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Raggiunsi la sede del consiglio prima che potessi.
Volevo sapere come stesse Hero e volevo abbandonare quella casa, che ormai era diventata cenere.
Arrivata in sede James mi fece cenno di seguirlo e mi accompagnò nella sala infermieristica.
Nonostante anche lui fosse stato ferito era già in piedi,come se non gli fosse successo nulla.
<<Come stai? >> mi chiese, notando il mio sguardo perso.
<<Non lo so, è una domanda a trabocchetto in questo momento. >>
Gli avrei dovuto raccontare di Anthony? Di come si era ucciso guardandomi negli occhi?
È la cosa giusta da fare, pensai.
<<Non dev'essere stato facile dar fuoco alla casa dove sei cresciuta. >>
<<Beh si è stato molto difficile, ma la situazione si è complicata quando mi sono ritrovata Anthony davanti. >>
<<Ti ha fatto qualcosa? Adesso dov'è? >>
<<Si è ucciso. >> risposi, spostando il mio sguardo verso il vuoto.
<<Cavolo, Sofia mi dispiace tantissimo. So che voi due eravate molto legati. >>
<<Si, sono cose che succedono. Si va avanti. >>
<<Non deve negare che stai male, peggiorerai solo le cose. >>
<<Sto bene, davvero. >> mentì.
Non volevo continuare a parlare di Anthony per il resto della giornata, ero venuta qui per vedere come stesse Hero e non per parlare delle mie disgrazie e la cosa migliore da fare era mentire.
<<Hero è li dentro, io torno di là. Se ti serve qualcosa fammelo sapere. >>
<<Grazie.>>
Entrai nella stanza che era piena di letti, circondati ognuno  da una tenda, in modo da avere un pò di privacy.
Raggiunsi il letto di Hero, che era l'ultimo in fondo a sinistra e spostai la tenda.
<<Ehy.>> mi disse, con la voce tremolante.
<<Come ti senti? >>
<<Come se un camion mi fosse passato sopra. >>
<<Uno schifo, quindi. >>
<<Già.>> ed entrambi scoppiamo a ridere.

Una donna di mezz'età venne a controllare le ferite di Hero e la sua salute in generale, poi il suo sguardo si sposta verso di me.
Devo avere un aspetto orribile, dopo la battaglia ho avuto solo il tempo di infilarmi dei vestiti ma per il resto dovevo sembrare una barbona.
<<Signorina devi farti curare! Guarda che ferite che hai! >>
<<Oh nono, sto bene. Sono sicura che si rimargineranno subito. >>
<<No sono gravi, fammi controllare. >>
Non mi piaceva l'idea di passare la giornata in ospedale, ma la signora aveva ragione. Queste ferite bruciavano da morire ed erano piuttosto sporche.
<<Torno dopo. >> dissi ad Hero e gli stampai un bacio sulle labbra.
L'infermiera mi accompagnò ad un lettino vuoto, chiuse la tenda ed iniziò a medicarmi.
Bagnò un pezzo di cotone con un liquido che a contatto con le ferite mi sembrava di bruciare.
<<È disinfettante signorina, per questo brucia. >>
<<Ah si lo vedo. >> risposi in tono sarcastico.
Continuò a medicarmi le ferite, mi mise i punti e mi diede degli antibiotici per evitare di prendere qualche infezione.
<<Riposati cara. >> mi disse, uscendo dalla tenda.
Non avevo alcuna intenzione di riposare, volevo andare e stare con Hero. La mia paura di averlo perso era troppa e non mi importava niente se gran parte del mio corpo fosse pieno di punti, per lui avrei affrontato qualsiasi cosa.
Mi alzai dal letto lentamente, cercando di non fare il minimo rumore. Mi affacciai da dietro la tenda per controllare se non ci fosse nessuna infermiera che mi avrebbe fermato e fortunatamente la stanza era deserta.
<<Cosa stai facendo? >> una voce familiare mi fece bloccare al centro della stanza.
<<Niente, stavo solo prendendo l'acqua. >> risposi, indicando il tavolo con le bevande sopra.
Quando mi girati mi accorsi che la voce familiare era di Kim. Quindi adesso mi rivolgeva anche la parola?
<<Oh, non te l'hanno messa vicino al letto? >>
<<No, non ero programmata per restare, non sono venuta qui per questo. >>
<<E per cosa sei venuta allora? >>
<<Per vedere come sta Hero. >>
<<Ah capisco.. >>
La conversazione si fermò per dare spazio ad un silenzio imbarazzante. Speravo davvero che avesse qualcosa da dirmi perché altrimenti me ne sarei tornata a letto.
<<Senti io volevo parlarti, so che non è la situazione giusta. >>
<<Ti ascolto. >>
<<Volevo chiederti scusa, mi sono comportata come una stupida e ti ho dato la colpa di cose in cui tu non centravi nulla. Se non fosse stato per te saremmo tutti morti adesso. Mi dispiace davvero tanto. >>
<<Ammetto che il tuo comportamento è stato molto infantile, mi hai detto cose che non meritavo di sentirmi dire e mi hai trattata malissimo. Però posso anche capire che era un momento stressante, avevi paura di morire, così come tutti noi.
Non ti giudico per questo, accetto le tue scuse. >>
Sembrò così estremamente facile perdonarla, magari avevo sbagliato a dargli un'altra possibilità dopo ciò che mi aveva detto o fatto, ma non potevo perdere anche lei. Le volevo troppo bene per lasciarla andare via così.
<<Grazie, davvero. >> gli occhi si gonfiarono di lacrime che le bagnarono il viso, poi corse da me e mi abbracciò ed io mi persi in quell'abbraccio, che sapevo di dolore ma anche di felicità.







Ciao a tutti ,questa è la quarantesima parte della storia.
Spero tanto che possa piacervi e vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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