27 • GESSY E THOMAS. ( la sig . Monica in prima persona )

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-Monica-

Ormai non conto più le volte che mi chiamano dall'accademia per i disastri che combina Thomas, non ne posso più e comincio pentirmi di aver voluto aiutare il mio figliastro, ma sono consapevole che quello che fa non è per colpa sua, ha bisogno di aiuto però anche lui deve venirmi incontro questa volta altrimenti è l'ultima possibilità che gli offro.

Mi avvicino alla porta dell'ufficio del rettore e sospiro prima di bussare, perché so già che non sono buone notizie.

«Buongiorno Rettore».

«Buongiorno signora Rinaldi mi dispiace disturbarla per l'ennesima volta immagino i suoi impegni, ma purtroppo Thomas ci dà grossi problemi in istituto e siamo vicini all'espulsione».
«Addirittura l'espulsione! Ma nelle materie scolastiche va bene, non trovo insufficienze! Thomas è molto intelligente!»

«Si ha ragione e mi domando perché nel comportamento non è così!? Me lo può spiegare!? Fa a pugni come un teppista, è maleducato e astioso con tutti, ieri ha spaccato la faccia ad un ragazzo e a rotto una sedia, i professori lo beccano in bagno con ragazze a pomiciare, oppure ha fumare canne e più di una volta arriva ubriaco in aula sfottendo il professore e disturbando l'intera classe!»
Io mi scompongo dalla sedia per l'imbarazzo e cerco di tenere stretto il mio auto controllo, ma lo sento vacillare sotto i piedi.
«Signor Rettore so che Thomas ha un carattere irascibile e impulsivo dovuto al suo passato, la sua vita sbandata e piena di delusioni l'ha portato ad avere un carattere fuori controllo anche se è intelligente lui reagisce di impulso. Non voglio completamente difenderlo, merita una punizione ma la prego, no l'espulsione!»
Il rettore con autorità si schiarisce la voce.
«Thomas merita una punizione esemplare dice bene signora Rinaldi e può essere solo l'espulsione definitiva dall'accademia, perché ormai ho chiuso non un occhio ma due con questo ragazzo ed è solo perché è il suo figliastro e figlio di Antonio Rinaldi che ho pazientato così a lungo, se fosse stato un'altra persona sarebbe già fuori da questo istituto!»
Sospira il rettore appoggiandosi allo schienale della poltrona in maniera esausta, ma ritorna a fissarmi, «ma una soluzione ci sarebbe...
«... il Mister che segue la squadra di regata lo vuole assolutamente in squadra, afferma che con lui possiamo vincere il campionato e battere l'accademia di Venezia e sarebbe una grande opportunità per la nostra scuola, però come immaginavo Thomas si rifiuta categoricamente di far parte della squadra».
Sospira e mi fissa corrugando il sopracciglio.
«Insomma, una causa persa con questo ragazzo! Ma se lei riesce a convincere il suo figliastro ad andare agli allenamenti rivedrò la sua situazione critica!»

Io annuisco in silenzio amareggiata, mi alzo dalla sedia e stringo la mano al rettore e lo guardo fisso negli occhi.
«Thomas farà parte della squadra di regata glielo garantisco!»

Mi chiudo alle spalle la porta dell'ufficio del Rettore ed esco nel parco dell'accademia, approfitto di una panchina libera per sedermi e pensare.
È più di mezz'ora che ho gli occhi fissi al cielo in cerca di una soluzione per migliorare il carattere di Thomas e l'unica immagine che mi appare nei miei pensieri è Gessica, lei è la causa del peggioramento di Thomas da quando ha smesso di chiedermi di lei è diventato un'altra persona menefreghista con tutti, un ragazzo disinibito e volgare senza umiltà e cattivo soprattutto con sé stesso.

Gessica e Thomas si sono amati, non ne ho la certezza ma il mio intuito femminile mi fa pensare che il loro amore esiste. Dopo l'incidente di Gessica tutto è svanito e lei adesso sta con un altro ma ha bruschi risvegli, incubi che gli procurano una terribile ansia e Thomas sapendo che lei ha voltato pagina è diventato stronzo con tutti e tutte ed è proprio quello che vuole, essere odiato.

Sopraffatta dai pensieri non mi accorgo che Thomas è davanti a me, lo guardo solo quando con  disinvoltura mi fuma addosso e una nuvola di fumo invade il mio respiro e tossisco.
Insopportabile lo prenderei a schiaffi.

