39 • HO FATTO UN CASINO

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Katia con gli occhi lucidi d'istinto mi abbraccia forte, mi lascio cadere tra le sue braccia  come una bambola di pezza, sento il suo cuore accelerato in contrasto con il mio che di battiti non ne ha più.
Restiamo avvinghiate e immobili ad occhi chiusi per non so definire quanto, ma rompo questo silenzio paradossale chiedendole di restare sola, perché io la odio e starle vicino mi fa ribrezzo. 

«Ok va bene, ma non  scapperai vero!» Katia mi guarda fissa e penetrante negli occhi.
«No» rispondo con un filo di voce sedendomi sul letto.
«Gessica non mi puoi mollare proprio adesso abbiamo delle responsabilità a Seattle diamo lavoro a tante famiglie e noi  insieme saremo il futuro dell'azienda, una grande squadra io, te e Michael. Avrai il meglio della vita te lo prometto».

...ma non qui e non con Thomas....  Penso in silenzio affranta e pesante come  se un macigno mi stesse schiacciando.

Io non riesco a parlare mi escono solo lacrime silenziose di una amara consapevolezza che mi porterà solo a una decisione obbligata, ritornate a Seattle e lasciare Venezia.

Non c'è via di fuga, o meglio ci sarebbe, ma se rinuncio al volere del testamento ne perderebbero tutti per colpa mia. 

E così la grande donna di successo Amanda, falsa e ipocrita, vince ancora pilotando con un pezzo di carta anche la mia vita come ha fatto con la mia vera madre.
Stronza, quanto la odio.....

Stringo le mani a pugno e le nocche diventano bianche dalla forza che ci metto, sento penetrare le mie unghie nel palmo della mano, sono talmente nervosa che non riesco più a battere ciglio.

Katia mi guarda preoccupata e mi scuote «Gessica ti prego parla di qualcosa!»
Io resto in silenzio e lei continua, continua a blaterare parole che non capisco.

«Stai pensando che devi abbandonare gli studi, i tuoi amici e quel tipo di cui ti sei innamorata?
Mi dispiace, ma adesso capisci perché ero così tesa e angosciata».

Io guardo il pavimento, la voce di Katia mi assilla come un suono acustico assordante.

«Ok, non mi sopporti più, non rispondi e sei sfinita. Ti lascio riposare io sono giù nella Hall dell'Hotel e aspetto Michael che è andato in laguna a pesca con David».


...a pesca con David?! Insieme come se fossero amici da sempre? Che assurdità ! Penso tra me e costringo il mio volto ad una smorfia schifata immaginando due idioti che se la ridono a pesca mentre nello stesso momento mi è caduto il Mondo addosso...

Sento la porta chiudersi, mi guardo attorno, sono sola, Katia se ne è andata finalmente.

Prendo con nervosismo il cellulare guardo, nessun messaggio. Frugo nella borsa, prendo una dose massiccia di  gocce per dormire prescritte dalla dottoressa, mi sdraio nel letto così come sono, chiudo gli occhi nella speranza di svegliarmi e non trovarmi qui.

                                                                                     •*•*•*•

...."drinn drinn...."
Il suono  fastidioso di un telefono fisso mi entra nelle orecchie rompendo il silenzio, ma mi fa capire che l'incubo è reale, sono in una stanza d'Hotel ed è tutto vero quello che è successo. Una lacrima involontaria mi riga il viso, il mio povero cuore sta soffrendo ancora.

Mi giro a rilento verso il comodino, leggo ore 18:00 nell'orologio digitale e con voce attonita rispondo al telefono

«Si»

«Gessica!»

«Che vuoi Katia» 


«Direi che è ora della doccia, su dai svegliati, ti aspetto giù per la cena, abbiamo degli ospiti»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2021 ⏰

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