Capitolo 3 (1.2)

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John's PoV

Odio stare al centro dell'attenzione. Ho sempre amato stare in camera mia, schivo, a suonare il mio basso mentre nelle stanze a fianco i miei genitori parlano.

Questo non è un comportamento da persone senza sentimenti o menefreghiste: semplicemente, lascio che ad essere i protagonisti della scena siano altri.

È per questo che, quando mi era arrivata la lettera di Hogwarts, ero molto turbato. Certamente non mi aspettavo di ricevere una simile proposta: della magia non ne sapevo nulla, credevo fosse semplicemente un'invenzione per i bambini, e scoprire di possedere dei poteri mi aveva lasciato abbastanza stupito. Eppure la difficoltà maggiore era stata sopportare le continue attenzioni da parte dei miei genitori, soprattutto ricevute da mia madre.

Non ero a conoscenza delle origini magiche della sua famiglia, non mi ero mai domandato se lei fosse normale come tutti quelli che mi circondavano, eppure all'arrivo del gufo lei si era rivelata una perfetta strega, sempre pronta a fare un incantesimo appena se ne presentasse l'occasione.

Credo che le mancasse potere usare la magia, e la comprendo per il suo improvviso comportamento, ma né io né mio padre riuscivamo a sopportare quella situazione.

Lui invece, contrariamente alla mamma, non si era rivelato altro che un uomo innamorato della sua donna. Un babbano come tanti altri, in fondo, e come quello che credevo di essere io prima.

La mamma era molto fiera di me, e per tutta la settimana seguente all'arrivo della lettera sono stato costretto a passare tutto il mio tempo libero insieme a lei, per parlare della mia vita che sarebbe cambiata radicalmente con l'apprendimento della magia. Non che mi dispiacesse passare del tempo con lei e mio padre, però la mia vita fino a quel momento era sempre stata abbastanza riservata, e la mia quotidianità era stata turbata dalla scuola di Hogwarts.

Anche se mancavano tre mesi all'inizio degli studi la mamma si era preoccupata di procurarmi i libri di testo e tutto l'occorrente per le lezioni.

Sembrava più ansiosa di me al pensiero che avrei frequentato Hogwarts, perciò mi aveva spiegato per filo e per segno tutto quello che avrei dovuto sapere riguardo al sistema vigente nella scuola. I ragazzi, da quanto ho capito, verranno smistati in quattro casate, Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero, ognuna delle quali presenta delle caratteristiche ben distinte l'una dalle altre.

La mamma, come avevo capito sin dal momento nel quale mi aveva menzionato le casate, era una Corvonero: precisa ed ordinata in tutto, amava scoprire cose nuove ed eccellere nello studio. Sapeva moltissime cose riguardanti la storia del castello, lo svolgimento delle lezioni e delle diverse attività, ed io sorridevo mentre me ne parlava perché per la prima volta la vedevo interessata completamente di una cosa che mi riguardasse.

Mi aveva portato a Diagon Alley appena tre giorni dopo l'apertura della fatidica lettera, e quindi mi ero ritrovato, abbastanza confuso e con centinaia di domande nella testa, trascinato da un negozio all'altro insieme a mio padre, vagamente più consapevole di quello che stava succedendo.

Non nego di essermi divertito durante l'acquisto della mia bacchetta e di avere fatto fatica a reprimere le risate nella lettura dei titoli di alcuni dei libri di testo, però credo di essermi perso l'atmosfera che si sarebbe trovata più avanti, con ragazzi della mia età affaccendati a comprare le proprie cose.

Arrivato a casa mi è piaciuto leggere i libri da me appena comprati, mi sono appassionato di Storia della magia e bramavo di saperne di più, eppure non sentivo quella passione che sono certo animasse le vene di mia madre quando era ragazza.

Avevo imparato diversi incantesimi, almeno nella teoria, e mi divertivo nel vedere mia madre metterli in pratica. Era diventato come un gioco per noi: ci recavamo in sala da pranzo ed io le indicavo un incantesimo che lei passava immediatamente a replicare.

𝐡𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬' 𝐪𝐮𝐞𝐞𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora