52.

84 11 30
                                    

Roger's PoV

Quando mi sveglio, Brian non c'è, ed alzandomi noto un biglietto. Porta la sua firma, ed io vado in Sala Comune per stare un po' con lui. Tra due ore mangeremo, ma per ora possiamo parlare senza nessuno a disturbarci.

Lo trovo a fianco di Mick, seduti su due sedie vicino al tavolo, a giocare a carte. Lui mi dà le spalle, ed io mi avvicino, silenziosamente, per poi farlo sobbalzare quando lo tocco all'improvviso.

Entrambi ridono, ed io sorrido nel vederlo felice. Prendo una sedia e mi metto vicino a lui, guardandoli giocare. "Avete legato, vedo.", commento, osservandoli ridere e scherzare come non avevano mai fatto prima insieme.

"Diciamo di sì.", risponde Brian, con uno sguardo enigmatico.

Penso che non lo riuscirò mai a comprendere completamente, e rimango a guardarlo, incantato. I capelli di Brian, sempre così ordinati, gli cadono delicatamente sulle spalle, ed i suoi occhi castani sono impegnati ad osservare le carte che ha in mano, concentrato.

Sembra che non sappia cosa fare, ed io sorrido nel notare delle carte che lui sembra non avere visto. Mi avvicino a lui, indicandogli due re, muovendoli ed avvicinandoli ad un altro che aveva dietro ad un'altra carta. Mi guarda, ridacchiando e dandosi sicuramente dell'idiota.

Mette sul tavolo il tris e scarta l'ultima carta rimasta, urlando: "Ho vinto!". Sembra felice, ed io non posso fare a meno di guardarlo.

Mick sbuffa, alzando gli occhi al cielo. "Stupido gioco babbano...", mormora.

Io sorrido, appoggiandomi contro lo schienale della sedia. "Non sapevi giocare a scala quaranta? Seriamente?", gli chiedo.

Il castano scuote la testa. "No, non avevo mai giocato, prima.", dice, mesto. "Ma devo ammettere che è divertente."

Annuisco, completamente d'accordo con lui. "La penso anche io come te. Se poi Brian sapesse giocare sarebbe meglio, però...", mi lamento, stuzzicando il mio ragazzo, che prontamente mi rifila una gomitata.

Rido, dandogli un bacio sulla guancia, e lui sembra dimenticarsi di essere offeso con me quando lo faccio. "Venduto...", sussurra, prendendomi il mento fra le mani e baciandomi sulle labbra.

Mi chiedo sempre come faccia ad essere così dolce con me: mi dedica mille attenzioni, come in questo momento. Con le mani mi accarezza le spalle, e mi tira ancora di più verso di sé, facendo scontrare i nostri petti. Mi alzo dalla sedia, senza interrompere il bacio, e mi siedo su di lui, continuando a giocare con le sue labbra.

Entrambi ci siamo praticamente dimenticati della presenza di Mick, che ci osserva prima di dire, ridendo: "È tutto incredibilmente dolce, qua... ma per piacere, vi staccate per un attimo?", ci implora quasi.

Noi obbediamo, ma io non mi alzo, girando leggermente la testa verso il castano. "Non so se te ne sei accorto, ma hai interrotto un momento abbastanza intimo.", gli faccio notare con una smorfia.

Lui alza le spalle, noncurante. "Quel che è fatto è fatto... in ogni caso, ragazzi, staremo insieme per tre settimane. Che ne dite di conoscerci un po' meglio?", chiede, con un sorriso.

Sbuffo, ma prima di potere replicare il riccio annuisce. "Va bene.", acconsente.

"Che cosa intendi con conoscerci meglio? Non dovremo sederci in cerchio e sussurrarci all'orecchio i segreti come tre ragazzine ciclate, vero?", gli chiedo, perplesso.

Mick ridacchia. "Faremo ancora meglio: giocheremo ad obbligo o verità, biondo."

Freddie's PoV

𝐡𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬' 𝐪𝐮𝐞𝐞𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora