𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟖-𝐓𝐢 𝐯𝐨𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐌𝐞𝐥𝐚𝐧𝐢𝐞

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Le settimane passano veloci quando la tua vita non fa altro che girare intorno alla noiosa routine di una diciassettenne.
Di Colins più nessuna traccia, più nessuna parola ne sguardo.
Ma d'altro canto non capisco di cosa mi lamento, è stato meglio così.

Il suo lato scherzoso che quasi iniziavo a sopportare, è svanito in un batter d'occhio appena sono entrata in quella stanza.
Ancora penso alla fotografia che ho visto lì.
Sul suo viso c'era un'espressione di serenità e scioltezza, adesso c'è sempre la solita faccia cupa, che svanisce quando meno te lo aspetti, e ritorna in altrettanto modo, come una pugnalata al petto.

Per giunta ora ha anche messo a rischio la sua carriera scolastica: viene a scuola un giorno sì e due no.
Non riesco davvero a capirlo, e pensare che non è nemmeno poi così tanto male a scuola da quello che ho sentito dire in giro.

Prima insulta il mio migliore amico, poi mi prende e mi porta a casa sua da ubriaca come se nulla fosse ed infine...mi tratta male perché ho sbirciato tra le sue foto.

Il resto della giornata passa in tranquillità: me ne resto sul mio beato letto a non fare nulla, tra Netflix e schifezze varie.
Fino a quando la mamma, come sempre, mi chiama per la cena.

Non ha il suo solito tono squillante, sembra quasi...triste?
Scendo le scale e trovo Landon e la mamma già seduti a tavola che mi aspettano, come ogni giorno.

Riesco a sentire la tensione nell'aria, ma non riesco a capire da cosa è generata.
Mio fratello non tocca cibo e la mamma tiene lo sguardo basso come un cane bastonato.
"Mi spiegate che succede?" lo sguardo della mamma resta basso mentre Landon gira la testa in modo che nessuno possa vederlo, come se volesse nascondere qualcosa.

"Non ho fame" annuncia in tono freddo mentre si alza da tavola e corre in camera sua.
"A dire il vero nemmeno io" la mamma prende il suo piatto e quello di Landon e butta il loro contenuto nella pattumiera.

Sono rimasta sola, spiazzata e senza nessuna spiegazione.
La fame è passata anche a me.
Bevo solo un bicchiere d'acqua e mi alzo da tavola con ancora la mente scossa.

Salgo le scale e proprio quando sto per aprire la porta di camera mia sento improvvisamente dei rumori provenire dalla stanza di mio Landon.
Sembrano singhiozzi, come se stesse piangendo.
Così decido di spalancare la porta senza nemmeno bussare.
Se c'è una cosa a cui tengo, è mio fratello e i suoi sentimenti.
È un ragazzo davvero molto fragile e sensibile, non farebbe mai del male ad una mosca.

A volte ci odiamo, ma è la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita.
In tutti i suoi pregi e difetti, non potrei desiderare un fratello migliore.

Ed eccolo lì, sul bordo del letto mentre si tiene la testa fra le mani...e singhiozza.
Corro da lui e mi accovaccio per terra vicino a lui, gli afferro una mano e con l'altra gli accarezzo il viso.

"Hey..Landon guardami, cos'hai?" gli domando preoccupata
"Mi manca"

Il mio cuore perde di un battito e nella mia mente riaffiorano ricordi ormai archiviati da tempo.
Di istinto abbasso lo sguardo e prima di iniziare a parlare tiro un sospiro e chiudo gli occhi per un minuto.

"Lo so, lo so che è difficile, lo so che ti senti crollare il mondo addosso ma devi resistere.
Devi capire che lui non vorrebbe questo, lui vorrebbe solo la felicità per noi.
Lo so, manca anche a me, costantemente" mi siedo sul letto vicino a Landon e lo afferro in un abbraccio che trasmette tutto l'amore che l'uno proviamo per l'altra.
Quelle che di solito sono le possenti braccia di mio fratello, adesso sembrano ramoscelli.
Aspetto qualche minuto prima di staccarmi da quell'abbraccio da cui, probabilmente, non mi sarei mai staccata.

"Grazie" mi alzo in piedi e annuisco con la testa mentre esco dalla stanza.
Faccio qualche passo e rientro in camera mia, con il cuore che mi sta esplodendo nel petto.

Mi lascio scivolare lungo la porta e mi accovaccio a terra.
Le lacrime iniziano a scendere, come fiumi e i singhiozzi iniziano a farsi sentire, come se mio fratello me li avesse attaccati.
Il senso di vuoto che provo si allarga su tutto lo stomaco e sembra come se lo divorasse.

Mi metto il pigiama e vado a letto, dato che domani, essendo lunedì , dovrà ricominciare la scuola, l'ultima cosa che vorrei in questo momento.
Non prendo come sempre il computer, non telefono Kylie.
Spengo solo la luce ed inizio a sperare di prendere sonno al più presto possibile.
Dopodiché inizio a stringere il cuscino come se fosse una persona.

Improvvisamente sento la porta scricchiolare e vedo qualcuno entrare.
Chiudo gli occhi e faccio finta di dormire.
Sobbalzo nel momento in cui sento una mano che mi accarezza la testa ma mi tranquillizzo quando capisco che la mano appartiene a mia madre.

"Ti voglio bene Melanie" sono le parole che le escono di bocca prima di lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte, ed uscire dalla stanza.

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