Chapter 27: Cloud9

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Dopo cena mi sono rifugiata in camera per scegliere cos'avrei indossato più tardi e nel mentre maledicevo la mia amata migliore amica e i miei fratelli, maledetti stronzi.

Da un cassetto dell'armadio tiro fuori una gonna a ruota nera a cui abbino una canotta verde scuro dalle spalline sottili.

«A che ora dobbiamo essere da Lottie?» mi chiede Theo che è bellamente sdraiato sul mio letto
«Nove e mezza, viene pure quello?»
«È nostro amico»
«Dustin ha detto che gli devo stare lontano» dico mentre gli alzo da terra «Che intendeva?»
«Dustin è stupido»

Prendo i vestiti che ho scelto in mano e vado a cambiarmi in bagno, Theo è mio fratello ma è anche un ragazzo e mi vergogno.

«Da quando mostri così tanto il tatuaggio?» domanda facendomi girare verso di lui, ho aperto la porta dopo aver finito e adesso mi sto pettinando i capelli davanti allo specchio
«Non l'ho mai nascosto»
«Dicono tutti così»
«Oh ma sta zitto»

Rimetto la spazzola al suo posto e dopo essermi lavata di denti torno in camera per mettermi le vans ai piedi.

«E tu cosa ci fai dietro?» mi chiede la mia migliore amica dopo essersi seduta al mio fianco nei sedili posteriori
«Per una volta Ivy ha fatto la persona gentile» mi prende in giro Theo che è al volante facendomi irritare ancora di più
«Era già seduto lì.»
«Io sono Charlotte e tu?» si presenta la ragazza al mio fianco
«Max»

«Dove andiamo?» domando per la terza volta con tono seccato
«In un nuovo posto in centro, il Cloud9»
«Che palle, ma sempre in discoteca volete andare?»
«Quanto sei noiosa» commenta il tipo dai capelli ricci, Maximilian
«E tu sei un coglione ma non te lo faccio notare sempre»

«Ma vi conoscete già?» ci chiede Isaac dopo qualche momento di silenzio generale
«No!» «Si»

«Tra quanto arriviamo?» chiedo cambiando discorso per appunto evitare le domande dei miei adorati fratelli sapendo già che quelle di Lottie non le eviterò, anzi.
«Manca poco» risponde Theo

Il Cloud9 per mio dispiacere è la "meta" più ambita di questa sera dato che è una nuova discoteca e questo vuol dire che ci saranno moltissime persone, persone che io magari non voglio proprio vedere.

«Zack che ci fai qui?» chiedo curiosa al mio fratellastro che è seduto al bancone tutto solo con un bicchiere tra le mani
«Sto aspettando Jace, tu sei qui con i gemelli, Lottie e Max
«Non dire niente ai gemelli, per favore»
«Nessun problema»

«Ivy, stronza vieni a ballare!»

Charlotte mi prende per il polso e mi tira in pista iniziando a muoversi a tempo contagiando anche me.
Devo dire che, nonostante a me non piacciano le discoteche, mi sto divertendo soprattutto a vedere come ballano i miei fratelli.. Max invece è sparito appena siamo entrati ma non mi importa.

«Come vi conoscete?» urla la ragazza davanti a me
«L'ho battuto a basket»
«Non mi stai dicendo tutto!»

Solo noi possiamo parlare di queste cose in mezzo al caos.

«Mi ha baciata ma giuro che se lo dici ad anima viva ti sgozzo» la minaccio sorridendo angelicamente

Lei scoppia a ridere, forse per l'alcool che sta ingerendo o forse per il fatto che non faccio paura nemmeno ad una formica. Dopo poco la ragazza dalla chioma folta e scura sparisce dal mio campo visivo e io, non potendone più di ballare, vado a sedermi al tavolo che hanno fatto tenere i ragazzi dove ci trovo seduto Isaac.

