15.

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<<Pronto? >> risposi con agitazione.
<<Non essere agitata Sofia.>>
Perfetto si era accorto di quanto fossi agitata,iniziava bene questa conversazione.
<<Volevo solo parlarti di una cosa ma preferirei che venissi qui, di persona. >>
<<Certo, con piacere. Quando? >>
<<Anche adesso se è libera. >>
<<Mi dia 10 minuti e sono da lei. >>
<<Perfetto, la aspetterò nella sala del consiglio. >>
Era la prima volta che il nostro capo branco mi chiamava per parlarmi, mi hanno sempre considerata una bambina e poco degna di far parte del consiglio o anche solo delle riunioni. Cosa poteva essere cambiato in così poco tempo?
Uscì subito di casa, la testa martellava di pensieri e di domande a cui speravo di ottenere una risposta.
Arrivai al posto e con coraggio raggiunsi la sala del consiglio.

Entrando ebbi un sussulto.
Era bellissima, era piena di decorazioni legate al nostro branco, c'era il nostro stemma al centro della stanza e sulla porta, un tavolo grande e lungo che accoglieva i componenti durante le riunioni, un piccolo angolo bar per bere e mangiare e una zona di musica.
Non avevo mai visto una stanza così bella e piena di cose che ci rappresentassero, ero così emozionata all'idea di poter essere lì.
<<Allora,cosa ne pensi? >>
James arrivò alle mie spalle facendomi sobbalzare per lo spavento.
<<Scusami se ti ho spaventata, non era mia intenzione. >>
<<Non si preoccupi, ero solo incantata a vedere la bellezza di questa stanza. >>
<<È la prima volta che ci viene? >>
<<Si, sono rimasta a bocca aperta. È splendida. >>
<<Non potrei essere più d'accordo. Ma prego si accomdoti adesso. >>
Camminai fino al tavolo e mi misi seduta sulla sedia di fronte a lui. Anch'esse erano bellissime,erano in legno bianco con dei piccoli fili neri che si intrecciavano fra di loro, formando delle piccole trecce.
<<Di cosa voleva parlarmi?>>
<<Dopo i recenti fatti accaduti, soprattutto a lei personalmente, pensavo che potessimo lavorare insieme. Lei ha affrontato il demone ed è sopravvissuta, può esserci molto d'aiuto nel tentativo di sconfiggerlo.>>

L'adrelina nel mio corpo mi lasciò per dare spazio alla confusione più totale.
Da che parte dovevo stare? Entrambi i miei capi mi avevano chiesto aiuto dicendomi più o meno le stesse cose. Cosa avrei dovuto fare? Restare in silenzio e  accettare ciò che mi aveva appena chiesto o parlargli di ciò che mi aveva detto Quitjam?
Inziai a pensare e la cosa migliore da fare era aspettare. Sarei dovuta tornare dai capi anziani a chiedere se potessi parlare di ciò che mi avevano detto almeno all'Alfa, in modo da poter collaborare.
<<Sofia attendo una risposta,non devi sentirti obbligata. Non è un ordine in questo caso.>>
Quella domanda mi riportò con i piedi per terra e con indecisione gli risposi.
<<Se è possibile vorrei prendermi del tempo per pensarci, non tanto, giusto qualche giorno. >>
<<Certamente, basta che mi fai sapere. >>
<<Può contarci. >>

Mi accompagnò alla porta di ingresso e mi salutò ricordandomi che non dovevo sentirmi obbligata a fare ciò che mi aveva chiesto.
Tornai a casa per dormire un pò e la mattina seguente mi incaminai subito per andare dai capi anziani.
Controllai il telefono ed era di nuovo pieno di messaggi, scrissi a tutti che non stavo bene e che sarai rimasta a casa per riprendermi. Non so quanto ci avessero creduto ma in questo momento non era la cosa più importante a cui pensare.
Arrivai alla corte e andai diretta dal capo Quitjam.
<<Buongiorno signore, sono venuta qui per chiederle un permesso. >>
<<Oh, mi dica mia cara. >>
<<Ieri il mio Alfa James Last mi ha chiesto di collaborare con lui, in quanto unica sopravvissuta dall'attacco di un demone.
Cosa dovrei fare? Parlargli di ciò che mi avete detto? >>
<<Assolutamente no mia cara, L'Alfa è obbligato a riferire tutto ciò che sa al suo branco. Anche se tu lo forzassi di non dire niente lui deve farlo lo stesso. Collabora semplicemente con lui, mostra la tua disponibilità e cerca di tenerlo lontano dalla verità più che puoi. >>
Non riuscivo a capire perché sarebbe stato così pericoloso informare il mio branco di ciò che ero in grado di fare,pensava forse che mi avrebbero venduta come esca per uccidere il demone?
<<E se non ci riuscirò? Quali sono i rischi? Perché è così pericoloso? >>
<<I demoni sono soliti a prendersela anche con le persone più care delle loro vittime.
Se tu informassi tutti i tuoi amici di ciò che sai rischi di mettere in pericolo anche loro e di farli diventare vittime a loro volta. >>
Non volevo che i miei amici morissero per me, già mio padre era morto per questo.
Se l'unica in grado di rimediare a questa situazione ero io, allora non l'avrei detto nessuno ,nella speranza che il pericolo non li incontri mai.
<<Allora farò come dice, collaborerò ma senza informare nessuno di ciò che so.
Cercherò di fare del mio meglio. La ringrazio per la sua disponibilità.
Arrivederci. >>
<<Stia attenta, signorina mckeen. >>
<<Senz'altro.>>

