Chapter 28: Unbearable

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Questa mattina mi sono svegliata presto, nonostante siamo tornati a casa molto tardi, e sono scesa di sotto in "palestra" per fare qualcosa dato che non avevo più voglia di stare nel letto.
Ho provato a perfezionare l'esercizio alla trave e dopo diversi tentativi è venuto molto meglio rispetto a come l'ho eseguito in gara, spero di avere un'altra occasione per riscattarmi con questo esercizio.

Mi tolgo i residui di magnesia dalle mani, tiro su le tapparelle dato che è uscito il sole per poi aprire una delle finestre per far entrare dell'aria e come ultima cosa faccio partire la musica a un volume non troppo alto e la prima canzone in lista è Really Am di SK8.
Metto i paracalli insieme alla magnesia e salto sullo staggio alto iniziando il mio esercizio a ritmo di musica.

«Ad un certo punto ho pensato che ti saresti presa una facciata con il pavimento» esordisce qualcuno alle mie spalle mentre io sono intenta a pulire gli staggi con lo spruzzino pieno d'acqua

«Ora mi ignori?» si lamenta e posso scommetterci tutti i miei risparmi che ha alzato gli occhi al cielo «Che bambina»
«Ce la fai a stare zitto o è troppo difficile?!» sbotto girandomi verso Maximilian con in mano lo spruzzino e uno sguardo scocciato
«Calma gattina, sono venuto in pace»
«Sai quanto me ne frega se sei venuto in pace o meno»

Poso lo spruzzino a terra vicino alle parallele, metto i paracalli nel borsone che utilizzo per andare agli allenamenti, mi rifaccio la coda ed esco in giardino e il ragazzo, che sto palesemente ignorando ma che ancora non l'ha capito, mi segue peggio dei cani o dei gatti quando hai il loro cibo.

«Puoi non seguirmi? Grazie»
«Oh ma come siamo acide di prima mattina, per caso ti sei svegliata dalla parte sbagliata del letto?» mi chiede con una punta di sarcasmo nella voce che mi fa andare su tutte le furie peggio di prima
«Mi domando ancora dove ti abbiano trovato i gemelli e come ti facciano a sopportare» dico dando vita ai miei pensieri tant'è che lui per un momento sembra spiazzato da ciò che ho detto ma nel giro di poco si riprende e torna ad essere irritante come suo solito

«Mi hanno, come dici tu, trovato a Los Angeles e ci conosciamo da due anni» mi risponde incrociando le braccia al petto guardandomi dall'alto in basso
«Devo supporre che tu conosca anche Nathan e Joshua»
«Sarebbero?»

Oh, una gioia.

«Cugini»

Ma dove l'ho messo l'asciugamano? So di averlo preso ma proprio non ricordo dove l'ho appoggiato, o mi è caduto per terra prima di entrare in palestra o non l'ho preso e io sono deficiente.
Mi guardo intorno alla ricerca del mio asciugamano verde ma non trovandolo rientro dentro per cercarlo li e ovviamente dov'era? Era sulla trave. Sono deficiente.

Salgo sullo staggio basso per poi passare su quello più alto, mi metto a testa in giù e inizio a fare gli addominali.

«Certo che sei proprio strana»
«Perché?»
«Magari perché stai facendo gli addominali a testa in giù?» mi dice mentre si siede sulla trave
«È anche resistenza per le gambe, genio»

Continuo la mia sessione da venti mentre lui osserva in silenzio ogni mio movimento.

«Li stai facendo male»
«Scusami?»
«Hai messo la gamba sinistra più avanti e con la spalla sali prima dell'altra»

Scende dalla trave venendo verso di me e dopo avermi sistemato la gamba mi aiuta, se così si può dire, a fare un paio di addominali come se avessi bisogno di lui per farli.

«Sei troppo vicino» mi lamento rimanendo concentrata sul mio esercizio ma con lui che mi respira a qualche centimetro di distanza non è molto facile
«Non credevo che alla principessina desse fastidio la mia presenza»
«Sei seccante»

Mi tiro su a sedere dandogli le spalle e poi scendo. Con l'asciugamano tolgo dalle gambe e dalle mani i residui di magnesia che erano presenti sullo staggio, prendo la bottiglia d'acqua e ne bevo un po' sempre con Maximilian che mi osserva.

«Sei inquietante, smettila»
«Allora continuo» dice con il suo immancabile ghigno e io vorrei tanto tirargli qualcosa contro, davvero tanto, ma ahimè è un amico dei gemelli e non voglio fare un torto a loro «Senti quando rifaremo una partita?»
«Mai»

Esco per la terza volta in giardino sempre con lui al seguito, raccolgo da terra uno dei palloni da basket che sono in giro e inizio a giocarci con Maximilian che mi osserva, ma che c'è da osservare? Ho per caso qualcosa attaccato? Che nervoso!

«Invece di fissarmi la vuoi questa rivincita?»

Si, sono la coerenza fatta a persona ne sono consapevole.

«Qualche minuto fai avevi detto la parola mai o mi sbaglio?»
«Oh mio dio!» esclamo frustrata, che rompi palle! «Giochiamo si o no?»
«Potremmo giocare ad altro, se capisci cosa intendo»

Mi blocco appena capisco a cosa si riferisce, alzo lo sguardo su di lui mentre il pallone rotola via.

«Scherzavo, mai sentito parlare di sarcasmo? Gesù!» esclama scoppiando a ridere mentre io lo osservo basita, questo è tutto fuori

«Tu sei malato»
«Sono sano come un pesce» dice irritandomi, ma che ho fatto di male?

Mi sto trattenendo dall'avvicinarmi per tirargli un pugno nei denti, davvero.

«Sei insopportabile!» esclama lui guardandomi dall'alto in basso

Se mi squadra un'altra volta dalla testa ai piedi gli infilo su per il culo la sua amata palla da basket e non sto scherzando.

«E tu sei un... Un.. Aaah! Non so manco come definirti»
«Bellissimo? Fantastico?» propone
«No. Un grandissimo stronzo con un ego che fa invidia pure a Cameron Dallas!»
«Chi, scusa?»
«Dio aiutami tu»

Come diamine fa a non conoscere Cameron Dallas? Andiamo! Lo conosce pure mia nonna e a detta sua è - e cito testuali parole - un gran pezzo di manzo.

«La tua cazzo di amica mi ha svegliato, Ivy!» urla Theo dalla finestra della sua camera «Io vi ammazzo!»
«Ti voglio bene Theo!»
«Chiamala, ha detto che ti deve parlare»

E ora cos'è successo?

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