𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟗-𝐀𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐛𝐨𝐥𝐞,𝐦𝐚 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚

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Appena chiudo la porta di casa una volta arrivata, sfilo il telefono dalla tasca dei jeans per vedere l'ora.
15:30.

Precisamente 1 ora: per pranzare e prepararmi psicologicamente a ciò che mi aspetta.
Vado in cucina e fortunatamente noto che in frigo c'è della pasta avanzata da ieri.
La ripongo in un piatto e la mangio velocemente, anche se non mi piace.

Accendo ossessivamente il telefono per vedere l'ora.
Forse sto esagerando.
Corro su per le scale e prima che io possa aprire la porta di camera mia sento una voce.
"Dove corri così veloce?" Landon.

"Landon non posso parlare ora sono in ritardo per..ripetizioni di storia" chiudo velocemente la porta e mi fiondo verso l'armadio.
Lo apro, e lo trovo stranamente in ordine.

Non voglio sembrare troppo in ordine per Sidney Colins.
Opto per dei semplici jeans strappati,una felpa bordeaux e le vans.
Mi faccio la coda alta e mi posiziono davanti allo specchio.

Guardo me stessa.
Una ragazza troppo fragile, troppo insicura...ancora debole, ma meno di prima.
Vorrei piangere, ma non ci riesco.

Mi strucco, togliendo perfino il mascara, l'unica cosa che terrei sempre.
Sono le quattro precise.
Mi alzo e prendo il telefono da sopra la scrivania di legno.

Il parco della scuola si trova a 10 minuti scarsi da casa mia, perciò ho ancora un po' di tempo.
Sento bussare alla porta e so già che dall'altra parte di trova Landon, dato che al momento è l'unica persona in casa.

"Sorellina, mi dici dove vai?Sembri tremendamente nervosa, più del solito.."
ci voleva solo questa
"Non vado da nessuna parte Landon, solo da Scott, nulla di speciale" cerco in tutti i modi di non giocherellare con il mio braccialetto, per non far vedere che sono molto più che nervosa.

"Oh beh..ok" sembra quasi deluso.
Esce dalla stanza e mi lascia da sola.
Credo sia arrivato il momento di andare.
Prendo il telefono e a passo svelto scendo le scale.

Apro la porta di casa ed esito.
"Ciao Landon io vado" urlo.
Spero che mi abbia sentito.

Per tutto il tragitto indosso le mie cuffiette, in questo momento solo la musica può districare il mio groviglio di emozioni.

Dopo svariati minuti arrivo finalmente davanti all'entrata del parco.
Mi faccio coraggio ed entro.

Lo vedo subito.
Seduto sul bordo di una panchina, con le gambe allargate e la testa fra le mani.
Il venticello gli scompiglia i capelli marroni.
Indossa una felpa grigia.

Mi dirigo verso di lui e solo quando gli arrivo praticamente davanti si accorge della mia presenza.
"Oh..eccoti" mi siedo sulla panchina, a qualche centimetro di distanza dal moro.

"Si..ho deciso di venire" dico fredda
"Volevo chiederti se ieri ho fatto o detto qualcosa di strano"
"No, assolutamente no. Mi hai detto di venire qui per dirmi questo?" fingo un sorriso.

Guarda un punto fisso davanti a lui senza mai distogliere lo sguardo.
"No, non solo per questo" gira lo sguardo e i suoi occhi si scontrano con i miei.

Sento una fitta allo stomaco.
"E allora perché sono qui?" gli chiedo cercando di essere il più dura possibile.
Aspetto qualche secondo senza nessuna risposta.

Improvvisamente sento la presenza della sua mano sulla mia.
La ritraggo subito di istinto ma lui la riprende un secondo dopo.
Avvicina sempre di più il suo viso al mio e posso percepire il calore che si espande dentro tutto il mio corpo.

"Perché mi manchi Melanie" le nostre labbra sono a due millimetri di distanza.
Tutto ciò dura per circa due secondi.
Subito dopo Sidney abbassa lo sguardo e si ritrae mentre toglie la sua grande mano da sopra la mia.

"Pensaci" il suo tono e il suo sguardo sono ritornati freddi.
Si alza dalla panchina senza nemmeno salutarmi e con le mani nelle tasche della felpa, si incammina lontano da me.

||Break The Ice||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora