🚧 Bulletproof 🚧

Run

POV Taehyung

Adoro vedere il suo volto rosso di rabbia quando gli faccio i dispetti e quando mi rincorre per tutto l'edificio. Ma la parte più divertente è vedere le facce dei nostri colleghi quando sfrecciamo loro davanti, sfiorandoli per un pelo. Ce ne sono di tutti i gusti.
Jungkook conosce più lingue di quanto sapessi, ma non gli bastano per dire quanto mi vorrebbe morto.

Ho trovato il mio anti-noia finalmente e sono anche contento che sia più piccolo con me. Gli altri conoscono solo il lavoro.

Sento Jungkook che ha investito un altra persona, le chiede scusa e continua a correre nella mia direzione, fregandosene degli insulti appena ricevuti. Si rimette a correre più velocemente per recuperare la distanza persa in quei pochi secondi.

«FERMATI COGLIONE!»
Urla per l'ennesima volta e io non posso far altro che continuare a ridere.
Alla fine vince sempre lui, ma non alza neanche un dito contro di me. Neanche un schiaffo, un pugnetto innocente. E ne sarebbe capace, è il suo aspetto da ragazzino che è ingannevole.

Mi giro un attimo per vedere se è ancora dietro di me e subito dopo un forte rumore seguito un dolore terribile. Sento un male cane sulla parte del naso e della fronte. Cerco la parete sulla quale mi appoggio subito dopo e mi accascio sul pavimento. Porto le mani sul naso e sento Jungkook che mi viene incontro.

«Taehyung! Taehyung, stai bene?»
Il dolore passa in meno di dieci secondi e continuo a sorridere per la figura che ho appena fatto. Per terra ho lasciato incustodito il suo fascicolo, ma Jungkook lo ignora completamente. I suoi occhi sono incollati su di me.

Dalla porta sulla quale ho sbattuto esce un ragazzo che conosco fin troppo bene:
Min Yoongi.
Speravo uscisse Hoseok, così almeno ci facevamo due risate.
Ci guarda con il suo sguardo disinteressato. Prima scruta Jungkook e poi passa a me, sembra notare che sono a terra con un enorme livido in fronte.
«Cazzo hai fatto.»

Tre parole ha usato. Beh, almeno non ci ha ignorato.

Min Yoongi, capelli platino, bellezza solo seconda alla mia, pelle lattea e alto poco più di Jimin.
Anche lui è un membro della nostra squadra e si occupa degli interrogatori. In pratica, quello che fa dire la verità alle persone, compito perfetto per la sua personalità.
A mali estremi usa anche gli strumenti di tortura e Dio solo sa cosa sentiamo provenire dalla sala interrogatori quando sta lavorando con quelle procedure.
È un po' come assistere ad un film horror ed infatti Jimin mi lascia solo dopo 2 minuti.

«Il coglione qui mi ha rubato il fascicolo.» Gli dice Jungkook. Vorrei tanto dirgli che sta tenendo le mani su quelle del coglione e il suo fascicolo è a pochi metri da lui, se non se fosse accorto.
Sento un qualcosa di liquido che mi scende dal naso e un forte giramento di testa. Per riflesso, stringo la mano di Jungkook e lui torna a guardarmi.
I suoi occhi si dilatano.
«Taehyung stai sanguinando!»

[...]

POV Jungkook

É solo un cretino.
La deve smettere con questi giochetti, o finirà veramente per farsi male. Sono divertenti è vero, ma io questo non glielo posso dire, o non mi lascerà in pace per tutta la vita. Si farà male di nuovo, me lo sento. E se succede è un casino perché poi chi ce lo porta in ospedale? Poi mi sentirei in colpa io. Non posso permettere che continui a-

«Jungkook rilassati, è solo sangue dal naso.»
mi dice Seokjin, mentre mette apposto del cotone sporco di sangue nella sua borsa delle medicazioni.

Taehyung è seduto sul lettino della sala autopsie e tiene un fazzoletto sul naso che piano piano si tinge di rosso.
L'autopsia è quando si effettuano dei controlli su un corpo morto per ricavarne il motivo del decesso. È fondamentale per il caso.

Seokjin è il nostro medico legale, si occupa di fare l'autopsia sulle vittime, ma è anche un infermiere.
Lui è il più grande della squadra, è affascinante ed è un po' come una mamma per noi. Ci ospita a casa sua quando non vogliamo cucinare, ci medica le ferite, si preoccupa per noi e ci consola. Ha i capelli neri e delle spalle larghe, a volte fa delle battute squallide e la sua risata farebbe ridere pure le rocce.

«Io sono rilassato.» dico offeso. Mica mi sono preoccupato così tanto, solo che...