«Come mai sei qui seduto tutto solo?» gli domando mentre mi siedo davanti a lui
«Non mi va di ballare» gira la cannuccia nel bicchiere ma poi lo sposta lontano per appoggiare i gomiti sul tavolo e spingersi verso di me «Vi conoscete?»
«Con?»
«Max, quello che ti sta in culo»
«No» dico veloce «Penso di averlo visto dove lavorano Dus e Debby, Dus mi ha detto di stargli alla larga»
«Dipende con chi gira»
«E io che ne posso sapere, mica lo conosco»
«Infatti»
«Tu vuoi che io ti dica qualcosa che già sai» dico osservando attentamente la sua espressione, sa qualcosa ma non capisco cosa
«Tu devi dirmi qualcosa? Hai la coscienza sporca?» domanda sostenendo il mio sguardo «Eh, Ivy?»
«Isaac ma che stai blaterando pure te?»
«Nulla.. Sono solo nervoso per una partita»

Sposto lo sguardo da mio fratello a ciò che c'è alle sue spalle o meglio chi. Maximilian è appoggiato con la schiena ad un muro e sta seguendo ogni mio minimo spostamento con lo sguardo, è inquietante e non poco.

«Quale partita?» domando mantenendo lo sguardo puntato alle sue spalle
«Giochiamo un'amichevole con una squadra di Tulsa»
«I soliti?»
«Si, tranquilla non farò nessuna rissa»

L'anno scorso dopo aver giocato una partita assieme alla squadra di Tulsa è scoppiata una rissa abbastanza violenta tra Isaac e un ragazzo che dovrebbe chiamarsi Carl ma non ne sono sicura... Da quel che so è stato Isaac ad iniziare per via di questo ragazzo che ha fatto commenti poco carini verso la ragazza con cui stava mio fratello l'anno scorso.

«Quello è uno stronzo e tu lo devi ignorare, te l'aveva detto anche Theo di farlo o sbaglio?»
«Possiamo non parlarne?» mi supplica, so che non gli piace parlare di ciò che è successo però deve capire che non bisogna ricorrere alla violenza per delle stronzate perché effettivamente era una stronzata colossale

«Vado a prendere qualcosa da bere» lo informo prima di alzarmi dal divanetto e andare al bar

«Cosa ti porto?»
«Un analcolico, grazie»
«Seria?»
«No, per scherzo» borbotto ironicamente «Ho chiesto un analcolico per un motivo»
«Wo wo wo calma dolcezza»

«Dolcezza ce la chiami tua madre» si intromette una terza voce, ma fa davvero?

Guardo il ragazzo dai capelli ricci sedersi vicino a me al bancone e ordinare da bere sempre al ragazzo a cui ha detto di non chiamarmi dolcezza, come se lui potesse farlo.

«Così mi consumi» ghigna prima di bere quello che ha ordinato
«Oh ma falla finita»

Prendo in mano il mio analcolico alla frutta, scendo dallo sgabello e mi dirigo verso il tavolo ma lui mi tira verso un angolo abbastanza isolato e mi si piazza davanti.
Ora che vuole?

«Cosa vuoi Maximilian?» gli chiedo prima di bere un po' del mio drink
«Parlare, mica ti voglio uccidere»
«Parlare?» chiedo stupita «Bene, allora vedi di tenerti per te ciò che è successo a LA»
«Perché, cos'è successo?» fa seriamente?
«Tu, brutto cerebroleso che non sei altro, mi hai baciata totalmente a caso»
«Come se non ti fosse piaciuto»
«Ma perché cazzo ogni volta voi ragazzi ve ne uscite con questa frase?» mi lamento facendo ridere il ragazzo che mi sta davanti «Che ti ridi che è vero!»
«Infatti, se hai notato, non ho negato»

«Se vuoi possiamo replicare quella scena» mi propone sorridendo in modo innocente, che faccia da schiaffi
«Se vuoi ti tiro un pugno»
«Come siamo aggressive questa sera»
«Io sono sempre aggressiva» lo informo
«Anche mentre scopi?»

Lo guardo schifata per ciò che ha detto ma non proferisco parola, se parlassi probabilmente lo insulterei.

«È così?» chiede per poi scolarsi tutto d'un fiato il drink
«Ma ti senti quando parli? Gesù»

Finisco il liquido nel bicchiere che poi poso su un tavolo a caso e vado in pista a ballare insieme ai miei fratelli.

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