18.

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Ebbi una settimana piuttosto monotana.
La mattina andavo ad allenarmi, a pranzo mi vedevo con Kim ed Anthony e la sera stavo con Hero.
Oggi era una classica giornata di domenica e fortunatamente non mi sarei dovuta svegliare alle 6 per gli allenamenti.
Con James avevo stipulato un accordo, sarei andata lì tutti i giorni a patto che la domenica me l'avrebbe lasciata libera.
Per oggi non avevo in programma niente di particolare, volevo solo rilassarmi e godermi il mio unico giorno libero.
Decisi di mettermi in veranda e di scrivere qualche pensiero sul mio vecchio diario.
La mia attenzione venne distratta da una macchiolina che vidi per terra.
"Sarà terra o fango" pensai, ma più il tempo passava e più non ero sicura.
Mi avvicinai e cercai di esaminarla.
Non era terra e né tanto meno fango, era la sostanza grigiastra trovata sui cadaveri dei lupi.
Cosa mai poteva significare? Il demone era venuto a prendermi? O era un messaggio per me?
Il mio istinto mi disse di prendere il telefono e di chiamare James ma sapevo che non era la cosa giusta da fare.
Sarei dovuta tornare dai capi anziani, di nuovo. Lasciare i miei amici ed Hero, di nuovo. Non ne potevo più di questa situazione. Il mio subconscio per un secondo sperò che il demone fosse ancora da quelli parti, in modo che avrei messo fine a tutta questa storia, una volta per tutte.
Mandai un messaggio a tutte le persone più care informandoli del fatto che sarei andata fuori città per delle compere.


Feci di nuovo quel tragitto pericoloso e tetro e riuscì a superarlo senza problemi.
Stranamente questa volta quando arrivai alla corte non c'era nessun lupo ad aspettarmi, nemmeno l'uomo che di solito mi portava la vestaglia.
Decisi di entrare comunque, ormai sapevano chi fossi. Raggiunsi la sala d'incontro e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta.
La stanza era distrutta, c'erano mobili a terra, la sedia di Quitjam completamente distrutta, i vetri rotti.
Era un puro disastro.
Tentai di chiamare qualcuno ma non rispose nessuno, dov'erano finiti tutti? E perché questa stanza era ridotta così male?
<<Signorina mckeen sei tu?.>> qualcuno mi chiamò ma aveva una voce spezzata, quasi non si capiva cosa stesse dicendo.
<<Si sono io, chi parla? >>
<<Sono qqq... Quitjam. >>
<<Ommioddio signore dove si trova? >>
Era strano, sentivo la voce ma non riuscivo a capire da dove provenisse.
<<non lo so, ma lu... Lui è qui, ha preso tutti i miei compagni, ha distrutto la nostra casa, vuole ucciderci. >>
Stava parlando del demone?
<<Chi è qui signore? Chi vuole ucciderci? >>
<<Il demone, Sofia. È arrivato qui e ha distrutto tutto e ha preso il resto dei capi anziani. A me mi ha intrappolato da qualche parte, ma non capisco dove. >>
Perfetto, il demone era pronto ad ucciderci ed io non sapevo cosa fare.
È vero mi ero allenata ma non nel modo giusto in cui avrei dovuto farlo.
<<E io cosa dovrei fare? >>
<<Va e cercalo, metti fine a questa storia. >>
<<Lo farò. >>

