𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟕-𝐁𝐮𝐨𝐧𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐢𝐧𝐚

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Apro leggermente gli occhi, bruciano e sono pesanti, e la testa gira ancora.
Sembra come se stia precipitando giù da un burrone.
Vedo una luce accecante provenire da quella che mi sembra una finestra e istintivamente mi copro il viso con una mano mentre sento degli uccellini che canticchiano.

Sono in un letto, grande e piuttosto comodo ma non riesco a capire se è il mio o quello di qualcun altro.

"Buongiorno ragazzina" quasi non mi catapulto fuori dal letto quando sento quella voce.
Spalanco gli occhi e mi guardo intorno, fino a trovare la figura muscolosa di Sidney Colins mentre si allaccia la cintura dei pantaloni.

Distolgo lo sguardo dalla sua figura perché sento le mie guance infuocarsi.
Di istinto alzo il piumone del letto e tiro un sospiro di sollievo notando che ho ancora le mutande addosso.
"Che cazzo ci faccio qui io?Sei un maniaco o cosa?Preferivo restare lì e.." lui non mi fa finire la frase
"Restare lì e cosa?Far finire a quel tipo ciò che aveva iniziato?" il suo tono è duro e saccente.

Strano, ma ha ragione.
"Ovviamente tu non hai dormito qui, ero?" provo a cambiare argomento e riesco ad intravedere il suo solito sorrisetto.

"No, ma anche se fosse?Non avrei avuto nessuna tentazione, fidati di me" Sidney si infila la t-shirt nera e poi prende il pettine in mano.
In un certo senso mi sento quasi offesa.

"Be, allora prima che io abbia la tentazione di spaccarti la faccia è meglio che me ne vada"
Scanso la coperta e salto giù dal letto faticosamente data la mia altezza.

"Per salire su quel letto da sola ti servirebbe una gru, ico bene?" sghignazza il moro.

"Sei molto divertente, ora ridammi i miei vestiti" lo minaccio con un braccio proteso verso di lui, e un'altro sul fianco.
"Sei carina quando ti arrabbi" sgrano gli occhi e stendo entrambe le braccia lungo il corpo
"Cosa hai detto?" sussurro leggermente intimorita

"Ecco i tuoi vestiti" lui alza le mani in alto come se fosse minacciato da un poliziotto e mi restituisce il mio vestito, le scarpe e la borsetta.

Esco di fretta dalla sua camera pur essendo consapevole di non sapere dov'è il bagno.
Così apro porte a caso fino a quando non trovo una stanza a dir poco singolare.

Sembra una libreria, ed è piena di foto che raffigurano un bambino.
Presumo sia Sidney.
Mi concentro su una fotografia in particolare.

Raffigura il bambino che viene spinto sull'altalena da quella che deduco sia sua madre.
I due ridono e trasmettono felicità da tutti i pori.

"Che cazzo stai facendo?" il mio cuore sobbalza e mi sento tremendamente in imbarazzo.
"Oh nulla, cercavo il bagno a dire la verità"
c'è un momento di silenzio
"Questa è tua madre?" forse non avrei dovuto chiederglielo, ma le parole mi escono di bocca e la curiosità ha il sopravvento.

"Non sono cazzi tuoi, adesso esci da questa dannata stanza e sbrigati ad andartene" è incredibile come sia passato dal dire «Sei carina quando ti arrabbi» a «Non sono cazzi tuoi».
Faccio come Colins mi dice, esco dalla strana stanza ed entro nella porta che lui mi indica.
Meglio non fare domande, ha ragione:non sono affari miei e non devo impicciarmi.

Appena entro nel bagno mi soffermo subito sulla sua bellezza.
È davvero uno dei bagni più belli e spaziosi che io abbia mai visto.
La doccia è il doppio più grande di quella che ho nel mio bagno e tutto è fatto in marmo.

Mi lavo la faccia e apro un cassetto per vedere se c'è uno spazzolino in più.
Ma i cassetti sono pieni di un'unica cosa: preservativi.
In ogni cassetto del bagno, ce ne sono almeno cinque.

Decido così di non lavarmi i denti per questa volta, mi rivesto con cosa avevo ieri sera, mi infilo le scarpe e mi do una leggera sistemata ai capelli usando le mani.
Lascio la maglietta che avevo usato per dormire in bagno e sgattaiolo fuori dalla porta cercando di fare il meno rumore possibile.

Scendo le mastodontiche scale di casa di Sidney e mi ritrovo nel salotto.
È possibile che abbia così tanti soldi?
Chiamo un taxi ed esco fuori da quella bellissima casa una volta per tutte.
Una volta arrivato il taxi salgo subito a bordo, ma prima di chiudere la portiera guardo un'ultima volta quella casa e tiro un sospiro.

Appena arrivata a casa, mi preparo all'imminente infuriata di mia madre.
Apro piano la porta per non farmi sentire ma quasi non ho un infarto quando varco la soglia.
Mia madre è lì, in piedi con una faccia demoniaca e il matterello da cucina in mano.

"Melanie Holland, dove sei stata?"
"Ehm..dopo la festa, sono stata...a casa di Kylie, ovviamente" resto immobile e attaccata alla porta, aspettando una risposta.

"Faccio finta di crederci" sussurra lei con occhi aguzzini mentre si allontana.
Tiro un sospiro di sollievo.
La cosa che ora mi viene più spontanea fare è chiamare la mia migliore amica sperando che non si sia cacciata nei guai dopo ieri sera.

Non l'ho vista nemmeno per un minuto e non sono mai riuscita a tenerla d'occhio...spero non le sia successo nulla.

Il telefono squilla varie volte e il battito del mio cuore accelera ad ogni secondo.
Finalmente Kylie risponde e mi sento immediatamente sollevata.

«Kylie,come stai?» chiedo con una punta di preoccupazione.
«Frastornata, ma bene...ieri sono tornata a casa da sola dopo che c'è stata una rissa tra due tipe totalmente ubriache..avresti dovuto vederle.
Ti ho cercata tantissimo ma non ti ho trovata da nessuna parte, così ho pensato che fossi tornata a casa anche tu, è stato così vero?»

Resto titubante per un minuto ripensando a tutto quello che è successo.
«Si, sono tornata a casa anche io..»

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