23.

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4.00
La sveglia non era mai suonata così presto, quella canzone che continuava a suonare di continuo, mi fece venire voglia di alzarmi e di rompere il mio orologio, ma decisi di non farlo e di malavoglia mi alzai dal letto.
Fuori era ancora buio e l'aria ancora fresca e profumata di rugiada.
Iniziai a prepararmi e a sistemare le ultime cose da aggiungere alla valigia, che controllai più e più volte.
Mi resi conto che fosse ancora presto e Kim non sarebbe arrivata prima di un'ora.
Lasciando tutto com'era decisi di farmi una passeggiata nella versione animale di me stessa. Uscì in veranda solo con l'intimo e mi lanciai a pesce, lasciando che ogni parte umana del corpo lasciasse spazio a quella animale.
Quanto mi era mancata questa sensazione, la velocità, sentire il vento accarezzare dolcemente il pelo, sentire la forza nelle zampe, avere la mente libera da tutto.
Pensai al fatto che l'ultima volta che mi ero trasformata l'avevo fatto per uccidere il demone. Sembrava essere passata una vita ed invece era passata solamente una settimana. La mia testa sembrava volesse rimuovere quel ricordo più di qualsiasi cosa.

<<Sofia ma che cavolo? >>
Mi girati di scatto ed era Kim, probabilmente si stava chiedendo cosa ci facessi nuda in veranda.
<<C'è anche Hero? Dovresti essere già pronta. >>
<<Nono, avevo deciso di farmi una passeggiata e mi sono trasformata. Tranquilla devo solo vestirmi. >>
<<Ti aspetto in macchina. >
Arrivammo finalmente all'aeroporto internazionale di San Francisco.
Presimo subito le nostre cose in modo da poter fare il check-in in tempo.
<<Sofia tu vai a fare il check-in, io vado a prendere qualcosa da mangiare. >>
Perché proprio io che non avevo mai preso un aereo? Cercai di capire da quale parte dovessi andare e decisi di fermare una signora per chiedere informazioni.
<<Mi scusi ma per il check-in dove devo andare? >>
<<C'è la signora li giù.>>
<<grazie mille.>>
Mi guardò in modo un pò strano ma non importava molto di quello che pensasse.
Andai dalla donna che mi aveva indicato e riuscì a fare tutto senza problemi.
L'altoparlante comunicava che il nostro aereo era appena arrivato ed io e Kim inziamo ad incamminarci verso di esso.

Presi posto seduta al finestrino, l'ho sempre voluto fare, fin da piccola e dopo una dura lotta con Kim tra chi doveva sedersi qui,ed io ebbi la vinta.
Guardare il cielo dall'aereo era qualcosa di stupendo. Sembrava che stessimo viaggiando tra la nuvole e ogni cosa vista da quell'altezza, sembrava tutto così piccolo e uguale. L'unica cosa che si distingueva erano l'acqua e l'erba.
Poco dopo i miei pensieri tornarono di nuovo sulla terra, eravamo finalmente atterate.
<<Siamo a Los Angeles! >>esclamò Kim.
<<Già, non ci posso credere. >>
Con un taxi raggiunsimo il nostro hotel, che non era molto distante dall'aeroporto.
Il tempo di sistemare le nostre cose e di farci la doccia che già eravamo fuori dall'hotel.
La prima cosa che andammo a visitare fu la famosissima scritta"Hollywood ".
Vista da vicino era pazzesca e almeno 5 volte più grande di come sembrava.
Nei giorni successivi visitammo gli universal studios, andammo a Disneyland, al molo di Santa Monica ed infine a fare un pò di shopping.
<<Cavolo non ci posso credere che è già l'ultimo giorno. >> disse Kim amareggiata.
<<Non voglio crederci, mi ero abituata alla vita di Los Angeles..>>
<<Cosa vogliamo fare oggi? >>
<<Non lo so, abbiamo praticamente visitato tutto. Possiamo fare una passeggiata in spiaggia? >>
<<Per me va bene. >>
La giornata proseguì bene, la spiaggia era molto popolata e si stava davvero benissimo. Giocammo addirittura con dei bambini a tennis, visto che erano a corto di giocatori.
<<Allora come è stato questo compleanno? Ti è piaciuto? >>
<<Da morire, è stato il più bello di sempre.
Grazie, davvero.>>

Non appena finì di parlare volevo rimangiarmi quello che avevo appena detto.
Davanti la porta d'ingresso dell'hotel c'era Anthony che mi guardava da lontano, facendomi cenno di raggiungerlo.
Cosa diamine ci faceva lui qui? Voleva continuare a chiamarmi troia? O voleva semplicemente rovinarmi il compleanno?
<<Cosa vuoi? >>gli dissi rabbiosamente.
<<Volevo solo... Ehm... Parlarti, se posso. >>
<<Si, va bene. Dimmi. >>
<<No, non qui..Saliamo di sopra okay? >>
<<Si.>>
Doveva dirmi qualcosa di importante altrimenti non sarebbe mai venuto fin qui.
Entrai nella stanza e gli feci cenno di accomodarsi mentre kim aspettava fuori, per rispetto nostro.
<<Senti io volevo chiederti scusa, lo so ho esagerato l'altra sera e mi dispiace con tutto il cuore. Non avrei mai dovuto dirti quelle parole ma mi sono fatto prendere dalla rabbia e non ci ho pensato. Mi dispiace davvero tanto. >>
Le sue parole sembravano sincere e non sarei mai riuscita ad avercela con lui per sempre.
<<Va bene, scuse accettate. Ma non devi mai più parlare di me ed Hero in quel modo.
Lo so che è strano e assurdo che stiamo insieme, ma è così ed è seria come relazione, perciò mi aspetto che tu la rispetta.>>
<<Lo farò, te lo prometto. >>
Decisi di credere alle sue parole e visto l'orario mi aiutò a rimettere tutto nelle valigie e a sistemare gli acquisti che avevo fatto durante queste 5 giornate.
<<Ma tu non ti sei portato niente? Una borsa? >>chiese Kim, riferendosi ad Anthony.
<<Oh nono, sono venuto qui solo per parlare con Sofia non per farmi una vacanza. >>
<<Come sapevi qual'era il nostro hotel?>>
<<Grazie a le tue storie su Instagram. >>
<<Devo imparare a non mettere più la posizione. >> rispose Kim, alzando gli occhi al cielo.
Risi vedendo per cosa stessero discutendo quei due.
<<Ragazzi il taxi ci aspetta, dobbiamo andare. >> dissi ad entrambi.
Presimo il resto delle cose e arrivammo al taxi che ci portò direttamente all'aeroporto, dove diedi un ultimo saluto a ciò che era la mia città preferita e adesso anche un piccolo pezzo della mia vita.


Ciao a tutti, questa è la ventitreesima parte della storia.
Cosa ne pensate della situazione tra Anthony e Sofia? Fatemelo sapere se vi va. Vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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