Ringrazio Dio che oggi, nell'aula di musica, non ci sia Colins quando arrivo.
Mi passo una mano tra i capelli biondo cenere e poso delicatamente la borsa su una delle panche all'interno dell'aula.
Ci sono strumenti sparsi un po' ovunque: chitarre, tastiere, clarinetti e molto altro.
Oggi mi sono veramente vestita al buio: leggins neri con una felpa grigia alquanto malandata e le vans ormai vecchie di qualche anno, che nonostante ciò continuano ancora and andarmi bene."Hey" la riconosco all'istante, quella voce.
Non mi giro nemmeno per guardarlo negli occhi, perché so che non ce la farei.
Sono una ragazza debole, lo ammetto ma non me ne vanto.Dopo svariati secondi che non rispondo al suo saluto lui tossisce come se volesse attirare la mia attenzione.
"Ciao" ritenta con una punta di freddezza nella voce.
"Ciao" gli rispondo io nello stesso modo.
Mi giro verso di lui e lo vedo osservarmi da cima a fondo come se fossi un campione da laboratorio."Cos'hai da guardare?" gli chiedo decisa.
"Oggi sei strana" afferma lui ignorando la mia precedente domanda.
"Sicuro?" ridacchio io ironica
"Sei per caso incazzata?" chiede quasi divertito, come se avesse rimosso ciò che ha detto all'entrata di scuola.
Forse per alcune persone, più forti di me, tutto questo sarebbe solo uno scherzo, solo una cazzata.Le semplici parole di un ragazzo non potrebbero mai scheggiare i sentimenti di una persona forte.
Ma per me non è così.
Non sono Kylie, non sono Victoria, io sono Melanie.
La ragazza che va in giro sempre con gli stessi due amici e che preferisce rifugiarsi in un libro o in una serie tv piuttosto che affrontare la realtà dei fatti.
"Assolutamente no, Colins. Perché dovrei esserlo?"
Forse così si nota ancora di più che è letteralmente il contrario.
Si avvicina a me e mi stringe il braccio un po' troppo forte.
Odio questo gesto, perché non solo il mio carattere è debole, ma anche il mio fisico.
E il fatto che io non possa liberarmi dalla sua presa mi fa scatenare una rabbia indecifrabile dentro."Lasciami Colins" lo guardo dritto negli occhi, senza timore, anche se in questo momento l'unica cosa che vorrei fare è andarmene a casa.
"Ho fatto qualcosa di male?" sussurra lui in tono dolce.
Non ci cascherò di nuovo, non adesso, non io."Non ci provare, con me non funziona" mi dimeno per liberare la presa del suo braccio, ma con scarsi risultati.
"Dimmi cosa ho fatto Melanie" mi ordina con serietà
"Perché me lo stai chiedendo?D'altronde io non sono nessuno, vero?"
lui sbianca in viso quando inizia a capire il tutto.
"Vedo che inizi a capire, ora lasciami andare" do un'ultima strattonata al suo braccio e mi libero completamente della sua stretta che ha anche lasciato un segno sul mio polso stretto.Mi giro e inizio a posizionare alcuni strumenti al loro posto.
"Sai benissimo che per me sei più di qualcuno" mi blocco istintivamente alle sue parole e per poco non mi cade una tastiera dalle mani.
Mi fa sempre lo stesso effetto, lo stesso fottuto effetto di sempre.
Mi giro e lo guardo con odio.
"Basta raccontare cazzate Sidney, me lo hai detto tu stesso stamattina e non sono veramente in vena delle tue stronzate perciò riservale per qualche altra ragazza"Lui fa un sorrisetto.
"Quindi non ti da fastidio se sto con un'altra?" chiede ridacchiando.
"Perché cazzo di motivo dovrebbe importarmi una cosa del genere?
Ma ti senti quando parli?
Come io per te non sono nessuno, tu non sei nessuno per me" sbotto furiosa.
Mano a mano che vado avanti con le parole il suo sorrisetto diminuisce sempre di più, fino a trasformarsi in un espressione fredda e quasi arrabbiata."Perfetto" sono le uniche parole che gli escono di bocca mentre io mi rigiro, con un mattone nello stomaco che non riesco a descrivere a parole, e mi rimetto a sistemare alcuni strumenti.
Sento dalle mie spalle il rumore di un accendino che si accende.
Faccio l'indifferente e cerco di evitare la puzza di fumo che mano a mano inizia a propagarsi per tutta l'aula.Dire che questa puzza mi da fastidio, è dire poco.
Ho sempre odiato il fumo in un modo o nell'altro, non capisco cosa ci trovi la gente di così speciale da creare dipendenza.
Questo odore mi ricorda mio nonno paterno.
Morí per un tragico tumore ai polmoni proprio per questo terribile vizio.
Non avevo un rapporto poi così tanto stretto con lui, ma a volte sento la sua mancanza.Ad interrompere i miei pensieri è il rumore improvviso di una sedia che sbatte per terra.
Mi giro di scatto e l'unica cosa che vedo è Sidney che urla"Fanculo!" prima di sbattere la porta dell'aula di musica alle sue spalle, e andarsene lasciandomi senza parole.
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||Break The Ice||
Lãng mạn«Avevano un rapporto strano quei due: amore e odio, un minuto inferno e l'altro paradiso. Era diventata una routine, una sorta di abitudine. Ma una cosa era certa: avevano costantemente bisogno di entrambi:lui di lei e lei di lui» Nella cittadina di...