Mi feci coraggio e andai a cercarlo per tutta la casa. Iniziai con la cucina, poi la sala da pranzo, il salotto, le camere da letto, ma niente non riuscivo a trovarlo.
Dove si nascondono di solito dei demoni? Qual'era il loro habitat naturale?
Ponendomi queste domande mi resi conto di quanto io non sapessi di niente di ciò che stavo per affrontare.
Nessuno mi aveva educata ad uccidere un essere simile, nessuno mi aveva detto come contattarli o come trovarli.
Come avrei fatto ad ucciderlo?
Continuai a cercarlo, stavo quasi per perdere le speranze ma poi notai di nuovo la solita sostanza.
Aveva lasciato diverse macchie che riuscivo a vedere anche da lontano, iniziai a seguirle nella speranza che mi avrebbero portata da lui.
Camminai sull'ultima impronta che mi portò in una stanza completamente vuota, a parte per una sedia posizionata al centro.
Sembrava la stanza degli interrogatori della polizia, ogni passo che facevo si rimbombava nella stanza per via dell'ego.
Iniziai a pensare ad Hero e al fatto che quello che stessi per fare lo stavo facendo anche per proteggere lui.
La cosa mi rendeva molto più motivata, mi dava più forza pensare al fatto che se ci fossi riuscita avrei salvato la vita a tutte quelle persone.
Il mio momento di riflessione venne interrotto da dei passi pesanti, che l'ego faceva risultare ancora più forti.


Si avvicinavano sempre di più a me, prima lentamente e poi velocemente.
Sul mio corpo sentì passare un brivido quando una mano mi toccò il collo ed una voce mi sussurrò<<Ti stavo aspettando>>
<<Perché aspettavi proprio me? >>Dissi, cercando di restare il più tranquilla possibile.
<<Oh, lo sai anche tu il perché. Ma vedo che ti piacciono i giochi, sarà più divertente così. >>
Cosa sarà divertente? La mia morte?
<<No che non lo so, sono confusa al riguardo. >>
<<Perché non sono riuscita ad ucciderti e vorrei finire il lavoro. >>
<<Perché proprio io? Cosa ti ho fatto? E quegli altri che hai ucciso? >>
<<troppe domande, non puoi avere tutte le risposte che vuoi. >>
La sua voce da tetra inziò a diventare sempre più oscura, ogni volta che parlava, il mio corpo si riempiva di brividi.
<<Pensavo stessimo giocando..>>
<<Per questo vuoi sapere le risposte? Ti piace essere cacciata? >>
<<Se devo essere uccisa vorrei almeno sapere il perché. >>
<<Hai ragione. >>
<<Bene, sono tutt 'orecchie. >>
<<Sai del nostro sterminio giusto? Le tre grande famiglie di lupi si sono unite per ucciderci. C'erano i wolfmansion, i maerneys e i tangjade. Noi eravamo sempre a loro servizio, in quell'epoca c'erano molte battaglie per il territorio ed ogni branco aveva il proprio demone a disposizione per le guerre. Ci hanno usati e poi sterminati una volta che eravamo diventati inutili.
Meritano, meritate di morire tutti. >>
<<Sei stato ferito e lo capisco.. >>
<<TU NON LO CAPISCI. >> inziò ad urlare.
<<Certo che posso capirlo,pensi che io non sia mai stata ferita? Che io non abbia perso nessuno? Ma non è per questo che vado in giro ad uccidere persone innocenti. >>
<<Nessuno è innocente, nessuno.
Dovete morire tutti.>>
Si avvicinò verso la luce e si girò di volto.

Quello che vidi era spaventoso. Era un corpo dalla forma umana, ma coperto di bruciature nere e rosso scuro. Al posto degli occhio c'erano buchi neri, la bocca cucita. L'unica cosa che indossava era un mantello nero che lo circondava fino alla testa.
<<Non dovrebbe morire proprio nessuno invece, non è giusto. Queste persone che vivono oggi non sono le stesse che ti hanno ferito secoli fa. Non puoi incolpare loro.>>
<<Si ma lo rifarebbero, loro sono colpevoli. Adesso sono stanco di sentirti blaterare, voglio completare la mia opera. >>
Dovevo tenermi pronta, sapevo che adesso avrebbe tentato di uccidermi e se ci fosse riuscito avrebbe ucciso anche gli altri.
Dovevo trovare la forza e la fiducia in me stessa ed affrontare quella creatura piena di sofferenze, tanto da sembrare quasi simile a me.



Ciao a tutti, questa è la diciottesima parte della storia.
Volevo ringraziarvi per essere arrivati a mille letture, davvero grazie di cuore.
Spero che anche questo capitolo possa piacervi, vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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