Chapter 40: Okay?

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È già pomeriggio e Katie non si è ancora fatta vedere. Per tutto il giorno ho fatto esami su esami e non ho potuto vedere nessuno se non dottori, infermieri e altri pazienti ma questi ultimi nell'ora di pranzo in mensa.

Un lieve bussare sulla porta, già aperta, mi fa girare la testa verso sinistra dove ci sono due donne insieme a Katie, la quale mi sorride dolcemente.

«Scusa il nostro ritardo ma abbiamo avuto un problema con l'aereo» si scusa una delle due donne che indossa una tuta blu e oro, i colori dell'università
«Non si preoccupi»

«Innanzitutto volevamo dirti che ti siamo vicine per ciò che ti è successo perché sappiano che non è una cosa facile da superare» continua lei mentre si avvicinano al letto «Io sono la coach Reed»
«Mentre io sono la sua assistente Kalinda»

«Piacere mio» mormoro mentre mi tiro su con la schiena

«Volevamo parlarti prima della competizione ma la tua coach non voleva che ti distraessimo»
«Probabilmente ha fatto bene, dipende da cosa mi viene detto mi faccio prendere dalle emozioni» rivelo loro arrossendo lievemente
«Non c'è da vergognarsi, mi succedeva anche a me quando ero giovane» mi risponde sorridendo la coach «Beh direi che abbiamo fatto penare abbastanza questa ragazza..»

Le tre donne scoppiano a ridere mentre io le osservo impassibile, che avranno da ridere lo sanno solo loro.

«Siamo venute qui da LA per offrirti una borsa di studio»

Una cosa? Oh mamma mia!

«Oh io...» mormoro senza sapere cosa dire, una piccola parte di me ci sperava in una borsa di studio ma che senso avrebbe darmi una borsa di studio per la ginnastica se non potrò praticarla mai più?

«Perché darmi una borsa di studio per la ginnastica artistica se io non posso più praticare questo sport?» domando loro dando vita ai miei pensieri

Sposto la mia attenzione fuori dalla finestra, sulle persone che camminano nel giardino dell'ospedale mentre attendo la risposta da una delle due donne.
Vorrei tanto potermi alzare per sgranchirmi le gambe, non ne posso già più di starmene qui dentro su questo letto a fare il nulla più totale.

«Capiamo la tua confusione ma noi ti vogliamo davvero alla UCLA» mi dice la coach «Crediamo che tu possa aiutarci nell'allenare le nostre ginnaste e vogliamo anche darti la possibilità di studiare in una delle migliori università del Paese»
«Ci devo pensare...» mormoro trattenendomi dal rispondere con un no secco «Spero comprendiate»
«Certamente, nessuna fretta» dice la donna «Questi sono i nostri contatti, ci puoi chiamare quando vuoi»

Kalinda, l'assistente della coach Reed, posa sul comodino un foglio con scritto i loro contatti e dopo aver salutato mi lasciano sola con la mia allenatrice.

«Spero accetterai la loro offerta, potresti studiare qualsiasi cosa tu voglia e al tempo stesso dare loro una mano con le ginnaste»
«Perché era il mio sogno allenare delle ginnaste» dico con sarcasmo e anche fastidio, so che i piani potrebbero cambiare da un momento all'altro ma non voglio allenare..
«Almeno pensaci, non bruciarti un'occasione del genere»

«Ora devo andare, passerò in settimana se avrò notizie» mi dice dopo aver guardato l'orologio che tiene al polso sinistro

***

Un leggero bussare alla porta e un "Si può?" mi fa alzare lo sguardo dalla serie tv che sto guardando sul portatile.
La porta viene aperta mostrando la figura di quella che dovrebbe essere la mia migliore amica ma sinceramente non lo so nemmeno io...

«Come stai?» mi chiede rimanendo vicino alla porta, come se volesse scappare da un momento all'altro ma ehi!, sei tu che sei voluta venire qui
«Seriamente mi hai chiesto come sto?» borbotto ridendo amaramente «Mi tocca stare ferma per due mesi e non potrò più fare niente. Sto una meraviglia»

«Mi dispiace» la sento dire a capo chino
«Per cosa? Per ciò che mi è successo o per quello che mi hai detto?»
«Per tutto okay!?» dice scoppiando a piangere e iniziando a gesticolare «Mi sono comportata da vera stronza e ne sono consapevole ma vedere quello al funerale di mio fratello mi ha fatto uscire di testa» si va a sedere su una delle sedie presenti nella stanza mentre si asciuga le lacrime con i palmi delle mani

Lottie prende un respiro profondo e poi riprende a parlare, «Negli ultimi giorni ho pensato a quello che ti ha detto Darius e so che ha ragione.. E io non posso impedirti di andare avanti e di metterti con un'altra persona»
«Pensavi che ci fosse qualcosa tra me e Max?» le domando confusa, perché mai dovrebbe pensare una cosa del genere? Solo perché mi ha baciata e mi sta aiutando a superare il lutto non vuol dire che ci siamo promessi amore eterno
«Ivy, è palese che ci sia qualcosa tra voi due!» insiste lei con tono deciso «Pure i gemelli se ne sono resi conto e sappiamo entrambe che non si accorgerebbero manco di star per cadere o cagate simili»

«E io ribadisco che non c'è assolutamente nulla all'infuori dell'amicizia tra me e Maximilian, okay?»

«Solo perché vuole essermi amico e perché vuole aiutarmi a superare questo momento non vuol dire che mi ama o altro» la informo dando vita ai miei pensieri «Siamo solo amici e sarà sempre così»

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