25.

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Nel tragitto di ritorno a casa, la mia testa pensò più e più volte che quello era stato il giorno più bello della mia vita e speravo che lo fosse stato anche per Hero.
<<Ti sei divertita sta sera? >>mi chiese, accompagnandomi in veranda.
<<Tantissimo, è stata un giornata perfetta.
Grazie davvero Hero. >> mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia.
Prese la mano che avevo appoggiato sul suo collo e la baciò.
<<Grazie a te, di tutto. >>
Stavo per entrare in casa quando inziai a sentire dei rumori dietro di me.
Sono sicura che sia Hero, pensai più volte nella testa ma non riuscivo ad esserne convinta.
<<Sofia l'hai sentito anche tu? >>
<<Hero ma tu sei ancora qui? Pensavo che fossi tu che ti sbrigavi per tornare a casa, visto l'orario. >>
<<No, non ero io. Qui c'è qualcuno. >>
Per un momento ci fu un silenzio tombale ma ad un certo punto una sagoma iniziò a farsi avanti verso di noi, aspettando a mostrarsi alla luce.
<<È vero c'è qualcuno, oops mi sono fatto beccare?>>
Tremai non appena riconobbi la voce. Era Tom Hant nonché padre di Hero.
<<Padre, cosa ci fai qui? >>
<<Volevo farti la stessa domanda, ma a giudicare da come tu e la giovane donna che hai affianco siete vestiti, posso indovinare la risposta. >>
<<Padre io non... >>
<<Oh non ha importanza cosa tu volessi fare, voi due venite con me.
ADESSO! >> urlò le ultime parole.
Il mio corpo iniziò a tremare, le gambe quasi non riuscivano a stare in piedi.
L'unica cosa che mi diede sicurezza furono le mani di Hero che intrecciarono le mie.
<<Andrà tutto bene.>> mi sussurrò all'orecchio, per tranquillizzarmi presumo.

Non riuscivo a capire dove ci stesse portando, non mi sembrava il raduno dei maerneyns né tanto meno un posto comune che frequentavano.
<<Mi scusi ma dove ci sta portando? >>
<<Se non chiudi quella bocca ti uccido qui sul momento.>> rispose ruggendo.
<<Padre, ha solo fatto una domanda. Non c'è bisogno di essere così scortesi.>>
<<E tu non chiamarmi padre! Non sei mio figlio! Pensi che non sappia quello che hai fatto con quel bastardo di mckeen, come mi hai tradito le spalle?! >>
Le sue urla rimbombavano nel bosco e nella notte, lasciandomi venire un brivido lungo la schiena.
<<Lo so padre,ti ho ferito e ti ho tradito.
Ma non punire anche Sofia, lei non c'entra niente, è innocente.
Se devi uccidere qualcuno, uccidi me. >>
<<Non ci posso credere! Persino in punto di morte li difendi! Lei ti sta usando non l'hai capito? Ti usa per arrivare a me, scommetto che non vede l'ora di ucciderti. >> mi rivolse uno sguardo, quasi come si aspettasse una mia risposta.
<<Lei non sa niente dell'amore che provo per suo figlio, Niente! Perciò ne stia fuori! Se lei non è in grado di amare non può impedire agli altri di farlo! >> urlai.
<<Cosa mi hai detto? >>
<<Mi ha sentito, lei non saprà mai in grado di amare nessuno e nessuno amerà lei.
Si guardi, se ne va in giro a distruggere l'amore degli altri per pura noia.
Mi fa pena pensare a quanto la sua vita debba essere triste. >>

Mi diede uno schiaffo che mi fece sobbalzare in aria e mi spinse contro un albero. Poggiò le mani sul mio collo stringendolo fortemente e alzandomi dal terreno.
<<Padre noooo! >> Urlò Hero, in preda al panico.
<<Lo faccia, mi uccida come ha ucciso mio padre. Mi guardi negli occhi mentre vede svanire ogni traccia di vita da essi. >>
<<Devo chiamare qualcuno per farlo. >> e lasciò la presa dal mio collo.
<<No, se vuole uccidermi voglio che sia lei a farlo. O è troppo codardo anche per questo? >>
<<Non sono solito a sporcarmi le mani, stupida ragazza. >>
<<C'è sempre la prima volta, mio caro Hant.
Perciò lo  faccia! Adesso! >>
Iniziò ad avvicinarsi a me, dalla tasca nel retro dei suoi pantaloni estrasse un piccolo coltello, che una volta aperto del tutto era lungo quanto una spada.
<<Mi guardì negli occhi mentre lo fa. >>
<<Con piacere. >>

