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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Escape room.

Mangio le patatine dal piatto di Niccolò, che intanto parla con Adriano e non se ne accorge

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Mangio le patatine dal piatto di Niccolò, che intanto parla con Adriano e non se ne accorge. Ormai abbiamo tutti già mangiato, ma Niccolò oltre a mangiare molto mangia anche lentamente e lo stiamo aspettando. Al tavolo siamo rimasti solo noi tre, dato che gli altri sono andati chissà dove con le loro ragazze, cosa che non ci tengo nemmeno a sapere.

«Da Niccolò, voglio andare a quella casa dell'horror.» lo incita Adriano iniziano a buttare le carte ed io sorrido quando finalmente finisce anche la sua birra. Mentre ci alziamo porta la mano sulle mie spalle e camminiamo verso questa casa, sperando di non urlare alle minime cose. Niccolò mi prende per mano mentre entriamo in questa casa e ci ritroviamo subito chiusi in un ascensore che si muove lentamente.

«Soffro di claustrofobia, se non si apre posso pure svenire qui.» dico, stringendomi al braccio di Niccolò, mentre Adriano ridere. Appena si aprono le porte continuiamo a camminare, seguendo il percorso, o meglio loro continuano a camminare io tengo gli occhi chiusi e resto dietro Niccolò che spesso sussulta, facendo mettere paura anche me anche se non vedo assolutamente niente.

«È un escape room.» afferma Adriano eccitato mentre restiamo chiusi in una camera ed io vorrei veramente svenire e svegliarmi fuori di qui. «Dobbiamo capire dove questo signore-» dice mostrandoci la foto. «ha nascosto il nome del suo assassino.»

«Qui ci serve una mente intelligente e non siamo per niente intelligenti noi, Alessia è nel panico quindi non so cosa faremo e come usciremo.» commenta Niccolò tenendo sempre la mano incrociata con la mia.

«Nei miei cassetti nascono tutto.» legge il diario del signore posto sulla scrivania e prendo un gran sospiro, lasciando la mano di Niccolò e cerco di aiutare Adriano così da uscire. L'unico cassetto che si è vuoto e sbuffo, così porto di nuovo lo sguardo su Adriano. «Smontalo.»

«Sto prendendo una laurea Adriano, non lavoro nell'Ikea.» dico, cercando di smontarlo veramente e ci riesco, trovando delle foto nel cassetto. «Ecco a te.»

«Sono le foto di questo studio.» commenta Niccolò avvicinandosi e si guarda intorno. «E che ci dobbiamo fa?» domanda, così porto uno sguardo anche io alle foto.

«Guarda, i libri sono messi diversamente.» dice Adriano indicando i libri sulla mensola, così poi li ordina velocemente e si sblocca un cassetto, con dentro una cassetta da ascoltare. La prendo velocemente e metto play, facendomi subito saltare quando l'unica cosa che si sente sono delle urla.

«Voglio morire.» sussurro tornando ad abbracciare Niccolò, che intanto ride mentre Adriano manda avanti la cassetta, finché non sente una voce che parla quasi sussurrando.

«Non uccidermi!» urla poi la voce dalla cassetta e si sente uno sparo. «Ti troveranno, Dar-» sussurra al finale mentre ci sono dei passi che si allontanano e una risata nel sottofondo.

«Io sfondo la porta e me ne vado.» dico sbuffando, allontanandomi di nuovo da Niccolò. «Che si fa, ora?»

«Se guardi questi libri ci sono dei numeri, forse dietro a quei quadri c'è qualche cassaforte.» dice Adriano e decido di avvicinarmi per scoprire che aveva ragione. «Nove cinque otto quattro.» dice ed apro la cassaforte, trovando altre foto.

«Sembra un uomo morto davvero.» dico, dando le foto ad Adriano che sembra un bambino con le sue caramelle preferite.

«Questo tappeto nelle foto non ce sta.» dice Niccolò indicando il tappeto su cui sono io, così decidiamo di spostarlo e troviamo una scritta sul pavimento. «Dario Inv- è il nome dell'assassino secondo me.»

«Ma davvero?» domando ironica ed Adriano scoppia a ridere, ma improvvisamente si spengono le luci e si stendono dei passi con un leggero vento gelido, poi si riaccendono le luci e proprio ai nostri piedi troviamo un manichino, senza testa vestito proprio come il signore nelle foto, facendomi inevitabilmente urlare.

«Calmi, ha un foglio.» mi interrompe Adriano, alzando la giacca del signore e trovando il nome dell'assassino. «Ora scoprite perché.» legge e si apre la porta, rivelando una nuova stanza. Quasi completamente vuota, con delle sedie al centro ed un tavolo con delle maschere sopra e delle bombolette spray.

«Che cazzo dobbiamo fare?» domando confusa, guardando le pareti completamente bianche che ci circondavano. Sembrava di essere veramente in un manicomio.

«Intanto mi siedo.» ammette Niccolò e lo imito, sedendomi proprio difronte a lui, mentre Adriano controlla le pareti, trascorrendo i primi quindici minuti in totale silenzio. Decido di infilarmi la maschera e di scrivere vicino al muro, forse succedeva qualcosa, ma ciò che rivelò è che sul muro c'era già scritto qualcosa.

«Tu sei un genio.» commenta Niccolò alzandosi velocemente dal suo posto e si avvicina iniziando a svelare la frase.

«L'ariete è tra i Pesci a ovest e il Toro a est.» legge Adriano alzando le spalle confuso. «Che cazzo dice?»

«È la costellazione, sono le stelle.» dico guardando il soffitto proprio sopra di noi, Niccolò usa lo spray pure per per il soffitto ma non esce nulla. «Spegni la luce.» dico indicando l'interruttore e subito si rivelano le stelle.

«Sono stelle, chi è l'ariete?» domanda Niccolò girando per la stanza, guardando le stelle disegnate in piccole dimensioni.

«Questo è la costellazione del toro.» dico, indicando una piccola linea. «Dovrebbe essere questo l'ariete.» dico prendendo lo spray, rivelando una frase, facendo accendere di scatto le luci ed aprire la porta. Adriano esulta come se la sua squadra avesse fatto goal e Niccolò mi abbraccia, lasciami dei baci sulla guancia.

«Per questo mi piaci.» ammette, mentre usciamo dalla stanza e facciamo la foto con la lavagna che segnava che avevamo vinto. Mentre usciamo da questa casa riesco solo a ripensare alla frase di Niccolò. Gli piaccio in che senso?

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora