Tornai a casa la sera tardi e ad aspettarmi trovai Hero.
Dalla faccia giudicai che fosse arrabbiato, aveva gli occhi spenti e rossi, sembrava come se avesse appena fatto a botte con quacuno e nel suo corpo ci fosse ancora la rabbia.
<<Ehy, come mai sei qui? >>
<<Mi spieghi dove cavolo eri finita? Sono giorni che non ti fai sentire e poi oggi ti vedo con i tuoi amichetti a pranzo. Se non volevi stare con me bastava dirlo. >>disse urlando.
<<Io non voglio stare con te? Ma cosa ti salta in mente? Certo che voglio stare con te. Io ti amo e questo lo sai. >>
<<Allora perché sei sparita per due giorni?potevi almeno avvisarmi. >>
<<Ti ho mandato un messaggio con scritto che stavo male. >>
<<Non l'ho ricevuto, cos'hai avuto? >>
<<Mi girava la testa e avevo mal di stomaco, penso di aver mangiato qualche cibo avariato o scaduto. >>
<<Perché non mi sembra vero neanche un pò?>>
Era impossibile mentire ad Hero. I miei occhi con lui non riuscivano a fingere e le mie parole diventavano meno convincenti.
<<Non lo so ma ti garantisco che è la verità, ti stavo per chiamare ma poi ti ho trovato qui davanti. >>
<<Si, mi mancavi da morire. >>
<<Anche tu mi sei mancato e scusami se in qualche modo ti ho ferito. >>
<<Non preoccuparti. >>Appoggiò le mani sui miei fianchi accarezzandoli delicatamente, poi appoggiò le sue labbra sulle mie e si unirono perfettamente.
Portandomi in braccio si diresse verso la mia stanza, dove continuò a baciarmi sempre più intensamente.
Avevo bisogno di lui, lo desideravo da morire, volevo che ogni centimetro del suo corpo fosse unito al mio, per sempre.
Continuando a baciarmi mi tolse la maglietta e io feci lo stesso con lui, mi sbottonò e tolse i jeans mentre io mi limitai a sfilargli i pantalancini sportivi.
Baciai ogni parte del suo corpo con dolcezza facendo diventare l'aria della stanza molto più calda.
Con delicatezza mi prese le mani e si mise sopra di me, lasciando che i nostri corpi si unissero.<<Non potrò mai rinunciare a questo. >> mi disse all'orecchio.
<<Nemmeno io, non potrei mai rinunciare a te, a come mi fai sentire amata. >>
<<Tu fai sentire amato me come nessun'altro ha mai fatto prima. Nessuno è stato in grado di amarmi, mi hanno sempre giudicato uno stronzo cuor di ghiaccio.
Tu invece mi hai accettato nonostante le nostre divergenze e non sai quanto io ti ama per questo. >>
<<Sei la cosa migliore che potesse capitarmi. >>
Ed era vero.
Fino ad un mese fa mi sarebbe salito il vomito a pensare a me e ad Hero a letto insieme ma adesso, vedendolo coperto solo dal mio lenzuolo, non potrei chiedere di meglio.
<<Ti va se mangiamo qualcosa? >>mi chiese.
<<Si mi va, non mangio da pranzo. >>
Il mio stomaco infatti iniziava ad emettere dei piccoli rumori che speravo non si sentissero.
Hero andò in cucina ed iniziò a prepararmi uno dei miei patti preferiti, ovvero il pollo.
<<Non sapevo che sapessi cucinare. >>
<<Ci sono tante cose che tu non sai di me.>>
<<Ah si? Non vedo l'ora di scoprirle tutte. >>
<<Lo farai, pian piano. >>
Dopo mezz'ora il pollo era pronto e mangiandolo mi resi conto di quanto fosse bravo. Aveva anche apparecchiato la tavola mettendo delle candele al centro, rendendo tutto più romantico.
Finita la cena Hero inziò ad andare via, altrimenti suo padre avrebbe notato la sua assenza. Avevano delle regole molto più dure rispetto alle nostre.
Dovevamo abitare tutti insieme e se qualcuno non tornava a casa entro le 11 andavano a cercarlo.
In questo caso non mi sembrava il caso di far venire a cercare Hero perché l'avrebbero trovato a casa mia e saremmo morti entrambi.
<<Ti prometto che un giorno passeremo la notte insieme. >>
<<Lo spero con tutto il cuore, per ora però sbrigati a tornare a casa. Non voglio che tuo padre si arrabbi con te per colpa mia. >>
<<Non devi preoccuparti, piccola. Starò bene. >>
<<Ti amo. >>
<<Ti amo anche io. >>
Sulla porta di casa mi diede un altro bacio che volevo durasse per sempre ma purtroppo finì prima del previsto.
Superata la porta di casa si girò di nuovo verso di me e mi diede un bacio con la mano che io ricambiai dolcemente.Invece di rientrare a casa decisi di andarmi a fare una passeggiata al quick lake.
Era così tanto che non ci andavo ed era uno dei miei posti preferiti.
Arrivata lì riconobbi subito la solita brezza dell'acqua, il vento fresco che mi scompigliava i capelli, i gufi che si intravedevano dagli alberi, il rumore delle foglie che si muovevano lentamente per via del vento.
Era musica per le mie orecchie, era il mio posto magico dove andavo fin da quando ne avevo memoria.
Da piccola ci andavo spesso con mio padre, stavamo le notte intere a parlare e a guardare le stelle, ci andavamo a pesca.
Era un luogo così familiare per me, mi riportava alla mente tanti bei ricordi che non avrei mai potuto più rivivere.
Restai ancora un pò a godermi l'aria fresca e la luna, che oggi era ancora più bella e splendente del solito.
Dall'orologio del telefono mi resi conto che era già abbastanza tardi e decisi di tornare a casa.
La stanchezza mi stava consumando e decisi di mettermi subito a letto, in modo da essere pronta per la giornata che mi aspettava domani.Ciao a tutti, questa è la diciassettesima parte della storia.
Cosa ne pensate dei capitoli precedenti? Vi stanno piacendo? Fatemelo sapere nei commenti se vi va. Vi auguro una buona lettura.
Sofia💗
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Al chiaro di luna
WerewolfSofia è una ragazza della California ed ha soli 18 anni. Fin da quando è piccola abita in una piccola casa nella foresta Muir Woods nel nord di San Francisco. La sua vita è sempre stata diversa rispetto a quella degli altri, dal momento della sua n...