Non appena appoggiò la spada sul mio petto lo vidi.
Hero era dietro di lui e lo aveva appena infalzato con un ramo d'albero.
Tom si fermò e fece cadere la spada a terra per poi girarsi verso il figlio.
<<C... Oome... hai... po.. tu..t.>>
Le sue parole si spezzarono ancor prima che potesse finire di parlare. Era morto e questo poteva significare solo una cosa, guerra.
<<Hero, ma cosa hai fatto? >> i miei occhi lo guardarono sconvolti da ciò che avevo appena visto, non potevo credere che avesse appena ucciso suo padre e a giudicare dal suo sguardo, non poteva crederci nemmeno lui.
<<Io non... Lo so.. Stava per uccidere te.. >>
Dai suoi occhi iniziarono ad uscire lacrime senza fermarsi, si piegò sulle ginocchia ed iniziò ad urlare.
<<Cosa ho fatto! Cosa ho fatto! Ora ci uccideranno tutti! Sofia ho condannato anche te, ho dato inizio alla guerra! >>
Le sue parole erano vere, non era colpa sua, ma per ciò che era appena successo sarebbe scoppiata la guerra.
<<Non è colpa tua, ma di tuo padre.
È lui che ci ha attaccati e tu l'hai fatto per difenderti. >>
<<Io l'ho ucciso per te, Sofia. Come potrò mai spiegarlo al branco? Sarò bruciato vivo, se non peggio. >>
<<Non lo dirai. >>
<<Lo sai che non posso, il branco sa sempre quando menti e se scoprono che lo faccio per proteggere te, ti uccideranno. >>
<<E che mi uccidano pure, io non ti lascio da solo ad affrontarlo. >>
<<Forse abbiamo sbagliato tutto quanto, non mi sarei ma dovuto dichiarare a te.
Adesso potresti essere felice con Anthony invece che rischiare la vita per me. >>
<<Non dirlo neanche per scherzo.
Io non ho mai amato nessuno come amo te e preferisco rischiare la vita piuttosto che amare qualcuno che non voglio. >>
<<Lo pensi davvero? >>
<<Lo penso davvero.>>
<<Sofia io e te dobbiamo scappare, non possiamo restare qui. Se ci trovano con il corpo di mio padre fra le mani siamo morti, lo sai. >>
<<Non possiamo andarcene, non posso lasciare che la mia famiglia muoia per me, non posso. >>
<<Allora scapperò da solo.>>
<<No, non devi farlo nemmeno tu. L'affronteremo insieme combattendo, solo i codardi scappano. E tu non lo sei. >>

Le mie parole sembravano averlo convinto.
Una parte di me sapeva che Hero aveva ragione, la cosa migliore per noi sarebbe stata scappare, ma come potevo lasciare Kim, Anthony e tutto il resto della mia famiglia a combattere una guerra che è nata per colpa mia?
Non avrei mai potuto fargli questo,mio padre non l'avrebbe mai fatto.
Non avrebbe mai lasciato i suoi fratelli e sorelle a combattere da soli.
A costo di rischiare la vita avrei combattuto al loro fianco, fino al mio ultimo respiro.
Dalla tasca della giacca di Hero presi il suo telefono e composi il numero di James.
<<Pronto? Chi parla?>>
<<Buonasera signor Last, sono Sofia. >>
<<Oh ehy Sofia, è successo qualcosa?>>
<<Si, può raggiungermi al quick lake? >>
<<Certo, arrivo presto. >>
Dalla sua voce riuscivo a sentire la sua preoccupazione.
Il  quick lake era distante solo qualche metro ed aiutai Hero a portare il corpo di suo padre fino a lì.
Probabilmente non appena James sarebbe arrivato e avrebbe scoperto la verità mi avrebbe condannata a morte. Ma non importava.
Ero pronta a morire, soprattutto se sarei dovuta esserlo per Hero.



Ciao a tutti, questa è la venticinquesima parte della storia.
Spero tanto che possa piacervi e vi auguro una buona lettura.
Sofia💗

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