Non siate lettori silenziosi, per piacere.
Mi manca mancare a qualcuno.
Uscii dall'università sorridendo, fiera di me stessa e di aver studiato anche con la testa altrove.
«Com'è andata?» domanda Azzurra, che intanto mi aveva aspettato con una rosa fuori l'università, come ad ogni mio esame.
«Trenta, tondo tondo!» rispondo abbracciandola, prendendo poi il mio fiore dalle sue mani. «Questi esami di pomeriggio sono tremendi.»
«Ora andiamo a prenderci qualcosa al bar, ti ubriachi per bene e poi ti accompagno a casa, così crolli e non mi devo preoccupare per niente.» dice, incrociando la mano con la mia. Mentre camminiamo per le strade del centro, noto che alcune ragazze mi indicano, commentando a bassa voce tra di loro.
«Ho qualcosa sul viso?» domando curiosa ed Azzurra mi guarda confusa, sistemandomi i capelli per spostarli dalla mia fronte.
«No, perché?» domanda confusa, spostando i miei occhiali per guardarmi meglio. «Stai bene, questi capelli corti non sono nemmeno gonfi.»
«Mi guardano.» sussurro indicando un gruppo di ragazze poco distanti da noi, che alzava il cellulare cercando di non farsi vedere. «Stanno facendo una foto?»
«Probabilmente ti hanno riconosciuto dalle foto di Niccolò.» dice, riprendendo a camminare, così che io la seguissi. «Parlando di Niccolò, l'hai sentito?»
«Neanche un segno dal cielo, nulla.» rispondo, sbuffando. «Ha fatto il suo concerto a cui mi aveva invitato, ma non mi ha portato.»
«Forse poteva portare solo la sua ragazza.» sussurra entrando nel solito bar per ubriacarci. Ci sedemmo al nostro tavolo ed il cameriere quando di vide ci salutò sorridendo, avvicinandosi subito a noi.
«Come va la tua storia invece? Basta parlare di me.» domando quando il cameriere si allontana, dopo aver preso le nostre ordinazioni.
«Ora siamo in una fase tira e molla, ma è così da due anni lo sai.» risponde alzando le spalle disinteressata. «Sai cos'è successo a Michele?» domanda, lasciando accendere la scintilla di gossip nei suoi occhi. Azzurrava adorava raccontare degli altri, era informata su tutto e tutto ciò che succedeva lei lo sapeva, con annesso di dettagli e discorsi ben precisi. Mentre lei raccontava di come lui, durante una serata in discoteca, aveva tradito la sua fidanzata con la sorella, la mia mente spaziava nei ricordi con Niccolò. A risvegliarmi fu il mio cellulare che vibrava nella mia tasca, appena lo cacciai rimasi sorpresa quando notai un messaggio. «Chi è?»
«È Niccolò.» rispondo, ma appena leggo il messaggio ritratto la mia risposta. «È un suo amico che mi dice cose strane.»
«Cose strane tipo?» domanda curiosa, allungandosi verso di me per leggere il messaggio.
«Sei a Roma? Niccolò vorrebbe parlarti.» leggo alzando le spalle, poi continuo. «Secondo messaggio, Niccolò non ha il tuo numero? Dovrei chiamarti.»
«Scrivigli il tuo numero, voglio assolutamente sapere cosa vuole.» dice ed obbedisco, curiosa anche io di sapere cosa diamine volevano i suoi amici, da contattarmi due volte su Instagram. In pochi secondi il messaggio viene visualizzato e ricevo una chiamata da un numero sconosciuto.
«Pronto?» rispondo confusa, mettendo poi il viva voce quando Azzurra tira la sua sedia accanto la mia e poggia l'orecchio proprio sul mio.
«Ehm... sono Adriano, un amico di Niccolò. Tu sei a Roma?» domanda subito e Azzurra sussurra 'dalla voce sembra figo' così da farmi allontanare di scatto.
