I ricordi travolgenti.

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Era passata un altra settimana da quando mi ero trasferita a Londra.

Avevo due amiche fantastiche.

Avevamo appena fatto un pigiama party assurdo.

Erano fantastiche quelle due.

Allegre, spensierate, uniche.

La loro allegria e spensieratezza a volte però scompariva improvvisamente, senza un perché e un per come.

C'era qualcosa che nascondevano, un segreto profondo e doloroso che aveva scalfito le loro anime.

Non sapevo che cosa fosse, ma anche loro non sapevano alcuni dei miei segreti,o meglio IL segreto.

Quel demente di Nick, invece, non mi aveva rivolto la parola, non so il perché.

Non mi importava, o forse si ?

Boh.

Oggi era domenica ed ero sola a casa.

Stavo cucinando i pancake.

I suoi preferiti.

Mi bloccai di scatto.

Non ci avevo pensato, li mangiava sempre.

Inizio flashback.

-"Franciii"

"Che c'è Annie?"

"Ho fame"

"Anche io"

"Ti va di provare a cucinare?"

"Si che cosa?"

"I pancake. Me li fa sempre la mamma"

"Davvero?"

"Si,dai iniziamo"-

Fine flashback.

Buttai tutto nella pattumiera e non mangiai e tutte le lacrime che avevo trattenuto in quel periodo traboccarono dai miei occhi.

Iniziò a suonare il cellulare dopo un po', non risposi.

Ero accasciata a terra davanti al divano e abbracciavo le mie ginocchia.

Piangevo.

Il suo ricordo mi ritornava sempre alla mente, come un post-it che ti ricorda qualcosa, una sveglia.

Era sempre li, non la dimenticavo mai.

Quando pensavo che ormai fosse passato il dolore e che io mi fossi finalmente abituata alla sua assenza, lei tornava nei miei ricordi.

Forse le persone non si possono dimenticare.

Il cellulare continuava a squillare.

Dall'esasperazione risposi tra le lacrime incandescenti che scivolavano sul mio viso.

"P-pronto" dissi con voce tremula.

"Ehi piccola" rispose una voce maschile, seriamente preoccupata, che conoscevo bene ormai. Era lui.

"Che vuoi? Non mi parli per un intera settimana e poi mi chiami, ma che cazzo hai in testa?"

"Vaffanculo" gli dissi e riattacai.

Aveva sbagliato.

Lo sapevo che dovevo stare lontano da lui.

Me lo avevano detto quelle due:" Lui è il diavolo"

Si era un diavolo dalle parole dolci.

Continuavi a pensare a lei.

Annie era il mio sole personale.

Aveva capelli neri con occhi verdi accompagnati da sfumature gialle attorno alla pupilla.

Era bellissima, la più bella.

Illuminava le persone e le rendeva migliori con le sue risate e sorrisi.

Continuavo a piangere e tra i singhiozzi mi addormentai.

La sognai.

"Franci"

"Annie"

"Che stai facendo stupida ? Piangi?"

"Si"

"Perché ?"

"Perché non vedo il tuo sorriso, i tuoi occhi. Non sento la tua voce, le tue cretinate. Mi manchi"

"Ma io sono qui"

"Dove? Io non ti vedo"

"Sono nel tuo cuore. Vivo nei tuoi ricordi, nei tuoi sorrisi. Vivo in te. Resto con te anche se non te ne accorgi. Sono sempre con te. Te lo ho promesso"

"Devo andare ora"

"No aspetta, aspetta"

Mi svegliai e riconobbi una o due sagome davanti a me.

E il diavolo mi salvó.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora