4.

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Com'è è dolce la notte nella sua tranquillità e nella sua aria fredda? Passai la notte lì, seduta su quella roccia a ripensare ad ogni fallimento fatto nella mia vita.
Mi sentivo così in colpa verso mio padre, dalla sua morte ancora non ero riuscita a trovare una prova, anche piccola, che potesse dimostrare il coinvolgimento dei
marneyns nella sua morte, solo noi del branco sapevamo la verità ma non avevo prove per dimostrarla.
Mi svegliai di colpo,il cielo iniziava a emettere suoni violenti e colorarsi di un grigio scuro ,mentre nell'aria si iniziava a sentire l'odore di una tempesta.
Mi trasformai subito e cercai di raggiungere il più velocemente possibile casa mia, che in quel momento era parecchio lontana.

<<Ma che fine avevi fatto? Sono ore che busso alla porta, pensavo che ti avessero presa. >> disse Antony estremamente preoccupato.
<<Oh nono, ero andata al quick lake e mi ci sono addormentata, mi sono messa a pensare e ho perso la condizione del tempo. Come mai sei qui? Hai bisogno di qualcosa?>>
<<Volevo solo dirti di pranzare insieme, a cosa pensavi? >>
<<A tutta la situazione in generale,sento che sto deludendo mio padre.. >>
<<Sofia ti prego non dirlo nemmeno per scherzo, i marneyns non sono persone facili da scovare, sono furbi e sanno coprire le loro tracce.
Tuo padre, ovunque esso sia, è fiero di te e di ciò che stai diventando e lo sono anche io. >>
<<Ti voglio bene. >>
<<Te ne voglio anche io, ma andiamo a mangiare adesso? >>
<<Certo che andiamo, al solito posto giusto? >>
<<Al solito posto. >>

Nella strada di ritorno a casa incontrai Hero, mi sembrava quasi mi stesse perseguitando, dal momento che, ogni passo che facevo me lo ritrovavo sempre accanto.
<<Ma guarda chi c'è! >>esclamò,non appena mi vide.
<<Avevo ragione quando ti ho detto che mi perseguiti, sei ovunque. >> replicai, seccata.
<<Beh si abito da queste parti. >> disse con sarcasmo, facendomi l'occhiolino.
Quanto potevo odiarlo su una scala da 1 a 10? No non esistono scale grandi abbastanza da sopportare il mio odio per lui, pensai.
<<Non è vero, lo sappiamo entrambi che non abiti da queste parti. >>
<<Allora si dia il caso che non riesco a starti lontano. >>
<<Sparisci per favore.>>
<<Sei nervosetta oggi? Mi piace.>>
<<No, è solo che quando ci sei non riesco a trattenere la voglia di ucciderti. >>
<<Wow wow, anche aggressiva sei diventata, adoro questa nuova versione di te. >>

Mi baciò susul collo e cercò di avvicinarsi a me, io per allontanarlo lo graffiai sul viso, lasciandogli una ferita profonda.
<<Te lo ripeto di nuovo, stai alla larga da me e spero che quella ferita te lo possa ricordare ogni giorno. >>
<<Non finisce qua. >> rispose, in tono rabbioso.
Probabilmente avevo appena messo fine alla mia vita.
Non era per il fatto che l'avessi rifiutato, ma era per la ferita che gli avevo appena inflitto sul suo viso.
Se uno di loro veniva ferito automaticamente veniva ferito tutto il branco e senza dar conto alle circostanze dell'accaduto, che fosse stato incidente o meno,partivano insieme per difendere il compagno ferito.
Mi aspettava un'altra giornata lunga, che forse sarebbe potuta essere anche l'ultima.


Ciao a tutti, questa è la quarta parte della storia.
Anche questa volta, ci tenevo a ringraziarvi per le prime 109 letture della storia, davvero grazie di cuore, per me significa molto.
Mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensate di essa, magari lasciandomi un commento o anche votandola.
Vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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