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David's PoV

La ragazza di fianco a me - si chiama Emma, da ciò che ha detto Piton - mi sta guardando con un'espressione strana, quasi indecifrabile.

Mi giro completamente verso di lei, mettendo in collegamento i nostri sguardi, e passa un attimo prima che io riesca a leggere le sue emozioni.

Provo confusione, un senso di disorientamento che mai ho provato così forte dentro di me. Questo ragazzo, David, si è trovato al mio fianco ed ha flirtato con me, facendomi sentire desiderata... non era semplicemente la spiegazione di un incantesimo, l'elettricità era ben presente nell'aria, ne sono sicura. Ed ora mi sta guardando con quegli occhi così magnetici ed attraenti, strani ma allo stesso tempo affascinanti. Sono confusa, molto confusa, perché mai mi sono trovata vicina ad un ragazzo così bello...

Ridacchio leggermente, cercando di non farmi sentire da Emma e sentendomi stranamente orgoglioso di fare questo effetto alla bionda. Certo, Freddie è il mio ragazzo, e per nulla al mondo preferirei qualcuno a lui, e c'è anche il problema che Emma questo piccolo dettaglio non lo conosce.

Poco male, mi posso divertire e parlare con lei, qualche volta penso, pentendomene e rimproverandomi immediatamente.

Cerco di uscire dalla sua mente, in modo tale da non invadere la sua privacy, ma prima di riuscirci vengo risucchiato in un'altra immagine, che è come se mi stesse attraendo a lei senza darmi la possibilità di scegliere.

"Emma, com'è andata con Brian, oggi?" le chiede un signore.

Questa è una visione diversa da quella che solitamente vivo nella mente degli altri. È come se fossi esterno, uno sconosciuto, e non riesco ad immedesimarmi in Emma. Questo mi turba, anche perché non sono stato io a decidere di continuare a leggerla. Eppure mi rendo conto che, probabilmente, è stato il mio istinto a guidarmi qua, e non posso interrompermi ora.

"Siamo usciti insieme da scuola, ma sembrava... beh, pareva distante." risponde lei. La sua figura è più giovane, porta dei capelli molto più lunghi di adesso e curati molto di meno.

"Piccola, non devi preoccuparti" le replica lui con un sorriso sulle labbra. Mi sembra di conoscerlo, eppure non riesco, per quanto io mi sforzi, a collegare il suo volto ad una delle mie conoscenze.

"Ho paura che lui lo sappia, papà".

Ecco chi è: il padre di Emma, il signor Diggory... il nome mi è familiare, ma provo ancora quel senso di impotenza che mi impedisce di capire qualcosa di più in questa storia. Sento una sorta di inadeguatezza, sono in uno stato di confusione che mi lascia l'amaro in bocca, come se sapessi che tutto questo non è normale.

"Non potrebbe mai saperlo, Emma. Ascoltami: lui non riuscirebbe a scoprire che tu sei una strega. E tutto deve rimanere così, fino ad Hogwarts."

"Hogwarts?" chiede lei, interdetta. "Lui non è... o sì?"

"Lo saprai presto, Emma. Devi entrare in quella scuola, tra i Tassorosso. Sarai un'innocente studentessa nata babbana che sa poco della magia. Fino a che..." inizia lui, aspettando che la bionda continui.

"Fino a che non sarà il momento" replica lei, con una punta di sdegno e ribellione. "Fino a quando non saprò chi è l'erede degli Stardust".

Stardust... questo nome, così come il volto dell'uomo, mi è sinistramente conosciuto. Ma non riesco a pensare, a collegare il tutto, l'unica cosa che poso fare è osservare.

"Esattamente" termina lui, con un ghigno sulle labbra.

Questa sua espressione mi provoca un senso di profondo gelo, la paura percorre le mie ossa e mi cattura l'anima. L'uomo, di scatto, si gira verso di me, come se riuscisse a vedermi con i suoi occhi di ghiaccio. Un brivido mi percorre la schiena prima di riuscire ad uscire definitivamente dalla mente di Emma.

𝐡𝐨𝐠𝐰𝐚𝐫𝐭𝐬' 𝐪𝐮𝐞𝐞𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora