Chapter 47: Memories..

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Negli ultimi tempi sto piano piano sto riprendendo a camminare lunghe distanze senza stancarmi troppo e senza l'ausilio delle stampelle e non posso che essere felice di questo traguardo.

«Quindi hai deciso di andare al college?»

Alzo lo sguardo su Isaac che è fermo sulla porta della mia stanza come se avesse paura ad entrare. Okay che tempo fa litigavamo molto spesso ma addirittura avere paura di entrare nella mia stanza mi sembra esagerato..

«Si, accetto la proposta della UCLA anche se non è che abbia questa gran voglia di insegnare o comunque aiutare la coach» lo informo invitandolo a sedersi vicino a me sul letto «Magari mi posso sbagliare e insegnare è la mia vocazione ma in questo momento è l'ultima cosa che vorrei fare ma per avere la borsa di studio dovrò fare uno sforzo»
«Quindi California...»
«Già »

«Comunque sono venuto qui per dirti alcune cose»
«Se gli riguardano quella è la porta»

«Perché non vuoi parlare di lui?»
«Non potete obbligarmi a fare una cosa che non voglio, lo volete capire si o no?» gli ricordo mentre chiudo il portatile «Quando sarò pronta lo affronterò ma adesso non lo sono e non lo farò solo perché lui è vostro amico»
«Nessuno ti sta obbligando a fare qualcosa che non vuoi fare»
«Invece si, voi mi volete obbligare a parlargli ma qui si tratta di ciò che voglio io e non voi!» dico iniziando ad alterarmi, non ne posso più di questa storia
«Lo vuoi capire che lo faccio per te?!» mi urla in faccia «Non mi piace vederti... vederti così»
«Così come eh?»

«Stanca di tutto? Si, non ne posso più di questa situazione perché ogni giorno che passa sto sempre peggio! La ginnastica era tutta la mia vita e veder svanire così la mia carriera mi uccide! Non ne posso più di voi che mi dite costantemente cosa fare, di stare attenta, di non muovermi che ci pensate voi e anche questa cosa di Maximilian me la devo vedere io ma quando sarò pronta e non quando vuoi tu okay? Perché io adesso non sono pronta!» grido sentendo il sangue ribollire nelle vene «Non sono minimamente pronta ad avere una conversazione con lui e tu, grandissima testa di cazzo, lo devi capire okay?!»

«Si ma stai calma»
«Levati di torno perché ti metto le mani al collo, levati!»

Lui scappa a gambe levate e io mi metto le mani nei capelli per non distruggere nuovamente la camera anche se mi piacerebbe davvero tanto farlo.
Dovrei trovare qualcosa con cui sfogare la rabbia repressa che ho ma di sport e sforzi fisici non se ne parla... Forse dovrei prendere in considerazione di vedere una psicologa o qualcosa di simile.


«Sono tutte le foto che ti ho mandato?» domando a Zack emozionata, non vedo l'ora di vedere come sono venute!
«Si, scusa se ci ho messo tanto ma dovevo sviluppare anche quelle per una presentazione»
«No, ma va ma ti pare»

Sollevo il coperchio della scatola e la prima foto che mi trovo davanti è quella con Dar e mi si forma un groppo in gola.
Quanto mi manchi Boo..

«Grazie mille, davvero Zack»
«Vuoi una mano per appenderle?» mi chiede «Non ho niente da fare tutto il pomeriggio»
«Allora si»
«Sai già come disporle e dove?»

Ci penso su qualche secondo e poi annuisco indicando una parete dove non c'è niente su cui ho intenzione di attaccarci le foto in ordine cronologico.

«Come mai proprio in ordine cronologico?»
«Non è perché sono una maniaca e le voglio in ordine.. è perché voglio vedere come sono cambiata negli anni, vedere a dove mi hanno portato le scelte che ho fatto e ogni foto che ho scelto sono dei momenti della mia vita che in qualche modo mi hanno segnata nel bene e nel male»

Poso la scatola sul letto e tiro fuori le foto iniziando a metterle in ordine sorridendo malinconica.

«Come mai hai aspettato fino ad adesso per stamparle?» mi chiede mentre guarda alcune foto o meglio analizza
«Aspettavo il momento giusto per farlo»

Mi alzo dal letto e sposto la sedia vicino alla parete per poi salirci sopra munita di forbici e scotch.

«Mi passeresti le prime due foto che sono in alto a sinistra?»

Zack fa ciò che gli chiedo e mi osserva mentre le attacco con molta cura sul muro, la prima foto che attacco è con i gemelli che mi tengono in braccio mentre la seconda raffigura il mio primo allenamento di ginnastica.

Sono più o meno a metà parete quando Zack mi chiede cosa rappresenta il mio tatuaggio.

«Era uno dei disegni preferiti di mia nonna, lei amava disegnare.. quel disegno per me rappresenta la libertà ma è anche per ricordarmi di lei» gli spiego continuando ad attaccare le foto
«Ti manca?»
«Sto imparando a conviverci ma si, mi manca»

«A me manca mia madre» dice Zack di punto in bianco cogliendomi di sorpresa

«È andata via quando ero piccolo, credo avessi nove o dieci anni» dice tirando su il naso «Lei e papà litigavano spesso ma un giorno smisero di farlo e anche di parlarsi, ognuno ignorava l'esistenza dell'altro se non si trattava di me»
«È... È morta?» gli domando cercando di non risultare rude
«No», «Ma è come se lo fosse, non la vedo e sento da anni e non so dove sia o se sia viva.. è completamente sparita dalla mia vita e nonostante mi abbia fatto soffrire mi manca..»

«Non hai mai provato a cercarla o cose simili?»
«Non voglio far soffrire papà, non ora che è felice»

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