Chapter 39: Wassup?!

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Sono qui da un giorno e quasi tutta la mia famiglia si è presentata in ospedale, persone che non vedo da anni o che non ho mai conosciuto.
Per esempio adesso sto ascoltando la sorella minore di mio padre parlare di come ha avuto i suoi figli, i quali stanno urlando come assatanati da non so quanto tempo, e non ce la faccio più.

«E mi hanno dovuto fare un cesareo d'emergenza..» continua la donna tutta presa dal discorso
«Basta!» urlo interrompendo il suo discorso e le grida dei bambini che si girano a guardarmi impauriti «Fuori di qui!»

«Su bambini andiamo, qui non siamo ben accetti» dice offesa la donna prendendo per mano i figli «Attento, potrebbe mandarti via da un momento all'altro» dice a qualcuno

«Alla faccia dei polmoni» si complimenta, credo, Maximilian
«Ciao», «Come mai qui?» gli domando osservandolo attentamente, ha qualcosa di diverso ma non capisco cosa
«Finito di fissarmi?» ghigna lui mentre si siede sul letto attento a non sfiorare il gesso «Pensavo ti annoiassi tutta sola ed eccomi qui»
«Lui è ancora lì fuori?»
«Chi, tuo padre? Io non l'ho visto quando sono arrivato»

Tipico suo l'arrendersi subito, non sono nemmeno stupita da ciò.

«È domenica, davvero non hai niente da fare?» gli chiedo scettica «Non ti credo»
«E invece!» dice guardandomi mentre cerco di sistemare i cuscini che ho dietro alla schiena «Ferma, faccio io»

Si avvicina maggiormente per sistemarmi i cuscini e di tanto in tanto si ferma per assicurarsi che non mi stia facendo male.

«Fatto» mormora a poca distanza dal mio viso mantenendo lo sguardo fisso nei miei occhi «Io credo che..» inizia ma poi viene interrotto dallo spalancarsi della porta della stanza che spaventa entrambi

«Che è successo al mio mostriciattolo?!» esclama irrompendo nella stanza Nathan seguito da Joshua che in confronto a lui è più calmo «E tu saresti?»
«Nathan! Joshua!» esclamo felice come una pasqua

«Sono Max» risponde il ragazzo dai capelli ricci mentre si sposta a sedere su una sedia lasciando spazio ai due ragazzi

«Nessuno dei due è un maschio alfa» dice Joshua interrompendo la gara di sguardi da duro di Maximilian e Nathan
«Hai iniziato Teen Wolf allora! Bravo cugino!»

«Potresti uscire per favore? Dobbiamo parlare con nostra cugina» viene chiesto a Maximilian da Joshua, il ragazzo si alza e se ne va in silenzio con le mani nelle tasche non prima però di sorridermi e farmi l'occhiolino

«È un amico dei gemelli» chiarisco subito guardando Nathan «Vi hanno chiamato loro vero?»
«Ti saluta la zia» ignora la mia domanda Joshua

Prendo il cellulare, compongo il numero di mia zia e la chiamo su FaceTime.

«La mia nipotina preferita!» mi saluta sorridendo appena risponde
«Zia! Mio Dio è passato un sacco di tempo»
«Quante volte ti ho detto che non devi nominare Dio?» si lamenta lei alzando gli occhi al cielo giocosamente «I disgraziati sono con te?»
«Mamma ti vogliamo bene anche noi!» dicono in coro i fratelli facendo ridere me e la donna

Mia zia non la vedo da cinque anni a causa della sua malattia e anche per i miei allenamenti e le gare che non mi permettono di andarla a trovare.
Zia Dana è la sorella maggiore di mio padre, quando io e i gemelli eravamo piccoli passavamo molto tempo a casa sua poi un giorno lei scoprì di avere una malattia rara e che poteva essere seguita da dottori qualificati in Canada e si trasferì con i figli e il marito, non la vedo da allora e mi manca un sacco.

«Mi hanno detto che ti sei fatta male in gara, che è successo?» mi chiede preoccupata
«Mentre stavo facendo un esercizio alle parallele mi sono cadute sulle gambe...» mormoro con il magone «Due mesi con il gesso e poi fisioterapia»
«Potrai..?»
«Mai più»

Rimaniamo tutti in silenzio per qualche istante, un silenzio imbarazzante perché loro non sanno se dirmi che gli dispiace o se non dire niente per non farmi pesare questa cosa e da una parte lo apprezzo.

«Daniel è lì?» mi chiede la donna dall'altra parte dello schermo
«Cerca pure di comportarsi da padre» borbotto arrabbiata «Che si fotta»
«Ivy!» mi riprende guardandomi male «È pur sempre tuo padre»
«Si è comportato da padre negli ultimi anni? Si, ma con la figlia della sua compagna non con me e i gemelli!»

«Saranno due anni che prova a chiamarti» cerca di difenderlo ma invano, io lui non lo perdonerò mai «Sei sua figlia e vuole rimediare a ciò che ha fatto»
«Rimediare? Vuole rimediare a quando l'ho beccato con quell'altra in casa nostra? Vuole rimediare a quello?!» urlo facendo sussultare i miei cugini per lo spavento «Non lo perdonerò, non succederà»

«Noi non lo sapevamo» mormora Nathan con stupore e gli occhi spalancati

«Ragazzi..» ci richiama la donna dall'altra parte dello schermo con un sorriso triste sulle labbra «Io ora devo riposare, mi sento un po' stanca» si sentono delle voci oltre alla sua ma non si capisce molto di ciò che dicono, forse sarà perché non sta riposando chissà «Vi voglio bene, ricordatelo... Ci sentiamo presto»

E senza darci il tempo di dire qualcosa chiude la videochiamata.

«Scusate se vi interrompo ma vorrei parlare da sola con Ivy»

Katie spalanca la porta per entrare e dopo che i fratelli mi hanno salutata se ne vanno chiudendo la porta dietro di loro.
La donna prende una sedia e la mette vicino al letto per poi sedercisi sopra poggiando sulle gambe una cartelletta blu con sopra un'etichetta dove c'è scritto il mio nome.

«Ti salutano tutti» inizia mentre si guarda intorno «Comunque non sono venuta qui per dirti questo ma per altro»
«C'è qualche problema?»
«La Federazione sta indagando su quello che ti è successo perché non è essere stato un'incidente»

Qualcuno voleva farmi del male di proposito?

«Per il momento non mi è stato detto nulla ma appena saprò qualcosa te lo dirò» mi promette stringendomi una mano «Domani ripasserò con delle persone che vorrebbero conoscerti»
«Chi?» chiedo confusa e incuriosita allo stesso tempo, chi mai vorrebbe conoscermi in questo stato? Nessun talent scout, questo è poco ma sicuro.
«UCLA ti dice qualcosa?»

«Ma sei seria?!» esclamo forse a voce troppo alta ma ehi, stiamo parlando della UCLA! «Perché vogliono conoscermi?»
«Questo non mi è stato detto ma lo sapremo entrambe domani, sempre se tu vorrai»
«Ma stiamo scherzando?» le chiedo «Si, voglio»

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