𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟎-𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝'è 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢𝐫𝐞𝐫𝐚𝐢 𝐟𝐮𝐨𝐫𝐢 𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐥𝐥𝐞?

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Il giorno dopo la scuola sembra essere stranamente silenziosa.
Il mio sguardo si posa sulla figura di Victoria Parkinson, figura che non mi ero mai dilungata a guardare.
Non indossa come sempre vestiti alla moda, ma dei semplici jeans e una felpa forse troppo grande per lei con il cappuccio che le copre mezza faccia.
Forse quella felpa è di Sidney..

Ha lo sguardo spento ed è struccata, sembra triste, e nonostante io non abbia una così buona impressione di lei, in questo momento vorrei tanto sapere cosa le passa nella testa.
Non ho mai provato a parlare, e di sicuro lei non ha mai voluto parlare con me, se non per dirmi qualche cosa del tipo «Guarda dove metti i piedi Holland».

Non avrei nemmeno mai pensato che lei sapesse il mio nome, d'altronde girano così tante voci su di lei...
Vorrei provare a parlarle, solo per vedere cosa mi potrebbe rispondere, ma so benissimo che non avrò mai il coraggio di farlo.
Sono una persona troppo timida quando mi devo relazionare con gli altri, in fin dei conti ho abbastanza amici, ma gli unici con cui mi sento veramente me stessa sono sempre rimasti Scott e Kylie.

A proposito di loro, non sono ancora arrivati e tra qualche minuto la campanella suonerà.
Sento una mano che mi becca sulla spalla e d'istinto mi giro.
"Buongiorno bestiaccia" sul suo viso è dipinto un sorriso malizioso che non riesco a decifrare.
A dire il vero ci sono fin troppe cose che non riesco a comprendere di Sidney.

"Buongiorno Sidney" affermo con una punta di freddezza che mi esce spontanea.
Lui fa una finta espressione sorpresa
"Dov'è finito Colins?" roteo gli occhi al cielo.
"A fanculo" esclamo con un sorriso.
Lui ride mostrando le fossette ai lati delle labbra carnose e si appoggia ad un muro con una spalla, come se stesse cercando di deviarmi il passaggio.
Resto imbambolata in quel sorriso.

"Che ti prende?" chiede lui serio
"Nulla scusa" mi squadra da testa a piedi.
"Hai da fare stasera?" mi domanda quasi sussurrando, come se non volesse essere ascoltato.
Non so cosa rispondere, a dire il vero non avrei nulla da fare ma non voglio ingigantire le cose tra di noi.
È vero: è bello passare del tempo con lui, ma conosco bene il suo unico scopo e di certo non è quello a cui sono interessata.

Non posso di certo negare che Sidney sia un bel ragazzo, ma non è proprio il mio tipo in quel senso, anche se la nostra amicizia sta prendendo una piega piuttosto strana.
"Ho capito che non ti va di passare il tempo con uno come me" ridacchia il moro.
Ha totalmente frainteso.

"Non ho nulla da fare Sidney ma non sono dell'umore giusto, davvero" abbasso lo sguardo sperando che mi creda.
"Cazzo pensi che sia nato ieri?" ridacchia con freddezza.
"Melanie se non ti va di fare qualcosa devi semplicemente dirlo, quand'è che tirerai fuori le palle?" sbuffa lui.
E detto questo si gira e cammina a passo svelto lontano da me.
E io mi sento come svuotata, ma in senso negativo.

È come passare da una vasca d'acqua bollente ad una gelida.
Prima è scherzoso e a tratti anche dolce, ma un secondo dopo si trasforma completamente in quello di sempre: lo stronzo che pensa solo a se stesso.
È per questo che fin da subito non volevo nemmeno rivolgergli la parola, è fin troppo bipolare e il bipolarismo non fa di certo per una persona come me.

Non posso fare altro che rimanere spiazzata.
Vedo che si avvicina al suo gruppo di amici e li sento dire
"Perché parlavi con quella?" chiede Logan in una risata.
Ho paura di quello che potrebbe rispondere, ho paura di come ci potrei rimanere sentendo qualcosa che forse non dovrei sentire.
"Non è nessuno ragazzi, e comunque non sono cazzi vostri"

Le sue parole mi fanno male in un certo senso, abbiamo condiviso tanto in questi pochi giorni e adesso lui va a dire che non sono nessuno?
Mi mordo il labbro inferiore per trattenere una lacrima.
Cazzo gli ho raccontato della morte di mio padre, qualcosa che non avrei mai pensato di condividere con qualcuno, tantomeno con lui.

Vedo Kylie e Scott correre verso di me con il fiatone.
"Ci siamo persi qualcosa?" e nel momento in cui pronunciano quelle parole, il suono acuto della campanella rimbomba in tutto l'ambiente circostante.
"No nulla di speciale, sono qui ad aspettarvi da svariati minuti e a dire il vero iniziavo ad annoiarmi.."
Sembra quasi credibile, spero che non si accorgano che ero praticamente sul punto di scoppiare a piangere.

"Oh, ok" Kylie ha l'aria sospettosa e ciò non mi rassicura.
Scott annuisce solamente, ma sembra come distaccato dal mondo esterno.
"Ci sei Scott?Ultimamente ti vedo spaesato" affermo mentre tutti e tre saliamo lungo le scale che portano al piano superiore.

"Oh..sono solo stanco, ieri non ho dormito quasi nulla..."
non mi convince, ma conosco Scott e
a) so che non mi direbbe mai una bugia a meno che non sia un caso estremo
b) meglio non insistere con lui, ha l'aria da cucciolo ma se si arrabbia si arrabbia sul serio.
"Sei sicuro Scott?C'è per caso qualche fanciulla nella tua testa che non riesci a dimenticare?"
Kylie parla con aria sognante e io non riesco a trattenere una risata.

"Oh no.." ridacchia Scott "Assolutamente no, insomma, la situazione è alquanto diversa ecco.."
io e Kylie facciamo spallucce.
"Prima o poi però ci dovrai raccontare eh..." le parole di Kylie suonano quasi come un avvertimento, o come una specie di minaccia.
"Beh, forse un giorno si..forse un giorno vi racconterò di quello che mi frulla in testa.."

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