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Brian's PoV

"Direi che abbiamo finito... sono già le sette, cazzo" sbotta Freddie di colpo.

Ci siamo un po' persi tra titoli di canzoni, arpeggi e pezzi canticchiati fra di noi, e non ci siamo accorti del tempo che è passato in fretta.

John annuisce, alzandosi e riponendo il basso nella sua custodia. "Passo per la mia camera a mettere a posto il basso... ci vediamo a cena, ragazzi" ci saluta prima di uscire.

Freddie fa per prendere un braccio di Roger e portarlo nella loro Casa quando il biondo si ferma e scuote la testa. "Vai pure, ti raggiungo dopo, io... devo mettere a posto alcuni libri" dice guardandolo negli occhi.

Il moro annuisce, e l'occhiata che si scambiano mi fa pensare che ci sia qualcos'altro sotto. Non mi faccio troppe domande ed io e Roger restiamo da soli. Soltanto il suono dei passi di Freddie rompe il silenzio, e quando essi spariscono su di noi cade un'atmosfera tesa, quasi opprimente.

Lo guardo e mi stupisco dell'espressione sperduta che ha sul viso: i capelli biondi gli ricadono sulle spalle in un modo disordinato, gli occhi azzurri continuano a posarsi sugli oggetti più disparati, saettando da un punto all'altro della biblioteca e senza soffermarsi mai su di me. Le labbra sono tirate, quasi come se volesse formulare una frase che però non vuole saperne di uscire dalla sua bocca.

Mi alzo ed inizio a mettere a posto la chitarra, in attesa che lui parli e mi spieghi il motivo per il quale siamo soli in biblioteca.

Chiudo in silenzio la custodia contenente il mio strumento e lentamente mi alzo, rimanendo in piedi davanti alla figura del biondo. Il silenzio continua a regnare su di noi e quando penso che attenderemo fino all'orario di cena senza dire una sola parola la sua voce spezza la quiete, facendomi sobbalzare.

"Io... ecco, io ti avevo chiesto di venire qua per le 2 e 30, ma poi..." inizia a dire, mormorando.

Io lo interrompo con un sorriso, distogliendo l'attenzione dalle mie mani che stanno trafficando per chiudere la custodia. "Tranquillo, non fa niente" lo tranquillizzo.

Cerco di nascondere il fatto di esserci rimasto male nell'aspettarlo per mezz'ora senza vederlo arrivare, ma trovarlo qua di fronte a me che si scusa mi fa semplicemente pensare a quanto sia incredibilmente irresistibile. Scrollo la testa, fallendo nel tentativo di dimenticare questi pensieri, e maledico in silenzio David per avermi ignorato prima, durante il pranzo, quando ho cercato di parlargli di Roger.

"Seriamente, so che ti avevo detto di venire qua prima e mi sento una merda nel non avere rispettato questo mio impegno... insomma, tu avresti potuto fare qualcosa di più interessante durante quella mezz'ora ed invece sei stato costretto a startene qua davanti per aspettare il mio arrivo che è avvenuto incredibilmente in ritardo, e poi io..." inizia accelerando piano piano il ritmo della sua voce, fino a quando le parole non si mescolano quasi le une con le altre.

Mi alzo in piedi e gli poso un dito sulle labbra per farlo tacere. Lui trasalisce ed io sussulto nel rendermi conto di quanta intimità sia sottintesa da questo semplice gesto, eppure non mi muovo, godendomi la morbidezza della carne sotto il mio polpastrello.

"Non fa niente, Rog. Veramente, non sono offeso né ti odio... capisco che tu possa avere avuto un contrattempo. E no, non avevo nulla di meglio da fare se non aspettarti" rispondo.

Lui si rilassa leggermente e nei suoi occhi riprende a scintillare una luce di felicità e spensieratezza, tipiche della sua espressione.

"Andiamo a cena?" Chiedo dopo qualche minuto di silenzio, ma lui contrariamente a quanto mi aspettassi non annuisce.

𝐡𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬' 𝐪𝐮𝐞𝐞𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora