21.

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La settimana passò tranquillamente, a breve sarebbe stato il mio compleanno ma non ci stavo dando troppo peso.
Dopo quello che era successo era già un miracolo che fossi ancora viva.
Avevo smesso di andare agli allenamenti di James, dopo avergli detto tutta la verità mi confessò che non avevo bisogno delle sue lezioni e che potevo tranquillamente assentarmi. Era bello poter continuare a dormire fino alle 11 del mattino senza dovermi precocupare di nessuna sveglia, mi faceva dormire quasi meglio.
Oggi era una giornata di pioggia, quelle giornate che ti impedivano di uscire di casa per via del fango e dell'acqua, che continuava a cadere dal cielo senza interrompersi mai.
Per bruciare il tempo decisi di chiamare Kim.

<<Pronto? >>
<<Ehy Kim, ti va di venire qui da me? >>
<<Si, grazie mille. Mi stai salvando da una noiosissima partita a carte. >>
<<Ne sono contenta, ti aspetto tra 10 minuti. >>
Kim si presentò a casa mia dopo solo 20 minuti.
<<Vuoi un asciugamano per caso? >>
Era completamente zuppa e la cosa mi faceva troppo ridere, sembrava un cane bagnato,in tutti i sensi.
<<Si grazie e smettila di ridere altrimenti mi asciugo su di te. >> disse ridendo.
<<Oh nono grazie.>> gli risposi, porgendogli l'asciugamano allontanandomi il più possibile.
<<Allora, come mai mi hai chiamato? >>
<<Sei la mia migliore amica, deve esserci una ragione per forza? >>
<<Non lo so, di solito non lo fai mai. Devi parlarmi di qualcosa? >>
<<In realtà si, ecco volevo organizzare qualcosa per il mio compleanno. Magari un  viaggetto di qualche giorno. Solo tu ed io. Se ti va ovviamente.>>
<<Wow,sembra davvero forte.
Dove potremmo andare? >>
<<Non lo so, a me sarebbe piaciuto andare a Los Angeles o a palm spring, tu cosa ne pensi? >>
<<Per me sarebbe perfetto, sono stanca di stare sempre qui a Muir woods. >>
Muir woods era la nostra foresta, si trovava al nord di San Francisco ed era qui che ero cresciuta fin da piccola. Non ero mai uscita da questo posto ed uno dei mie più grandi sogni era visitare Los Angeles e non potevo fare di meglio se non andarci con Kim.
<<Quando partiamo? >>
<<Il mio compleanno è il 13 agosto, vorrei partire almeno il giorno prima. >>
<<Aggiudicato.>>

Senza che mi resi conto il tempo volò velocemente, erano già le sei e a breve mi sarei dovuta vedere con Anthony.
Presimo i biglietti ad un prezzo abbastanza ragionevole, saremmo partite il 12 e saremmo tornate il 17 agosto.
Non stavo nella pelle, avrei fatto il mio primo vaggio e con la mia migliore amica.
Non potevo chiedere di meglio.
Kim se ne andò e subito poco dopo qualcuno bussò alla porta.
Come pensavo era Anthony.
<<Ehy straniera, quanto tempo è che non ti vedo?>>
<<Quasi una settimana, mi sei mancato così tanto. >>
Si avvicinò a me e mi strinse in un abbraccio.
<<Vuoi andare a cena? >> mi chiese.
<<Non lo so è ancora presto,vuoi accomodarti intanto? >>
<<Si certo, cavolo ma che è successo qui? Sembra sia passato un uragano. >>
In effetti aveva ragione, la casa era un disastro. C'erano cuscini per terra, pacchi di patatine ovunque, la pizza di ieri ancora sul tavolo. Da quanto tempo è che non riuscivo a pulire casa?
<<Cavolo scusami,è un porcile. >>
Mi sentivo molto a disagio in quell'ambiente sporco, anche se era solo Anthony mi dispiaceva ospitare qualcuno con la casa in quello stato.
<<Vuoi che ti dia una mano a pulire? Così poi andiamo a mangiare. >>
<<Si, sarebbe perfetto. >>

Usai due ore del mio tempo per pulire casa da cima a fondo, ora era lucidata e profumata e con Anthony era stato molto più divertente.
<<Vado a vestirmi e andiamo. >>
<<Si tranquilla, ti aspetto qui. >>
Naturalmente andammo a mangiare nel nostro solito ristorante ed ordinai hamburger e patatine.
<<Dovremmo iniziare a mangiare qualcosa che sia cibo vero. >> gli dissi scherzando.
<<Questo è cibo vero o forse tu intendevi sano? >>
<<Esatto, cibo sano. A breve saremo i lupi più grassi del mondo. >>
<<Parla per te, io ho un fisico da paura. >>
<<Non fare il modesto, non ti si addice. >>gli dissi con sarcasmo.
La serata seguì normalmente, più volte mi sembrò che la serata si stesse trasformando in un appuntamento, ma non volevo dargli troppo peso.
Magari mi stavo sbagliando.
<<Sono stato benissimo questa sera. >>
<<Anche io, grazie per la cena. >>
<<È un piacere. >>
Si avvicinò a me ed iniziò a poggiare le mani sui miei fianchi e prima ancora che potessi scansarlo, le sue labbra erano sulle mie.
<<Anthony io non.. >>
<<Tu cosa? >>
<<Lo sai, sono fidanzata. Non posso. >>
<<Ah quindi adesso quel tizio è il tuo fidanzato? E tu credi anche ti ama? >> ribattè sbruffando.
<<Ma cosa ti prende? L'hai sempre saputo che stavamo insieme, fin dall'inizio. Non hai il diritto di essere geloso. >>
<<È solo che non capisco perché tu ti faccia usare così tanto, quello vuole solo portarti a letto e poi ti lascerà..>>
<<Non mi ha ancora lasciata, quindi ti sbagli. >>
<<Cosa? Sei andata a letto con lui? >>urlò.
<<Non sono affari tuoi, la mia vita sessuale non ti riguarda. >>
<<Sono  senza parole, posso capire lui che è un cazzone ma tu a comportarti da tro.. >> Non riuscì a finire la frase che la mia mano lo colpì violentemente sulla guancia, lasciandogli un segno rosso e bruciante.

<<Vattene da casa mia! >> urlai in lacrime.
<<Sofia io non.. >>
<<Vattene ho detto.>>
Girò i tacchi e se ne andò.
Il mio cuore era in mille pezzi e dai miei occhi continuavano ad uscire lacrime senza fermarsi.
Come poteva avermi chiamata in quel modo?
Perché improvvisamente aveva reagito così? Sapevo che provasse qualcosa per me ma pensavo di essere stata chiara.
Con la testa pesante per via del pianto decisi di andare a dormire, ma il mio sonno venne cortinuamente disturbato da incubi che ritraevano un Anthony, dove al posto del suo viso, c'era la faccia del demone.

Ciao a tutti, questa è la ventunesima parte della storia.
Spero davvero che possa piacervi, vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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