Cosa hai fatto!?

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Non so nemmeno io come riesco a trattenere le lacrime, ma arrivo al tavolo in un lampo, prendo la giacca poggiata alla sedia "ciao ragazze ci sentiamo!" Harry si volta "che succede? Stiamo andando via?" sorride fino a quando non mi volto a guardarlo e la sua faccia cambia, notando i miei occhi rossi e la rabbia nel mio viso "io me ne vado" mi dirigo alla porta e mi sento fermare il braccio "fanculo Harry, non mi devi toccare mai più!" gli urlo voltandomi, la sua bocca si spalanca sorpreso "ma che cazzo ti è successo?" "mi è successo che sei uno stronzo, chiedi alla tua amica il perchè la prossima mattina che passerai con lei!" tiro via il mio braccio ed entro nell'ascensore.

Arrivata al piano terra, esco in strada cercando un taxi, "kris, fammi spiegare!" urla mentre corre verso di me "non ti voglio più sentire, mi hai riempito la testa di cazzate , e io come una scema ho pensato che per me tu potessi cambiare, che avessi smesso di andarle dietro, ma mi sbagliavo!" le lacrime sono uscite, ormai non posso più fermarle, si fa più vicino " non so cosa ti abbia detto, ma fammi dire la mia prima di andartene" scuoto la testa, "non puoi credere a lei e non far parlare me" urla arrabbiato, mi asciugo le lacrime e lo guardo "l'hai vista questa settimana?!" chiedo calma "si" primo colpo al cuore "è venuta a casa tua mentre io ero a lavoro?" si passa una mano sui capelli e annuisce, secondo colpo, inizio a singhiozzare "sei andato a letto con lei?" alza la testa di scatto e fissa i suoi occhi nei mie, sono lucidi, non mi risponde, ad un tratto "no ... ma", mi porto una mano allo stomaco, cercando di calmare i singhiozzi "ma cosa?" "kris" sospira "MA COSA?" urlo "mi sono fermato ai preliminari" sussurra con la voce spezzata "mi fai schifo" un taxi si ferma e io apro lo sportello per entrare "dove stai andando?" "a fare le valige, me ne vado in albergo fino a che non finisco di lavorare, "non farlo, ti prego perdonami" scoppio a ridere nervosamente "perdonarti è l'ultimo dei miei pensieri!" chiudo lo sportello e il taxi si avvia.

Arrivo a casa sua, salgo in camera e tiro fuori la mia valigia, ci tiro dentro tutti i vestiti che ho nell'armadio e quelli dei cassetti, corro in bagno e prendo le mie cose, mi cambio velocemente lasciando il vestito e le scarpe sul suo letto. Tutto pronto, chiamo l'albergo dall'ingresso, hanno una camera fortunatamente, poi chiamo il taxi, ma la porta si apre "ti prego, fammi parlare amore!" lo ignoro e prendo la mia borsa e la valigia per andare fuori "mi vuoi ascoltare!?" niente, sono troppo ferita e arrabbiata, è meglio per lui che io stia zitta, perchè quando sto così e parlo esce di tutto dalla mia bocca. Si mette davanti alla porta, alzo la testa "non uscirai di qui se non mi ascolti!" mi porto le mani al viso esasperata "fai veloce, non ho tempo da perdere!" sussulta al mio tono "ho sbagliato, lo ammetto, lei mi ha chiamato il giorno dopo che siamo tornati, mi ha detto che era a Londra se ci potevamo vedere, le ho detto di no che dovevo andare in palestra, l'ho trovata li." i suoi occhi sono pieni di lacrime, le posso vedere, mi dispiace non vorrei vederlo piangere, ma pensandoci chi se ne frega, ora sta a lui patire come ho patito io. Prende un respiro "il giorno dopo si è presentata qui a casa, aveva ancora le chiavi ed è entrata, io ero sotto la doccia e ..." abbassa la testa torturandosi i capelli, mi guarda e nota che sto aspettando che vada avanti "... si è infilata nella doccia con me, ero di spalle e ha iniziato a ... insomma ..." sbuffa "ho perso il controllo anche sapendo che era lei, mi ha baciato e poi quando ha cercato di farlo con me l'ho spinta fuori dalla doccia, abbiamo discusso e se n'è andata" so che c'è dell'altro quindi aspetto in silenzio "il giorno dopo l'ho incontrata davanti alla sala prove e voleva parlare, chiedere scusa, sembrava sincera, cosi siamo andati a prendere un caffè, e poi l'ho rivista stasera, questo è tutto!" mi fissa aspettando una mia reazione, sento il clacson del taxi "ti prego di qualcosa!" sospiro "togliti, è arrivato il mio taxi!" allarga le braccia "tutto qui!? Questo è quello che hai da dire!? Ho fatto un fottuto errore, mi dispiace, farò qualsiasi cosa tu mi chieda per farmi perdonare da te!" "perfetto, levati!" "kris, amore, ti prego!" mi volto di scatto "non chiamarmi amore, non ne hai alcun diritto!" urlo "ti avevo avvisato un mese fa, era la tua seconda possibilità, ringrazia che non metto in atto la mia minaccia" le sue lacrime escono e si sposta dalla porta facendomi uscire.

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