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3.00
Erano passati giorni da quando avevo inziato a lavorare per James, non riuscivo a ricordare l'ultima volta che avessi dormito 5 ore di fila e mangiavo pochissimo.
<<Amore dovresti fare una pausa. >>mi disse Hero, baciandomi la testa.
<<No, non mi fermerò fino a quando non scoprirò la verità. Non possono accusarti così, non lo accetto. >>
<<Perciò fai tutto questo per me? >>
<<Certo, per chi altrimenti? Mi interessa scoprire chi è la spia ovviamente, ma lo faccio anche per te. >>
<<Allora puoi farmi questo piccolo favore?Vieni a dormire a letto insieme a me? Sono giorni che dormo da solo. >>
Posai carta e penna sul tavolo e senza il bisogno di farmelo ripetere, lo raggiunsi a letto.
<<Ecco, questo mi era mancato più di qualsiasi altra cosa. >> mi sussurrò all'orecchio.
POV di Hero
Iniziai a baciarle l'orecchio per poi raggiungere le sue labbra piene.
Mi era mancata la sensazione di avere le sue labbra contro le mie, sentire il calore del suo corpo vicino al mio, sentire il suo cuore battere più forte ad ogni mio tocco, vedere come il suo respiro si fondeva con il mio quando i nostri corpi si univano.
Apprezzavo tutto quello che stesse facendo per me e per farmi togliere la colpa, ma mi mancava averla vicino e non sopportavo il fatto che tutto il lavoro dovesse farlo lei.
Mi addormentai con le braccia che circondavano dolcemente il suo corpo.
La mattina mi svegliai abbastanza presto, dal vuoto nel letto mi accorsi che Sofia non c'era.
Sarà in bagno o in cucina, pensai, ed iniziai a chiamarla. Non rispondeva nessuno.
Dove poteva essere? Magari da James?
La mia attenzione venne distratta da un foglio appoggiato sul comodino.
"Sono con Anthony, non ti ho svegliato perché stavi dormendo così bene. Torno presto, ti amo. "
Mi tranquillizzai, avevo la giornata libera e non sapevo cosa potessi fare nell'attesa del suo ritorno. Era strano non essere con lei.
Il mio pensiero si rivolse a James, volevo andare a parlare con lui per far ridurre il lavoro a Sofia visto che la stava distruggendo.
Arrivai in sede ed aspettai con ansia che qualcuno mi aprisse. Naturalmente nessuno si fece vivo ed entrai senza il consenso. Tecnicamente facevo parte del branco, no?

<<Cosa ci fai tu qui?>>disse qualcuno che non riconoscevo.
<<Cerco James Last. >>
<<Solo i componenti del branco posso parlarci e tu non sei uno di loro. >>
<<Si che lo sono, mi ci ha fatto entrare lui stesso. >>
L'uomo mi guardava dubbioso, non ricordavo di averlo visto alla sentenza e magari mi avrebbe lasciato andare.
<<D'accordo, ma se qualcuno ti chiede qualcosa non dire che ti ho dato io il permesso. >>
Cavolo dovevano odiarmi davvero da questi parti. Ringraziai il signore e raggiunsi la sala del consiglio.
<<Hero, cosa ci fai qui? Sono in riunione. >>
Sguardi inferociti mi guardavano, c'era chi bisbigliava qualcosa all'orecchio del vicino, chi mi indicava.
<<Ragazzi per favore. >> disse James.
<<Devo parlarti di una cosa, riguarda Sofia, è importante. >>
<<Va bene, ma solo 5 minuti. >>
<<Basteranno.>> e gli feci cenno di seguirmi.
Gli iniziai a raccontare degli ultimi 5 giorni, di come Sofia mangiava e dormiva poco, di come fosse stanca.
<<Non sapevo che stesse così, davvero.
So che ci tiene molto a questa cosa e non mi sono preoccupato della sua salute.
Questa sarà la chiamerò e gli darò degli orari da rispettare. >>
<<Grazie, signore. Sono venuti qui perché ero molto preoccupato. Questa storia la sta consumando. >>
<<Lei si impegna per te, non sopporta che gli altri ti giudicano per quello che non sei e ha ragione. >>
<<Tu pensi che non sia io la spia? >>
<<Non l'ho mai pensato, per gli altri è più difficile però. Ti prego di scusarli. >>
<<Mi fa piacere sentirlo,per gli altri non preoccuparti,mi accetteranno un giorno. >>
<<Ne sono sicuro, adesso devo proprio rientrare. Ci vediamo. >>
Tornai a casa e controllai il telefono.
C'era un messaggio da parte di Sofia,dove mi chiedeva se volessi farmi una corsa con lei più tardi e che mi avrebbe aspettato al quick lake . Era chiaro che volessi.

POV di Sofia
Aspettai Hero al quick lake, mi faceva strano essere lì visto che l'ultima volta io ed Hero stavamo portando il corpo di suo padre, dopo che lui l'aveva ucciso.
Arrivò dopo pochi minuti con addosso solo dei boxer, non riuscì a trattenere una piccola risata.
<<Che cosa hai da ridere? >>mi chiese.
<<Oh, il fatto che sei venuto qui solo con dei boxer. Ti ha visto qualcuno? >>
<<Non volevo rovinare i miei vestiti e comunque no non mi ha visto nessuno. >> e mi fece la linguaccia.
Prima di trasformarmi mi presi un momento per guardare la sua bellezza.
Aveva la luna che gli risplendeva negli occhi e gli illuminava il corpo quasi nudo, il vento gli scompigliava i capelli portandoglieli leggermente sulla fronte.
Era così bello, così perfetto.
Mi tolsi anche io la maglia e decisi di lasciarla lì ,tenendola ferma con un sasso.
<<Anche questa è una buona idea, la prossima volta farò così anche io. >>
<<Almeno eviti di venire qui in mutande. >>
Le nostre risate rimbombavano nel cielo, per via dell'ego per poi tacere subito dopo, in modo da lasciare spazio alla nostra parte più animale.
Correre con qualcuno al proprio fianco era qualcosa di indescrivibile.
Anche gli essere umani andavano a correre in compagnia, ma per noi non era la stessa cosa.
Non si trattava solo di correre, ma di complicità. Riuscivi a sentire cosa provasse il tuo compagno, tutto ciò che lo turbava, i suoi pensieri, che sensazioni provasse a stare lì con te, persino il vento che gli baciava il pelo riuscivi a sentire.
Era come se da un momento all'altro, diventavi una cosa sola con il tuo compagno, ed io e Hero eravamo diventati un'unica anima ,dalla quale riuscivi a sentire i battiti di entrambi che battevano all'unisono.





Ciao a tutti, questa è la trentunesima parte della storia.
Spero tanto che vi piaccia e vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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