«No, sono a casa, perché?» domando confusa, coprendomi l'altro orecchio per non sentire la musica che risuonava nel locale. «Sono a Napoli.» aggiungo, specificando.
«Perché noi avremmo un piccolo problema con Niccolò.» dice e sento altre voci che urlano 'fermati' e la voce di Niccolò che ride. «Inutile dirti che è ubriaco, penso tu lo senta, solo che si è fermato nel locale e si è seduto sulle scale, cercando il tuo numero in rubrica. Io ora, sinceramente, non so che fare. Ti va di parlarci?» domanda ed io rispondo subito di si, uscendo velocemente dal locale che intanto alzava il volume della musica.
«Amore mio!» urla Niccolò ridendo, poi sento subito dei rumori strani, come se cadesse qualcosa e la voce di qualcuno mi conferma che era proprio Niccolò a cadere.
«Niccolò sono le sei del pomeriggio, come diamine fai ad essere così ubriaco?» domando rimproverandolo, poi sospiro. «Torna a casa.»
«A casa non c'è più nessuno ad aspettarmi, che ci torno a fare?» domanda ridendo e cerco di non immaginare la scena in cui si trova, dato che sento ancora altri ragazzi parlare accanto a lui chiedendogli di mettersi la maglia. «Perché non vieni qui?»
«Perché sono a casa mia, Niccolò. Non posso venire ogni volta che mi chiami per un tuo sfizio personale.» rispondo e lo sento sbuffare rumorosamente. Mentre lui resta in silenzio, le conversazioni di sottofondo sono molto nitide.
«Ragazzi dove sta andando?» domanda un ragazzo mentre altri gli urlano di fermarsi. «Ci manca solo che ti sbottoni i pantaloni Niccolò, mio Dio siediti qua.»
«Perché non vieni qua?» domanda di nuovo mentre Azzurra mi raggiunge velocemente, chiedendomi se stessi bene, poi mise il viva voce. «Allora? Perché non vieni qua?»
«Niccolò non posso venire ogni volta che mi chiami, non sono una bambola che-» cerco di rispondere, ma mi riprende di nuovo.
«Voglio parlarti di me, tu cosa hai saputo di me? Mi manca mancare a qualcuno, vieni.» mi interrompe, iniziando a cantare.
«Ora ubriaco mezzo nudo e canta, se tu non fossi famoso sai quanti video avrei fatto?» domanda un altro ragazzo, probabilmente seduto accanto a lui.
«Canta bene anche da ubriaco, probabilmente è questo il vero problema.» commenta un altro, facendo ridere tutti.
«E provaci ad essere vera come i tuoi occhi al mattino quando c'è il sole vicino. Sul volto il segno del cuscino.» continua, facendo cantare anche gli altri. «Resti stasera? Resti di sera, che fuori piove e non ho voglia di altro stasera. Resti stasera? Resti di sera che il mondo è strano e non lo voglio incontrare stasera.»
«Questa ragazza deve essere una santa per sentire ancora le tue stronzate.» aggiunge un ragazzo, facendo annuire Azzurra.
«E tutto quello che chiedo è avere te che detesti litigarci il cuscino mentre di notte calpesti. Resti stasera?» continua, poi sospira. «Dai prendi l'ultimo treno.»
«Dai, ti portiamo a casa che lei viene.» lo incita il suo amico, probabilmente cercando di infilargli la maglia.
«Ti aspetto?» domanda mentre lo sento camminare e tutti urlano di si, poiché volevano portarlo a casa senza strane scenata. «Alessia, allora?» domanda di nuovo e sospiro, portando una mano sulla mia fronte.
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Tinkerbell; Ultimo
FanfictionCampanellino è la fata di Peter Pan. Viene descritta come una comune fatina che aggiusta pentole e bollitori da qui il suo nome "Tinker Bell". Qualche volta si dimostra maleducata e vendicativa soprattutto nei confronti di Wendy, gelosa delle speci...