«Buongiorno Matrigna cara! Un'altra sgridata oggi dal rettore!?»
Mi guarda con aria strafottente.
Io scuoto la testa.
«Non fare tanto lo stronzo!»
«Anche le parolacce una first lady come lei!
Le hanno rovinato la giornata oggi!»
Riduco il mio sguardo a due fessure con rabbia.
«Tu me l'hai rovinata la giornata!»
Thomas alza le spalle con voce ironica.
« È ora che ti arrendi mammina! Io sono così e non cambierò per diventare un burattino per la tua bella famiglia del cazzo!»
Sospiro e cerco il mio auto controllo cercando di ovattate la sua voce provocatoria.
«Non fare lo spocchioso con me Thomas, ho appena parlato con il Rettore e ti vuole fuori da questa accademia all'istante!»
«Bene era ora!» Applaude soddisfatto con una risata goliardica e con voce stucchevole si congeda da me.
«Prendo le mie cose ci metto un secondo.
A proposito First Lady, mi ridai la mia barca e ti saluto matrigna cara, come non ci fossimo mai conosciuti e sparisco dalla tua vita per sempre!»
Fa per andarsene gongolando, ma io lo prendo per il braccio energicamente.
«Tu non vai da nessuna parte devi finire gli studi hai capito! L'unico modo per farti rimanere e far parte della squadra di regata!»
«Mai! Lasciami il braccio stronza!»
Si divincola facilmente dalla mia presa e con la sua forza quasi mi fa cadere dalla panchina ma alle mie parole pungenti si blocca all'istante.
«Se rivuoi vedere la tua barca devi accettare altrimenti giuro che la brucio e non la rivedrai mai più!»
Lo guardo con un sorriso tirato e minaccioso.

Thomas riduce gli occhi a due fessure, vedo odio e disprezzo ed è pronto ad esplodere ma è proprio in questo momento che con cattiveria lo colpisco dove fa più male e la sua reazione mi fa capire tutto.
Mi alzo sputo la mia sentenza puntandogli il dito nel petto e guardandolo con lo stesso suo disprezzo.
«Io ti ho conosciuto dopo la famosa rissa dove Gessica è andata in coma per colpa tua da come dicono. Senza esitare sei passato dal riformatorio a qui. Ma non passava un giorno che non mi chiedessi come stava quella ragazza. Eri un ragazzo diverso altruista, premuroso e non ti vedevo per niente violento. Adesso sei diventato uno stronzo ribelle del cazzo!! Perché?! Cosa c'è che brucia in te, cos'è quel veleno che ti corrode dentro e fuori!»
Mentre infliggo le mie parole come lame nel cuore di Thomas mi balena in testa una probabile soluzione per far cambiare gli avvenimenti medesimi.

Thomas resta attonito quasi senza respiro. L'ho ferito nel profondo e dal suo sguardo capisco ancora quanto la ama e per la prima volta non controbatte alle mie crude parole, gli prendo il braccio sicura di me.
«Tu adesso vieni con me!»

Dopo mezz'ora di silenzio, nel tragitto.

«Dove cazzo mi stai portando?!»
«Fra un pò lo vedrai!»
«Non sono stupido stiamo andando a Venezia! Perchè?!»

Io non rispondo ....

Thomas sotto voce come se non lo sentissi.

«Cazzo che troia!»

Mi guarda, io lo fulmino all'istante con gli occhi e gli rivolgo il più garbato sorriso da vaffanculo.
Sperava che insultandomi lo mollassi in qualche canale ma invece si sbaglia di grosso io non mollo.

«Siamo arrivati, devi salire le scale e andare al primo piano c'è una sala d'attesa, aspetta che la dottoressa ti chiami. Siamo intesi!»

Thomas nel mentre legge l'insegna fuori dalla porta e si piega in due dalle risate.
«Ma non ci posso credere mi mandi da una strizza cervelli ma tu sei fuori! Ne hai bisogno tu non io!»

Io non faccio una piega lo guardo seria e con una certa ansia, perché so cosa si presenterà ai suoi occhi non appena salirà quelle scale.

«Sali e comportati bene, anzi no!»
Lo sguardo speranzosa.
«Come te stesso! Se ti ricordi ancora come sei veramente! Buona fortuna!»

Thomas resta perplesso alle mie parole ma con aria beffarda corruga il viso e si stiracchia e torna al suo fare menefreghista.

«Ok mi farò una dormita in questo cazzo si studio!»

Lo vedo salire, sorrido da sola guardandolo avvicinarsi alla porta ...
"Vediamo quanto dormirai?!"

Nel mentre chiamo la mia amica psicologa e gli spiego la situazione.
Lei mi risponde semplicemente.
«Monica lascia fare a me!»

...Tanti auguri Thomas....i miei pensieri se la ridono.

Niente Nulla NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora