Fidati.

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Pov' s Nick .

Le giornate dapprima pesanti con lei diventavano leggere e finalmente piene.

Il passato con lei spariva e non tornava a cercarmi anche se sapevo che mi aspettava impaziente.

Quel cuore che avevo chiuso in cassaforte con doppia mandata era stato aperto senza fatica da lei.

Mentre però, galleggiavo nella felicità, non mi ero accorto che forse anche lei aveva sofferto in passato.

Eppure sembrava così forte.

Il tatuaggio che aveva significava qualcosa di profondo.

Non me lo voleva dire.

Dovevo fargli capire che di me si poteva fidare, più degli altri.

...

"Sta sera andiamo a vedere le stelle ?"

"Sei pazzo? Si congela!"

"Non ti preoccupare "

...

Era sera e ci avviavamo con il mio pik-up verso una spiaggia isolata ad un ora da Londra.

Era perfetta.

"Siamo arrivati?" Chiese impaziente come una bambina Francesca.

"Si, cinque minuti"

"Che bello"

"Ahah"

"Veloce!"

...

"Sono convinta che prenderemo freddo"

"Shh. Siediti e basta. Dai, ti abbraccio io e poi c'è anche il piumone"

"E va bene"

Avevo sistemato il retro del pik-up in maniera che ci si potesse sedere o anche stendere stando comodi. Avevo portato coperte cuscini e tutto l'occorrente.

...

"Guarda. Guarda là. È passata una stella cadente"

"Hai espresso un desiderio?"

"Si"

"Cosa?"

"Non si dice se no non si avvera. Ti dico solo per sempre"

"Ti fidi di me ?"

"Certo"

"Lo sai che qualunque cosa tu voglia dirmi puoi dirmela?"

"Si che lo so. Perché ?"

"Perché qualunque sia il tuo segreto puoi dirmelo"

"Non...non ho nessun segreto" gli tremava la voce.

"Lo sai che non ti credo, che ti conosco"

"Appunto perché mi conosci dovresti sapere che non ho segreti"

"Parlamene, perché non vuoi farlo. Come posso capirti se non ti fai conoscere" ormai urlavamo.

"Già mi conosci, non c'è bisogno di sapere questo"

"Perché, se è tanto importante perché me lo tieni nascosto?"

"Ti dico che non è importante" urlava mentre gli tremava la voce.

"Va bene".

Dopo un po' sentii dei singhiozzi provenire dalla sua persona.

"Ehi" dissi con aria assicuratrice.

"Sono troppo codarda per parlartene, scusa. Fa male ricordare. La gente se ne è già dimenticata, quando è successo solo undici mesi fa. Vorrei farlo anche io. Cazzo quanto lo vorrei, ma è sempre qui, vedi? Non esce, si è conficcata nel mio cuore nella mia memoria e non va più via"

Al che la feci girare e le presi il viso fra le mani.

"Se non sei pronta non lo fare capito?"

"No, devo parlarne a qualcuno se no esco pazza"

"Sfogati"

Fece un respiro profondo e iniziò a parlare.

Mentre le lacrime gli solcavano il viso intraprendeva il suo discorso e il suo dolore, che sembrava inesistente, iniziava a contagiarmi.

"Io e Annie ci siamo conosciute all'età di dodici anni. A quell'epoca già mi tagliavo. Pensavo che mi potesse aiutare a sentirmi meglio, la stronza più grande che potessi pensare. Mi faceva male e mi rendevo conto solo di quanto fossi sola" mi mostrò la parte superiore delle gambe e notai diverse cicatrici che scendevano lunghe per la gamba.

Presi a baciargli quelle cicatrici e ad ogni bacio lei fremeva. Per il freddo le alzai il leggins. La feci riaccomodare sulle mie gambe.

"Come dicevo mi tagliavo già e lei arrivò nella mia classe delle medie e subito diventò mia amica, amica della ragazza strana. Così mi chiamavano, sai? Faceva male, più di mille coltellate, quella solitudine, eppure, fingevo ogni giorno la felicità. Arrivò lei e tutto cambiò, i giorni si colorarono di altri colori e la vita continuava a scorrere nella spensieratezza. Sembrava che finalmente avessi trovato anche io la mia pace. Un giorno andai con lei a farmi questo tatuaggio, a Roma, come ti avevo detto. Dista due ora da Napoli andammo la mattina facendo filone a scuola era di martedì. Ricordo come se fosse ieri quel giorno. Lo facemmo perché credevamo di essere due combattenti contro la vita, l'avversario più forte. Eravamo così felici e spensierate. Una settimana dopo lei...non lo mai ammesso ad alta voce, ma lei morì. Eravamo insieme quel giorno era giusto una settimana dopo quel martedì sette Febbraio, il quattordici era. Quel dì eravamo insieme e passeggiavamo allegramente per le vie di Napoli, se nonché ad un certo punto mi venne la brillante idea di fare una gara, una gara di corsa. 'A chi arriva prima dall' altra parte della strada' le dissi, e, cristo, quanto vorrei non aver pronunciato quelle stramaledette parole.  Stupida. Arrivai solo io dall'altra parte. Quando mi girai e non lo vidi pensai che fosse scappata facendomi uno scherzo, ma qualcos'altro attirò la mia attenzione, un gruppo di gente era accalcata intorno a qualcosa per strada. Eppure non mi ero accorta di niente. Mi avvicinai cauta e vidi la mia migliore amica stesa per terra, inerme, dissanguata. Una macchina l'aveva buttata sotto scappando via. In quel momento non ricordo esattamente tutte le emozioni che provai era un continuo susseguirsi di urli che volevano uscire fuori, farsi sentire, eppure restai in silenzio. Zitta. Con tutto quello che, dentro di me, faceva a botte, si frantumava, fremeva per uscire io semplicemente rimasi zitta. Fini in coma. Un mese di coma. Non tornai quasi per niente a casa, restai li ferma ad aspettare, solo ad aspettare, qualcosa che non arrivò mai. Un giorno un dottore si avvicinò alla mamma di Annie e ci diede la notizia. "È morta" pronunciò freddo. Sembrava abbattuto, chi sa quante ne aveva viste moire così. Quello che successe dopo furono giorni neri, colorati dal sangue che usciva dalle mie vene, che non restava dove doveva restare. Io che cercavo di scappare dal dolore e lui che puntualmente mi trovava. A quel punto non servivano medici, psichiatri, amore, odio, amici, incoraggiamenti, solo lei. Ma non sarebbe più tornata."

In altri momenti sarei scappato da questa confessione ma in quel momento l'unica cosa che mi tratteneva era il suo bisogno di me e la voglia di assisterla.

Le asciugai con dei dolci baci le lacrime che le scendevano incontrollate.

Quegli occhi si erano bagnati di troppe lacrime fino a ora e, adesso, toccava a me far si che ciò non accadesse più. Mi giurai che quelle lacrime sarebbero potute essere solo di gioia e quel viso prezioso avrebbe solo sorriso d'ora in poi.

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Si legge ???

E il diavolo mi salvó.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora