𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟔-𝐂𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨?

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Ricordo ogni singolo dettaglio di questa stanza.
Il letto posto contro il muro che occupa la maggior parte della stanza, le mensole di legno scuro sopra la scrivania, la sedia di pelle nera girevole lasciata in un angolo e perfino gli stickers appiccicati sull'armadio.
"Siediti, ti avverto che si tratta di una storia piuttosto lunga" nella voce di Sidney c'è una punta di preoccupazione.

Riesco a capire che è indeciso se raccontarmi tutto oppure no, perché forse in un futuro se ne potrebbe pentire.
Ma io voglio sapere, voglio sapere tutto di lui, della sua storia, di perché suo fratello si comporti così nei suoi confronti.
La mia curiosità supera ogni limite di preoccupazione in questo momento.

Giocherello con il mio braccialetto e mi siedo sul suo letto, morbido e comodo come lo ricordavo.
Sidney invece afferra la sedia girevole e ci si siede sopra, a circa un metro da me.
"Io e mio fratello siamo sempre stati una squadra.
Eravamo inseparabili, lui mi difendeva sempre contro tutto e tutti e io non facevo lo stesso solo perché non potevo.
Da piccolo ero debole, indifeso, e lui era la mia unica forza, ma mia unica ancora di salvezza.

Amavo mio fratello, credevo che fosse l'unica persona dopo mia madre che amavo veramente.
Ma dalla sua morte, le cose sono completamente cambiate.
Io sono cambiato, Marcus è cambiato, il nostro rapporto di fratelli e cambiato.
Era cambiato tutto, e in cuor mio già sapevo che nonostante entrambi avremmo superato la morte di nostra madre, noi non saremo mai tornati quelli di prima.

Il giorno in cui mia madre è morta, io ero con dei miei amici, a fare cazzate.
Marcus invece, era andato a comprare delle medicine per la mamma perché da qualche mese aveva anche riscontrato diversi malori.
Quel giorno litigai con mia madre.
Lei non voleva farmi uscire, e solo ora capisco il vero perché.
Lei sapeva di essere in pericolo vicino a quell'uomo, e mi aveva chiesto di restare a casa perché forse io avrei potuto difenderla"

Gli occhi di Sidney si fanno poi scuri, più spenti, la sua voce trema.
Vorrebbe piangere, ma non può.

"A volte Marcus mi diceva cose del tipo : Denunciamolo!Chiamiamo la polizia!
Non so perché non lo abbiamo mai fatto, ma ad oggi mi pento molto.
Ho sbattuto la porta di casa e sono uscito comunque, nonostante lei me lo avesse vietato.
Sai già cosa accadde quando tornai a casa, e dopo pochi minuti arrivo Marcus con la busta della farmacia in mano.
Capì anche lui subito cosa stava succedendo, e ricordo ancora le lacrime che gli rigarono il viso.
Provai ad abbracciarlo, ma con mia sorpresa lui mi respinse bruscamente e mi iniziò ad urlare le peggio cose.
Che era tutta colpa mia, che dovevo essere presente, che avevo rovinato la vita di tutti.
Il mio cuore si frantumò in una miliade di pezzi.

Da quel giorno Marcus diventò così, lui iniziò a vivere da solo, mantenuto da nostro zio: un ricco uomo d'affari e proprietario di questa casa.
Si rifiutò di venire a vivere qui perché la sola idea di passare un'altro giorno con me lo disgustava.
Marcus era comunque obbligato dallo zio a passare almeno le festività con noi, e lui non rifiutò solo per i mille confort che lo zio gli offriva.

Ed è qui che arriva Sky.
La conobbi grazie ad un gruppo di amici che avevamo in comune.
Tra noi ci fu subito un'intesa, ma per me era solo sesso, fino a quando non iniziai a provare qualcosa per lei.
Non potevo credere al fatto di poter provare sentimenti del genere con una persona dopo ciò che avevo passato.
Non le avevo mai detto che l'amavo, ma un giorno, durante le vacanze natalizie, andai a casa sua proprio per dirglielo.
Ciò che trovai lì, in camera sua, fu Marcus, nel suo letto, mentre se la scopava.
In quel momento capii che la corazza intorno a me non aveva più fessure, spiragli da cui potesse entrare un po' di luce.
Mi trasformai in ombra, tutto il mio corpo si irrigidì e quando Marcus notò la mia presenza, si mise a ridere.
Mi aveva visto qualche volte insieme a Sky, e mi aveva rivolto qualche tipica frase per farmi ingelosire del tipo: Belle tette la tua ragazza.
Non avrei mai pensato che potesse arrivare a questo punto.
So che mi odiava, ma c'erano migliaia di ragazze in giro per la strada, anche forse più belle di Sky.
Perché proprio lei? Era la domanda che mi ponevo più spesso, fino a quando le vacanze finirono, e Marcus se ne andò dalla città"

Dal suo silenzio posso percepire che il racconto è appena finito.
Non riesco più a sentire le mia gambe, le mie braccia.
Il mio labbro tremola e questo è un chiaro segno del fatto che tra pochissimo le mie guance saranno completamente bagnate.
Non riesco a muovermi, il mio corpo sembra essere fatto di pietra.
Dei piccoli singhiozzi iniziano ad uscire dalla mia bocca.

Sidney si alza dalla sedia e si siede lentamente vicino a me.
Mi cinge a se e ci avvolge in un caldo abbraccio.
Dopo poco mi stacco da lui.
"Hai qualcosa che posso usare come pigiama?" lui annuisce col capo e si alza dal letto.
Si dirige verso l'armadio e tira fuori una delle sue tante magliette.
Quella che mi porge è di un colore grigiastro, e sembra essere un vestito per me.

"Indossala" mi ordina lui com serietà.
Io afferro la maglietta e faccio per uscire dalla stanza e andare in bagno, ma il mio polso viene bloccato dalla presa di Sidney.
"Qui" questi ordini che mi sta dando...sembra come se io non abbia scelta e debba per forza eseguirli.

Deglutisco.
Sono in imbarazzo, non mi sono mai spogliata davanti ad un maschio in questo modo.
"Se non lo vuoi fare tu, lo posso fare io" quelle parole non mi rassicurano, e l'ultima cosa che voglio fare in questo momento è annuire, ma è esattamente ciò che faccio.
Sidney viene verso di me e mi prende delicatamente i lati della maglietta per poi sfilarmela mostrando il mio seno coperto da un reggiseno nero con dei decori di pizzo.
"Cazzo" il moro abbassa lo sguardo e io mi lascio scappare una risata.
"Continua" sussurro sicura di ciò che dico.

Lui mi sbottona i jeans e con un gesto un po' brusco me li tira giù.
Tiro un piede fuori e poi l'altro rimanendo solo in intimo.
Sidney cerca in tutti i modi di distogliere lo sguardo, ma ogni volta ricade in tentazione.
Prendo la maglietta e me la infilo velocemente, ponendo fine a quella tensione.

Mi sdraio sul letto e dopo poco Sidney mi raggiunge.
Il suo pigiama è composto da un solo paio di mutande, perciò non posso fare altro che ridere a quella visione.
Si mette le mani dietro la testa e io mi cimento ad osservare il suo petto spoglio da qualunque indumento.
Mi faccio coraggio e mi avvinghio ad esso, posizionando la mia testa sulla sua spalla, e la mano destra sul suo pettorale.
La mia gamba invece è intrecciata tra le sue.
Sidney chiude gli occhi e mi porge un sorriso divertito per poi assumere un'espressione molto seria.
"Che cosa mi stai facendo Melanie?"

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