𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟗-𝐋𝐚 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞

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La sveglia suona imperterrita, e vengo risvegliata duramente contro la mia volontà.
Passerei ore e ore nel letto a dormire in momenti come questo.
E, casualità, la voglia di dormire arriva proprio nel momento in cui proprio non potresti dormire.

Mi preparo psicologicamente e poi mi alzo dal letto.
Sono stanca, non solo nel senso che voglio dormire: sono stanca di tutto.
Non faccio colazione, oggi non ho per niente fame dopo quello che è successo ieri.
Mi vesto con i primi vestiti sparsi per terra più vicino al letto e mi infilo le scarpe con la lentezza di un bradipo.
Mi spazzolo i capelli disordinati,mi trucco leggermente come sempre e mi lavo i denti.
Prendo lo zaino, il cellulare e le chiavi di casa, e mi definisco pronta nonostante io sembri ancora uno zombie.

Mia madre sta ancora dormendo, evidentemente oggi ha deciso di non andare a lavoro, ma per me è importante seguire almeno le lezioni con la media che mi ritrovo.
Anche Landon può permettersi di non andare a scuola, l'unica ad uscire di casa oggi sono io...e mi sento quasi male per questo.

Percorro la stessa strada di sempre, vedo gli stessi alberi, le stesse panchine, gli stessi lampioni e gli stessi marciapiedi che vedo ogni giorno per andare a scuola.
Ciò che è diverso sono io.

Cammino a testa bassa, fregandomene se andrò a sbattere contro qualcuno o qualcosa.
Raggiungo la scuola e quasi non mi scende una lacrima.
Kylie e Scott non ci sono, mi toccherà affrontare un giorno da sola, abbandonata a me stessa in quell'edificio malefico.
Può essere definita quasi una sciocchezza, se si calcola che la scuola ha circa altre seicento persone proprio come te.
Ma per me i miei unici due migliori amici sono fondamentali...con le altre persone sono amica, ma in un'amicizia ho bisogno di qualcosa di più, ed è proprio ciò che ogni giorno mi danno Kylie e Scott, senza forse nemmeno accorgersene.

Mi faccio coraggio ed entro.
Noto la figura di Colins appoggiata al muro con tutta la vernice scorticata, lì dove si riuniscono quelli che hanno intenzione di saltare l'inizio della lezione.
Confesso che a volta anche io vado lì per non farmi vedere, ma questa è un'altra storia.

Sid...Colins si trova appoggiato a quel muro, e la sua faccia non sembra essere molto sveglia.
Logan è il logorroico del suo gruppo, e in questo momento sembra che lo stia tartassando di troppe informazioni, fino a quando Colins non urla "Basta!Credo che tu mi abbia fracassato le palle abbastanza!" e dopodiché entra in classe, lasciando Logan a bocca aperta.

Passo davanti ai tre ed entro in classe.
Non voglio avere problemi.
Ciò che voglio in questo momento è solo sperare che 6 ore passino in fretta.
Il che non si avvera minimamente, poiché le lancette sull'orologio sembrano andare più lente ad ogni minuto che passa.

Arriva finalmente la pausa, durante la quale prendo le mie cuffiette e me ne resto al mio posto ascoltando buona musica.
Dopo alcuni minuti però, mi alzo dalla sedia di legno per andare in bagno e mi incammino verso fuori dalla classe.

Esco e stoppando la canzone nelle mie orecchie, mi sembra di stoppare anche tutti quelli che mi circondano.
Appena tutti mi vedono nel corridoio iniziano bisbigliare qualcosa all'orecchio di chi hanno vicino.

All'inizio cerco di ignorare tutto ciò ma i bisbigli iniziano a diventare più forti nella mia testa.
Cosa avrò fatto adesso, mi domando.
"Comodo il letto di Colins, o eri troppo occupata con il suo maschio?" qualcuno mi grida queste parole da dietro la schiena.

Per un istante mi si blocca il cuore per poi frantumarsi.
Non posso credere a ciò che ho appena sentito, non me lo sarei mai aspettato, nemmeno da una persona spregevole come Colins.
Ormai non so più cosa aspettarmi dalle persone.

Tutti si mettono a ridere e io sprofondo in un mare di vergogna che viene poi susseguito da un'onda di pura rabbia, rabbia che poche volte nella mia vita avevo provato.
E non parlo della rabbia che si prova quando tuo fratello ti ha macchiato di inchiostro la maglietta nuova, parlo della rabbia che cresce e cresce dentro di te fino ad esplodere, come quando tutto il mondo ti sta cadendo addosso, ma tu non puoi fare nulla per evitarlo.

Corro in giardino, dove so che lui è sempre solito a fumare durante la pausa.
Sono furiosa, e questa volta non ho intenzione che insicurezze o sensi di vuoto mi fermino.
Lo cerco con lo sguardo e appena lo trovo in una nuvola di fumo, inizio a marciare a passo svelto verso di lui.

Lo spintono per farmi vedere, e appena si gira eccolo lì.
Slap.
Un bello schiaffo in pieno viso.
Non riesco a trattenermi e le lacrime iniziano a scendere, ma nello stesso tempo la rabbia mi annebbia la vista.
Nonostante lui sia circondato dai suoi stupidi amici non me ne frega niente.
Voglio urlargli addosso quanto lo odio, e voglio farlo adesso.

"Come hai potuto andare a dire in giro una cosa del genere? Insomma so che mi odi ma questo è davvero troppo...io, io non.."
Lui sembra come impietrito ma poi lancia il colpo fatale: il suo sorriso.
Il suo dannato sorrisetto da stronzo.
"Tu cosa?Non so di cosa stai parlando, lasciami fumare in pace ragazzina" fa un gesto con la mano come per mandarmi via, mentre fa un tiro con la sigaretta.

Tutta la rabbia che provo si moltiplica per 100 e lo spintono un altra volta facendolo barcollare.
"Che cazzo vuoi da me?Si può sapere?" la sua voce è molto più alta e profonda della mia, ma nonostante questo non mi intimorisce.
Mi spintona con una sola delle sue mani grandi il doppio delle mie, ma essendo più forte, mi fa cadere a terra.
Mi si sbuccia il palmo della mano per l'impatto.

"Che cosa sta succedendo qui?Voglio delle spiegazioni"
il vicepreside, sentendo le urla, è uscito dalla scuola e si è avvicinato.
"A parte il fatto che questa ragazza mi ha aggredito senza motivo, è tutto apposto" Sidney sfoggia uno dei suoi sorrisi falsi più falsi.

Sul viso del vicepreside si può leggere una chiara espressione scioccata e a dir poco molto in disaccordo con tutto ciò che sta accadendo.
"La prego, posso spiegare..."

Non so più dove andare a parare.
"Vi sembra questo il modo di comportarsi in una scuola?Seguitemi immediatamente, prenderemo dei seri provvedimenti per voi due"
Temo proprio che il mio anno scolastico sia appena andato a puttane in 5 secondi netti.

Per tutto il tragitto dal cortile all'ufficio del vicepreside Colins rimane distante da me di almeno 2 metri ma nel momento in cui raggiungiamo l'ufficio del vicepreside e ci sediamo su due sedie vicini, questa distanza viene spezzata.

"Sapete che non posso far passare liscio un avvenimento del genere?"
entrambe rimiamo in silenzio.
Non ho il coraggio di girarmi a guardarlo.
"Dovrete scontare una punzione di ben 10 giorni, ogni giorno a pulire e risistemare l'aula di musica"

Colins sbatte il pugno sulla scrivania del vicepreside.
"Dio, non ci posso credere" sussurra prima di alzarsi dalla sedia facendola barcollare e uscire, sbattendo inevitabilmente la porta.

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