38.

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L'odore del fumo mi svegliò di colpo.
Cosa stava succedendo e cosa erano tutte quelle urla?
Cercai di alzarmi dal letto con più calma possibile, non volevo svegliare Hero visto che stava ancora dormendo. Mi avvicinai cauta alla finestra e guardai da fuori di essa.
La scena che vidi mi lasciò immobilizzata per qualche secondo.
C'erano diverse persone a terra nude, tornate in forma umana dopo la trasformazione, altre che si attaccavano ed altre ancora che urlavano.
Riconobbi subito lo stemma dei maerneyns tatuato sul braccio di uno dei lupi attaccanti.
Merda.
Perché nessuno ci aveva avvertito dell'attacco? Ci avevano lasciati qui dentro a dormire, ci avevano escluso e pensavano forse di combattere anche per conto nostro?
Guardai meglio tra i lupi e cercai di intravedere James e non lo vidi. Decisi di chiamarlo e dopo diversi squilli rispose.

<<James ma cosa sta succedendo? Mi sono svegliata e sembra che sia scoppiata una guerra davanti casa mia. >>
<<Sofia cerca di stare il più tranquilla possibile, sto arrivando con tutto il resto del branco. Aspetta ad uscire di casa, non voglio che ti uccidano. >>
<<Ma quelle persone stanno morendo James, fanno parte anche loro del branco. Non posso starmene qui in casa senza far niente e a guardarli morire. >>
<<È quello che farai invece. >>
<<Ma James.. >>riattacò il telefono ancora prima che potessi finire di parlare.
Come poteva aspettarsi che sarei rimasta chiusa  in casa quando metà del mio branco stava morendo per salvarci? Non potevo starmene qui ferma a guardarli dalla finestra,non ci sarei riuscita.
Prima che potessi uscire di casa la mano di Hero mi fermò.
<<Dove pensi di andare? >> mi disse, mettendosi una maglietta.
<<Fuori, non posso restare qui. >>
<<Tu non vai da nessuna parte, resti qui con me.
Aspetta il segnale da James, per favore. >>
<<Tu sei d'accordo con lui? Ma come puoi?>>
<<Sofia lo so che adesso non riesci a capire, sei cresciuta con quelle persone e sei scossa, ma  devi ascoltarmi e per favore resta in casa. >>
<<D'accordo.>> sbuffai.
Il tempo sembrava non passare mai e l'attesa mi stava uccidendo.
Dalla finestra leggermente aperta, riuscivo a sentire le grida di dolore di ogni lupo che veniva ucciso.
Nel mio corpo sentivo che ogni volta che uno di loro morisse, un pezzo di me se ne andava via con loro.
Era strazziante.
Il mio dolore venne interrotto dallo squillo del telefono ed era James.
<<Uscite tra 5 minuti, com'è li la situazione?>>
<<Pessima, ne stanno morendo parecchi.
Ma perché non stanno attacando anche noi? Sanno che abitiamo qui. >>
<<No, non lo sanno. Pensano che da quando ci hanno minacciato abitiamo tutti nella sede. >>
<<Ah,questo è un bene. >>
<<Uscite, adesso! >> esclamò.

Guardai Hero per un istante e gli stampai un bacio sulle labbra, nella speranza che non fosse un bacio d'addio.
Entrambi ci trasformiamo e ci lanciamo verso i lupi più vicini che abbiamo.
Cominciarono ad arrivare gli altri e i maerneyns erano nettamente in inferiorità numerica, molti di loro erano stati uccisi e questo ci avrebbe dato un vantaggio.
Ogni grida che uscisse dalla bocca dei lupi rimbovava nell'aria, ogni dolore, ogni ferita, ogni lamento, era tutto moltiplicato per via dell'ego.
E faceva così tanto male.
Ne stavano morendo in tanti, in troppi, non sapevo per quanto tempo ancora avremmo potuto continuare. I maerneyns stavano avendo la meglio, di nuovo.
Non potevo permetterlo, ma non avevo più forza.
Avevo già lottato contro troppi lupi e il mio corpo iniziava a tremare per la stanchezza, così come quello degli altri.
Hero era a terra e ferito, sentivo il suo dolore invadermi il corpo e non potevo fare niente per aiutarlo, così come non potevo fare niente per James, per Pablo e persino per Kim.
Pensai a l'unica cosa che potesse darmi forza in questo momento, ovvero alle parole di mio padre.
"Tu sei forte Sofia, più di quanto tu possa credere.
Non perdere mai la speranza, nemmeno nei momenti più tetri. Trova la forza in te stessa ed affronta le tue paure. "
Diedi di nuovo un'occhiata a ciò che mi stava intorno, i miei amici erano a terra feriti, altri erano morti, non potevo permettere che i maerneyns ne uscissero vittoriosi. Non sta volta.
Presi coraggio e mi lanciai verso ogni lupo rimasto.
Non mi importava se sarei morta, dopo il mio attacco, volevo solo che la pagassero per tutto il male che ci avevano inflitto.
Sentivo le loro gambe tacere ad ogni mio morso, sentivo la loro pelle lacerarsi a contatto con i miei denti, sentivo la mia di pelle che bruciava per tutte le volte che veniva strappata, le mie zampe che chiedevano disperatamente di fermarsi, ma che riuscirono a farlo solo quando l'ultimo lupo era morto.

Li avevo uccisi tutti, non ne era rimasto neanche uno. Vedevo i loro corpi nudi e distrutti, e per quanto macabro potesse sembrare, era la scena più bella che avessi mai visto.
I miei occhi si spostarono subito su Hero, dal quale corsi immediatamente per dargli il mio aiuto.
<<Andrà tutto bene, è finita. >> gli sussurai, baciandolo sulle labbra.
<<Tu... Come... Stai? >> rispose, a parole spezzate.
<<Io sto bene, non pensare a me. >> e lo baciai di nuovo.
<<Sofia.. >> una mano si posò sulla mia spalla ed un brivido mi percorse la schiena
La voce era spezzata, distrutta, ma riuscì a riconoscere che era di James.
<<Dobbiamo portarli in sede, dobbiamo curarli e anche tu devi essere curata. >> disse, indicando la mia pelle estremamente lacerata.
<<Dobbiamo coprirli con qualcosa, non possiamo portarli in giro nudi, poi dobbiamo dare fuoco a questo posto. >>
<<Cosa??Ma è casa tua! >>
<<Lo so, ma non voglio più viverci, non dopo oggi.
Non dopo aver visto metà del mio branco massacrato davanti la mia veranda. >>
<<Oh.. Beh allora fai ciò che ti senti di fare. Io vado a prendere dei vestiti in casa, se posso. >>
<<Certo, ti accompagno. >>

Presimo i vestiti  e delle coperte, in modo da poter coprire i corpi nudi dei feriti.
La maggior parte di loro erano morti e per quelli ci sarebbe stato un funerale, svolto secondo la nostra tradizione.
Portammo i corpi in sede e James li portò nella sala infermieristica. Io tornai a casa con il solo scopo di darle fuoco.
Arrivai in veranda e guardai per un'ultima volta quel che era stata casa mia per anni.
Ripensai a tutti i ricordi che avevo fin dalla mia infanzia, a quando mio papà mi cucinava la bistecca perché dovevo crescere sana e forte, a quando Anthony e Kim venivano qui a giocare e poi ci restavano per giornate intere.
Pensare a loro mi aveva stretto il cuore,mi mancavano così tanto nonostante tutte le divergenze che ci fossero tra di noi.
I miei ricordi vennero interrotti da una voce.
Mi chiamava da lontano ed anche essa sembrava distrutta e spezzata, quasi come se avesse combattuto anche lei.
Si avvicinava sempre di più e non appena mi arrivò davanti sobbalzai.
Era Anthony.







Ciao a tutti, questa è la trentottesima parte della storia.
Spero tanto che possa piacervi e vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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