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Inziò a muoversi lentamente verso di me, dalle tasche nascoste tirò fuori le sue mani, erano sempre di color nero e viscide, con delle unghie a punta estremamente lunghe.
Volò per la stanza, poi  tornò sui piedi, poi volò di nuovo. Era impossibile da prendere, si muoveva con tale leggerezza da sembrare invisibile.
In questo momento avrei tanto voluto la spada,che sapeva regalarmi la stessa leggerezza.
Iniziai a togliermi i vestiti e lanciandomi a pesce mi trasformai.
Ricordai le parole di Quitjam<<Solo i denti aguzzi di un vero lupo possono ucciderlo.>>
Speravo con tutto il cuore che quelle parole fossero vere, altrimenti il nostro destino sarebbe stato segnato per sempre.
Il demone lasciò la stanza ed io iniziai a ringhiare con violenza.
Percorsi di nuovo tutto il percorso precedente, tentai di captare qualche odore diverso, qualche rumore, ma non sentivo niente.
Dove cavolo era andato?
<<Per me è così facile scomparire. >>
Continuò a volare per tutta la stanza per poi continuare a camminare avanti e indietro.
Studiai le sue mosse, se fossi stata abbastanza veloce sarei riuscita a morderlo non appena poggiava i "piedi " sul pavimento.
<<Ah tuo padre, come dev'essere deluso da te, fidanzata col nemico. Come puoi vivere sapendo che tuo padre sta soffrendo? Lui ti odia, hai rovinato il nome della tua famiglia. >>
Mio padre non avrebbe mai pensato questo di me, sapevo che voleva bene ad Hero e che non lo considerava un nemico.

Le sue parole non fecero altro che aumentate ancor di più la mia rabbia e la mia adrenalina.
Senza paura presi la rincorsa con più forza che potessi e mi ci lanciai contro, mordendolo su un braccio.
Non era ancora morto ma era molto più debole e più facile da uccidere.
Gli dieti un altro morso, poi un altro, ed un altro ancora. Arrivai al conto di 12 morsi ma il demone sembrava stare ancora bene.
Poi pensai una cosa,se ero l'unica in grado di distruggerlo e avevo 18 anni, forse avrei dovuto dargli 18 morsi? Non sapevo se fosse stupida come idea o meno ma decisi di tentare.
Arrivata al diciottesimo morso il demone inziò a tremare ed insieme ad esso la stanza.
Si sentì un urlo assordante e pieno di dolore che se fossi stata in forma umana, mi avrebbe uccisa. Il suo corpo scoppiò rilasciando nell'aria tanti frammenti che sembravano quasi dei coriandoli, ed una grande pozzanghera grigiastra.
Non riuscivo a credere a ciò che avessi appena fatto. Avevo ucciso un demone e senza mai essere addestrata a farlo.
Ero così fiera di me in questo momento.

Il mio primo pensiero fu di andare a trovare Quitjam, vista la morte del demone si sarebbe dovuto essere liberato.
Nel tragitto incontrai un altro capo anziano che mi guardò con gratitudine.
<<Ci hai salvati ragazza, ci hai salvati!>>esclamò più volte.
<<È stato un onore avere ruolo nella vostra salvezza, signore. >>
<<Stava andando via? >>
<<No, stavo cercando Quitjam,ho parlato lui con lui appena arrivata ma era intrappolato qui.>>
<<È impossibile signorina, non torna da giorni..>>
<<E dov'è andato? Io giuro di averci parlato poco fa. >>
<<Si fidi, era un diversivo. Sono giorni che non si fa vedere. Ha detto che andava in missione. >>
<<Non ha detto altro? Particolari su questa missione? >>
<<Zero.>>
<<Che strano, vado a cercarlo. >>
Nella mia testa rimbombava una sola cosa, forse troppo azzardata.
E se fosse stato proprio lui il demone? Guardo caso è stato l'unico a non essere portato via.
Tornai nella stanza vuota ed ebbi la conferma di ciò che che pensavo.
Quitjam era a terra circondato dalla sostanza grigia di prima, controllai il suo battito e sentì il silenzio più assoluto.
Era morto.

Chiamai subito l'altro capo anziano al quale non avevo chiesto ancora il nome.
<<Signore signore!>> urlai, nella speranza che guardasse nella mia direzione e mi sentisse.
<<Mi dica. >> rispose avvicinandosi sempre di più vero di me.
<<Quitjam è qui, è morto. Penso che il demone l'abbia posseduto e quando io l'ho ucciso deve averlo consumato. >>
<<Oh no, fratello mio caro. >> iniziò a piangere. Mi faceva star male vedere le condizioni in cui stava, alla fine era anche colpa mia se era morto, ma non ho potuto fare altrimenti.
<<Mi dispiace così tanto, signor? >>
<<Micjam.>>
<<Le mie più sentite condoglianze signor Micjam. >>
<<La ringrazio, per questo e per averci salvati. Ora sei libera di andare.>>
A quelle parole feci un salto di gioia.
Ero contenta di essere riuscita ad uccidere il demone, ma non vedevo l'ora di lasciare quel posto e tornamene a casa mia.
Nel tragitto di ritorno pensai più e più volte a ciò che il demone mi aveva detto.
E se veramente mio padre provasse odio per me? Se fosse deluso dal mio comportamento? Probabilmente questa domanda mi avrebbe torturata per sempre ma per il momento decisi di non dargli troppo peso, soprattutto dopo aver visto Hero davanti casa mia che mi aspettava a bracce aperte.


Ciao a tutti, questa è la diciannovesima parte della storia, spero tanto che possa piacervi.
Vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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