Tornai a casa nel pomeriggio tardi e avevo così tanta voglia di vedere i miei amici, ma la prima cosa che dovevo fare era informare l'Alfa della mia decisione.
Presi il telefono e composi il suo numero.
<<Pronto? >> rispose lui.
<<Buonasera signor Last, volevo comunicarle che ho preso la mia decisione riguardo a ciò che mi ha chiesto. >>
<<Perfetto, l'aspetto qui tra 20 minuti. >>
Mi guardai allo specchio e scoppiai in lacrime. Mi spezzava il cuore sapere che una mia mossa sbagliata avrebbe messo in pericolo tutti.
Avevo così tanta responsabilità per avere solo 18 anni. Avevo le vite di tutti sul palmo della mano e con uno scatto potevo distruggerle tutte.
Mi resi conto che dovevo sistemarmi un pò visto che in questo condizioni il vero demone sembravo io.
Indossai un jeans blu aderente ed una canottiera bianca, decisi anche di truccarmi e di sistemarmi un pò i capelli.
Un pò in ritardo arrivai nel luogo di raduno del Consiglio dove James era già li ad attendermi.

<<Buonasera, Sofia. Allora cosa volevi dirmi? >>
<<Buonasera  signor Last, ho preso la mia decisione e sono pronta a dare tutta la mia disponibilità e il mio aiuto per sconfiggere il demone. >>
<<Questo mi riempe di gioia, siamo contenti di avere una guerriera come te tra di noi, ho ho sempre saputo che c'era del fuoco in te, Sofia. >>
<<La ringrazio signore, per me è un onore essere qui. >>
<<Prima che tu vada via volevo darti qualcosa che può aiutarti a combattere. >>
Si allontanò per un secondo, lasciandomi da sola in quella stanza gigantesca.
Tornò dopo 10 minuti e in mano aveva un baule che sembrava essere molto antico.
<<Cosa c'è li dentro? >>
<<Questo baule è estremamente antico, apparteneva ai nostri primi lupi. >>
Prese una chiave ed aprì il baule.
Rimasi a bocca aperta quando vidi che era pieno di armi da combattimento.
<<Mi scusi la mia domanda, ma cosa ci dovrei fare con delle armi? Non siamo soliti ad usarle durante i combattimenti. >>
<<È vero e giusta osservazione, complimenti. Ma i demoni non sono nostri simili, le nostre capacità non sono in grado di distruggerli, nemmeno il lupo più forte riuscirebbe ad ucciderli. Queste armi sono state create nel 1400 quando i demoni iniziarono ad invadere il nostro territorio. È con queste armi che sono stati sterminati, il secolo successivo. >>
Non riuscivo a credere a ciò che sentivo, il capo Quitjam mi aveva detto che io non avevo bisogno di armi perché i miei denti erano la vera arma. Ma adesso mi viene mostrato un baule pieno di armi usate per uccidere i demoni, cosa poteva mai significare? Era possibile che i capi anziani mi avessero mentito?
<<E queste armi dovrei usarle anche io? >>
<<Esattamente, prima devi allenarti però.
Non sono facile da gestire. La prima volta che le prendi ti sembrerà impossibile domarle, hanno una potenza elevatissima e se non riesci a domarle possono anche ucciderti. Vuoi provare? >>
Provare un'arma che può frantumarmi in due secondi? Eviterei volentieri ma so che non posso.
<<Certo, con piacere. >>
James prese una di quelle più piccole, per cominciare.

Era un piccolo cortello con una punta affilatissima, sulla lama erano presenti diversi simboli legati alla nostra famiglia e al centro, più grande rispetto agli altri, c'era lo stemma del nostro branco ,ovvero un lupo che ulula alla mezzaluna.
Si avvicinò a me e mi posò l'arma sulle mani. Iniziai a sentire una vibrazione potente su tutto il corpo come se mi stesse dando energia. Era difficile stare in equilibrio con tutta quella potenza ed energia che ti scorreva nelle vene, ma dopo diversi tentativi ci riuscì.
<<Sei stata bravissima, per essere la prima volta non era male. Certo devi ancora migliorare, è chiaro, ma sei a buon punto.
Ti darò lezioni io stesso, tutti i giorni alle 6 di mattina. >>
<<Non mancherò e la ringrazio per il suo tempo. >>
Ero molto contenta di poter avere l'occasione di allenarmi con le armi, al di la della situazione, sarebbe stata comunque una bellissima esperienza dalla quale avrei imparato molto.

Ciao a tutti, questa è la quindicesima parte della storia.
Spero tanto che vi possa piacere e vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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