fa il verso ma non mi da il tempo di replicare che scontra le nostre labbra, baciandomi proprio come quando stavamo sotto la doccia, lasciandomi senza fiato. Anche se la stazione era piena di persone l'unica cosa che sentivo era lo schioccare della nostra labbra ed ancora una volta le sue mani bruciavano sulla mia schiena. Come facevo a lasciarlo andare proprio adesso?

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora