Capitolo 9

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"Adrian... Cara... Sai chi sono?!"

Sapevo chi fosse e volevo rispondere "NO E NON VOGLIO NEMMENO INDOVINARE".

"So chi sei..."

"Tesoro volevo sentirti..."

"Non chiamarmi tesoro, ti prego..."

"Adrian, non fare come se non fossi tua zia."

Si gente.... Era mia zia al telefono... Si, proprio quella zia...

"Cosa vuoi che ti dica!?"

"Ciao zia! Stai bene o... hai bisogno di qualcosa!? È questo che vorrei sentirmi dire..."

"Non ho intenzione di dirlo..."

"Adrian... Siamo partite molto male... Ma ti prego... Sei importante per me..."

Mia zia non è sposata e non ha figli.

È la sorella di mio padre e oltre a loro due c'è un'altra sorella col quale abbiamo buoni rapporti...

"Che dovrei fare?"

"Dammi una chance..."

"Zia, te ne ho date parecchie..."

"Oggi pomeriggio saró a Londra, ci possiamo vedere da Starbucks alle 16.00?"

Non volevo incontrarla... Dopo quasi 4 anni... Lei non sa che inferno ho passato...

"Adrian? Ci sei?"

"Va bene, verrò..."

Chiusi la chiamata velocemente per poi scoppiare a piangere.

Piangere fa sfogare ma per me era come liberarsi di un peso sul cuore...

Dopo circa 20 minuti i miei arrivarono e mi trovarono uno straccio...

"Tesoro posso entrare?" era mia madre che parlava davanti lo stipite della porta e io facendole segno la feci accomodare accanto a me nel letto...

"Che è successo?"

"Ha chiamato..."

"Chi?"

"Sai chi, mamma.."

"Tua zia..."

Si fece seria.

"Che ti ha detto?"

"Che vuole vedermi... Per parlare... Sarà a Londra questo pomeriggio..."

"Tu non andrai.." disse seria

"Io invece andrò e vedrò cosa vuole..."

"Ok tesoro, ma stai attenta... Molto attenta..."

Erano le 15.30 e stavo aspettando alla fermata del bus per andare dritta da Starbucks...

Arrivata lì davanti vidi una donna sui 50 seduta in un tavolino tutta sola con una bandana color blu notte sui capelli di un biondo ormai scolorito...

Mi avvicinai e il suo sguardo era cupo mentre girava la cannuccia nel suo frullato...

"Ti avevo detto che sarei venuta..." dissi seria, sedendomi nella sedia di fronte a lei

Il suo sguardo si illuminó vedendomi e un piccolo sorriso si accese nel suo viso...

"Grazie di essere venuta... Sei cresciuta e sei più bella..."

"Grazie... Cosa vuoi?"

Il sorriso scomparve e uno sguardo triste le coprì il volto.

"Mi dispiace..."

"Per esserti comportata come se mio nonno fosse solo tuo? No, grazie. Questo lo sapevo già..."

"Tuo nonno viveva con me...."

"Sei stata tu a voler litigare per un discorso di merda!" dissi alzando un po' la voce

"E io che pensavo di poter parlare con te con un atteggiamento diverso"

"Quale atteggiamento? Quello di essere zia e nipote amorevoli?"

"Esatto..."

"Io non ho visto mio nonno prima che morisse nel sonno vicino a te!" dissi con le lacrime agli occhi

"E ti sembra che per me sia stato facile!?"

"No ma per me lo è stato di più! Io tenevo a lui!" dissi quasi urlando e vedendo qualche sguardo puntato verso di me

"Ti prego non urlare..."

"Succede qualcosa qui?"

Non mi ero resa conto che a parlare era stato... Bill?

"Bill che ci fai qui?"

"Ti ho seguita..." disse arrossendo

"Chi è questo giovane ragazzo?" chiese mia zia sorridendo e porgendogli la mano

"Piacere signora, sono Bill Porter"

"Ora è meglio che andiamo Bill..." dissi prendendolo per un braccio e trascinandolo

"Ci rivedremo?" chiese mia zia con occhi da cerbiatto

"Ci penserò..." dissi andandomene

Non ero sicura di volerla rivedere...

Continua❤️ grazie per aver letto❤️ condividete

Se solo tu potessi vedermiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora