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Attenzione: linguaggio scurrile

POV Jungkook

Come immaginavo, Yoongi è rimasto dentro con lui.
Non ce la farebbe a sopportare tre giorni senza vederlo, ha già sofferto tanto e ora non lo vuole proprio lasciare andare.
Credo che prenderà dei permessi per il lavoro, conoscendolo.
Li chiamerò ogni tanto per sapere come va, mi mancheranno.

Seokjin ha continuato a lamentarsi del fatto di essere migliore di quell'infermiera e non ha smesso di criticarla per mezzo secondo.
Con tutta la squadra ci stiamo avviando verso la macchina della Bulletproof.
Probabilmente torniamo in ufficio dannazione, è stata una giornata pesantissima e ancora non è finita.

«Io e Jungkook torniamo a casa.»
dice Taehyung con voce decisa, mentre mi afferra saldamente per un braccio.
Non ha la stessa voce di sempre è... più dura.
Il resto della squadra ci guarda e annuisce, mentre salgono sulla macchina. Ci salutano velocemente e ripartono per la Bulletproof.
Io lo guardo stranito: non mi ha chiesto neanche il permesso!
«Come ci torniamo a casa?»
sbotto guardandolo, lui neanche mi guarda e mi trascina verso una macchina nera...
ma quella è una Limousine?

[...]

Non abbiamo spiccato parola per tutto il viaggio.
Io sono rimasto incredulo a fissare l'interno di quella macchina stra-bella stra-figa stra-tutto.
Mi sono domandato più volte come diavolo aveva fatto a farsi portare la Limousine.
Lo guardato di sottecchi più volte e mi è sembrato parecchio arrabbiato.

«Che cos'hai?» chiedo, cercando di essere il più convincente possibile.
Lui mi guarda in cagnesco e poi mi ringhia un freddo:
«Dopo Jungkook.»

Ce l'ha con me?
È per questo che non mi parla?
Ma che diavolo ho fatto io?

L'autista ci lascia proprio difronte al mio palazzo e poi saluta Tae con un "arrivederci signorino Kim", mi trattengo da non fare una faccia schifata.
Lui continua a non parlarmi, né per le scale né in ascensore.
Ma che diamine ho fatto?
Non me lo poteva dire prima, invece di fare tutta questa scenata?

Apro la porta dell'appartamento deciso ed entro.
Lui richiude la porta dietro di se e sospira.
Ah, lui sospira eh?
Quello che dovrebbe farlo sono io cavolo.
«Adesso mi spieghi che cazzo ti ho fatto?»
dico alzando un po' la voce.
Lui si gira di scatto e si avvicina a me con passo felpato.
Aggancia le sue mani alle mie spalle e mi scuote verso la sua direzione.
Mi guarda fisso negli occhi e io ci noto della preoccupazione.

«Quando cazzo avevi intenzione di dirmelo?!»
mi domanda ringhiando, come se io lo avessi tradito o roba simile.
Dopo incolla i suoi occhi alla mia gamba ferita dal proiettile e poi risale su di me.
Capisco al volo.
Merda.

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