Party pt.1

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Narratore esterno

Nessuno poteva ancora credere che quell'incubo fosse finito e nessuno mai avrebbe pensato di provare tanta gioia grazie ad una sola frase.
Di quel bastardo che andava in prigione gliene importava, ma mai quanto sapere di avere finalmente un periodo di meritato riposo.
La notizia era stata prima accolta dal capo e poi trasferita ai suoi colleghi.

Jimin e Jungkook erano scoppiati a piangere come due bambini, mentre abbracciavano praticamente chiunque. Singhiozzavano parolacce sconnesse, per sfogarsi.

Taehyung e Hoseok si occupavano di consolare tutti, nonostante anche loro avevano gli occhi lucidi dalla gioia.

Seokjin si era messo ad urlare euforico, correndo per tutti i corridoi della Bulletproof dicendo parole incomprensibili e lodando se stesso come una divinità.

Ma la parte migliore era stata sicuramente quando Yoongi entrò come una furia in ufficio, in ritardo e corse verso Jimin. Lo abbracciò forte e lo baciò con foga davanti a tutti.

Tutti rimasero alquanto stupiti. Anche se già da un po' se lo immaginavano, non pensavano certo di venirlo a sapere così.

[...]

Il capo della Bulletproof aveva organizzato una festa della "chiusura del caso".
Di solito festeggiavano alla chiusura di tutti i grandi casi, serial Killer e lunghe indagini.
Non aveva partecipato solo la squadra di Namjoon al caso, ma avevano dato il loro contributo anche quella di Xiumin e di Jackson.

La Bulletproof era stata trasformata in una location perfetta per un evento di quella importanza.
Non era una festa di quelle popolari, sembrava più che altro una per ricchi. Erano comunque agenti federali e quella era una centrale di polizia.

C'erano quasi tutti gli agenti dell'istituto, tutti vestiti in giacca e cravatta
Erano stati pagati alcuni camerieri che distribuivano champagne in giro per la sala principale.
La location era stata allestita con un lungo tavolo dalla tovaglia rossa, imbandita di cibo.
Non c'era l'ombra di qualcosa di estremamente alcolico, per prevenire possibili sbronze.
Disparsi qua e là si affacciavano dei comodi divani con difronte un tavolino.
Ma la maggior parte delle persone erano in piedi e chiacchierare.

Taehyung e Jungkook scesero dalla macchina e si diressero all'interno della struttura. Taehyung indossava un completo di Gucci rosso mentre Jungkook era andato sul classico.
A malapena la riconoscevano, talmente fosse diversa.
Incrociarono il resto della squadra, che gli sbracciava da un angolo della sala.
All'appello mancavano solo Seokjin e Jimin.

«Jin non è con voi?»
chiese subito Namjoon, guardandosi in torno.

«Buonasera anche a lei capo.» rispose a tono Jungkook, facendo ridere tutti.
In mano avevano tutti dei calici, che i camerieri si preoccupavano di riempire ogni qualvolta che il liquido finiva.
Il capo sospirò, accennando un sorriso.

«Jimin?» chiese ovviamente Yoongi, preoccupato per il suo fidanzato ventiquattro ore su ventiquattro.
Taehyung alzò gli occhi al cielo e diede l'ennesima risposta negativa.

Dopo poco Seokjin apparì al portone dell'ingresso.
Era davvero molto affascinante.
Portava un completo elegante bianco, probabilmente di Chanel.
Taehyung non appena vide il marchio arricciò il naso infastidito. Gli aveva ripetuto tutta la sera di indossare Gucci...

Ma Namjoon rimase dei secondi interi ad ammirarlo in tutta la sua bellezza.
Deglutì pesantemente e porse il suo bicchiere ad Hoseok, ordinandogli di tenerlo.
Tutti erano con gli occhi fissi su di lui.
Si avviò a passo felpato verso l'entrata, proprio nella sua direzione.
In quel momento non gli importava con fosse e cosa stesse accadendo, stava semplicemente seguendo l'istinto.
O per meglio dire, il cuore.

Prima che Seokjin potesse chiedergli spiegazioni sul suo comportamento, il suo capo lo aveva già afferrato per la cravatta.
Lo avvicinò bruscamente a se e gli mise una mano sulla schiena.
Guardò il suo viso stupito per pochi secondi, per ammirarlo ancora. Poi si fiondò sulle sue labbra, intrappolandole in un bacio.

Jungkook sputò lo champagne addosso al completo di Hoseok, che lo insultò in malo modo, mentre alcuni dipendenti applaudivano felici.

Seokjin non riusciva ancora a realizzare niente, era solo tanto, troppo felice.
Gli mise una mano dietro la nuca, assecondando i suoi movimenti con le labbra. Poi un rossore si affacciò sulle sue guance, sentendo gli occhi e gli schiamazzi felici rivolti a loro due.

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