Le ferite del mio cuore.

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Mi svegliai e mi ritrovai nella stessa posizione di quando mi ero addormentata.

Era così bello e strano averlo vicino.

Mi sentivo completa ed appagata.

Come se la mia pace fosse contenuta in una sola parola, il suo nome, in una sola persona, lui.

Lo fissai per qualche istante e la tranquillità ritorno a far parte della mia vita dopo un mese. Lui, era sano e salvo ed era tornato.

Mi chiedevo se avessi potuto reggere un altra scomparsa sua.

No.

Mi risposi.

Nel frattempo Nick si svegliò.

"Ehi" mi disse assonnato.

"Ehi" gli risposi con un sorriso enorme sulle labbra.

"Hai fame ?" Chiesi.

"Si"

"Andiamo a fare colazione da Starbucks ?" Gli chiesi.

"No, non ho voglia di uscire" rispose scocciato.

"Vabbene. Ma tu vieni a prepararti la tua parte" gli puntualizzai.

"Mi era mancata la tua acidità" disse sorridendo.

"Ma la mia non è acidità, è dolcezza andata a male"

"Sei tu che l'hai fatta ammuffire"

"La colpa non è mai di una sola persona"

"Dipende dalla situazione" disse con un aria triste.

...

Eravamo in cucina a preparare la colazione.

"Vuoi la panna ?" Mi disse con un ghigno in volto.

"Sii" gli dissi io contenta.

"Okey"rise.

Non capivo perché rideva, ero girata.

Al improvviso mi ritrovai voltata verso di lui e con il naso bianco.

"Brutto stronzo"

Presi il miele e glielo spalmai in faccia.

"Abbiamo anche le stronze"

"Se si vengono provocate"

La cioccolata, dopo quella frase, fu sulle mie gote infuocate.
"Nick" urlai mentre lui scappava come un codardo, anzi lui lo era.

Aveva paura di me?

Alla fine lo avrei potuto solo sbattere a terra e riempirgli la bocca di dentifricio.

"Fermati"

Caddi e mi aggrappai a lui.

Finimmo sul tappeto, come per fare l'angelo sulla neve.

"Mi sei mancato" dissi mentre ridevo.

"Anche tu, piccola"

"È troppo presto per chiederti perché sei andato via?"

"Decisamente"

"Vabbene" dissi delusa.

"Invece tu? Chi hai fatto ?"

"Solite cose"

Dopo dieci minuti di silenzio, stesi ancora sul tappeto, Nick parló.

"Posso chiederti una cosa?"

"Dipende da cosa"

"Chi è Annie?"

Mi sentii mancare al suo nome.

Era da tanto che non lo sentivo nominare ad alta voce da qualcuno che non fossi io. Era come se attestasse che lei era veramente esistita, che, anche se per un periodo breve, lei avesse davvero fatto parte della mia vita.

"Ne-nessuno. Ma che ne sai tu di lei?"

"Nella notte continuavi a ripetere questo nome e a dire ' non te ne andare, resta' mi hai svegliato un paio di volte, sonnambula"
"Scusa" dissi affranta dal dolore che ancora mi avvolgeva l'anima.

"Andiamo a fare colazione ? "

"Ovviamente my lady" disse lui spiritoso.

"Sai, anche le lady sanno farti male"

"Per esempio?"

"Beh, sai, con la panna potrei facilmente trasformarti in un pinguino o non lo so un panda volante"

"Ah-ah, ma la domanda che ti pongo è : perché volante?"

"Hai tanta voglia di scoprirlo, vedo"

"No no"

La giornata trascorse tra risate e battute idiote.

Del perché Nick fosse spartito, nemmeno un accenno da parte sua o mia.

Di Annie neanche.

Ero curiosa di sapere cosa fosse successo a Nick, ma avevo ne anche paura. Sapere cosa fosse successo a Nick voleva dire partecipare a qualunque gli fosse successa bella o brutta. Nel secondo caso non so se gli sarei potuta essere d'aiuto, alla fine ero ancora incapace di essere d'aiuto a me stessa.

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Angolo autrice.

Ehi popolo di Wattpad, scusate mille volte per il ritardo.

Ho avuto molto da fare in questi giorni, poi si è anche aggiunto un blocco dello scrittore. Pensate, oggi, mentre andavo ad allenarmi in macchina pensavo a come continuare la storia, è davvero impegnativo, ma fa niente. Mi diverte un sacco, a fine giornata, leggere i vostri commenti, quindi, per favore commentate in tanti.

Grazie a tutti.

Con affetto,

Dream_Paradise ❤️.

Vi voglio bene 😁😁❤️❤️❤️.

E il diavolo mi salvó.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora