Ramen

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POV Jungkook

È qualcosa di assurdo che quel bastardo non si trovi. Come fa a non lasciare traccia? Forse ha dei complici, ma non riusciamo a trovarli, maledizione.
Io, Jimin e Taehyung non sappiamo più che fare. Non abbiamo una pista e nessuna idea. La scientifica non riesce a darci prove che già sappiamo e gli interrogati da Yoongi rispondono sempre allo stesso modo.

Oggi Namjoon è arrivato alle 5:00 del mattino, sta lavorando duramente ma a quanto pare non ha trovato niente, altrimenti ce lo avrebbe detto.
Sono quasi tre ore che fisso impotente il file bianco e vuoto sul mio computer. Tutto ciò è frustrante.

«Sono le 13:35, che ne dite di mangiare qualcosa?» ci chiede Taehyung, chiudendo il Pc in un colpo secco.
Abbiamo tutti e tre fame, compreso Jimin che stamattina ha bevuto 3 tazzr di caffè, penso che stanotte non abbia dormito.
Io annuisco mentre finisco svelto di firmare un fascicolo e Jimin si stiracchia sulla sedia.

[...]

Il nostro posto preferito è senz'altro il Kobi's Ramen. Piccolissimo, ha a disposizione solo due tavoli da quattro ed è perfetto per ospitare tutta la squadra.
È specializzato in ramen e in qualche altra piccola prelibatezza. Ormai il responsabile ci conosce benissimo e ogni volta che ci vede non abbiamo neanche bisogno di chiamare il cameriere che l'ordine arriva direttamente in cucina.
È il tipico posto dove dimentichi di essere un agente federale.

Il ramen ci viene servito in meno di cinque minuti e tutti e tre iniziamo a mangiare in silenzio. Un po' perché siamo immersi nei nostri pensieri, un po' perché il cibo è davvero buono.

«Mh. Perché non abbiamo invitato gli altri?»
chiede Jimin con la bocca strapiena di cibo.

«Yoongi sta interrogando i baristi, Seokjin è lì come testimone, Hoseok e Namjoon sono alle Hanyan per degli accertamenti.»
risponde Taehyung mentre prende l'ultimo boccone con le bacchette.

«E perché noi siamo qui a mangiare Ramen?»
chiedo, più a me stesso che a loro due. Jimin mi guarda serio e alza gli occhi al cielo.

«Una coccola ogni tanto ce la meritiamo anche noi, non credi?» Mi dice alquanto irritato.

«Si certo, scusa ero soprappensiero...»

La suoneria del telefono di Taehyung mette fine alla nostra conversazione e lui si affretta a rispondere.
Mette il viva voce e appoggia il cellulare sul tavolo. È Yoongi.

«Mi servono i familiari delle vittime. Vi mando gli indirizzi.»

E riattacca.

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