I miei segreti.

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Era Natale e sapevo che sarebbe stato il primo felice, dopo anni.

Mi svegliai tra le sue braccia possenti e mi accorsi che sulla tartaruga che spiccava sulla sua pancia c'era un tatuaggio di cui non mi ero mai accorta.

Aveva una grande bussola.

Ero stupita di non averla mai notata.

Sul cuore, invece, aveva una serratura.
Era piccola, non troppo grande.

Volevo riuscire a vederlo tutto ma non riuscivo a muovermi.

Mi teneva stretta come se potessi scappare, cosa che non sarebbe mai potuta succedere.

Lui era...era il mio posto bello. Era la casa che non avevo mai avuto. Era la stabilità unita all' imprevedibilità di una persona. Era le mie rassicurazioni. Era l'amore di cui avevo bisogno. Era l'imperfezione più perfetta del mondo. Era la semplicità di un amore. Era la mia metà, cosa che potrà sembrare scontata, lui era l'opposto di quello è per questo ci completavamo, Io mi distruggevo e lui mi ricomponeva; lui spariva e io lo trovavo; io scappavo e lui mi inseguiva; lui mi allontanava e io mi avvicinavo sempre di più; io cadevo e lui mi tendeva la mano; lui si ubriacava e io lo portavo a casa. Era un dare e avere il nostro.

Dare amore e riceverlo.

"Buon giorno amore" sorrise.

"Buon giorno" mi accoccolai sul suo petto.

Continuavo a pensare che se avevo lui le droghe, i tagli, le cuffie, il mondo fuori dalla porta, le lacrime non servivano. Perché il mio mondo, il mio universo era lui.

"A cosa pensi?" Mi accarezzava la schiena.

"A niente"

"Non è vero. Quando pensi a qualcosa di importante fai una faccia seria"

"Si ? Non me ne sono mai accorta"

"Dai, dimmi. A che cosa pensi" giocava con una mia ciocca.

"A noi"

"Noi? E cosa pensi di 'noi'?" Fece il segni delle virgolette.

"Penso che sei lo stupido migliore che potesse capitarmi"

"Ah-ah sei davvero simpatica. Non so se offendermi o prenderlo come un complimento"

"Mi fai vedere i tuoi tatuaggi ?"

"Così ? Di punto in bianco?"

"No, è che mentre dormivi ho notato questo"

"Ecco, guarda" si girò su di un fianco.

Aveva tatuata una bussola enorme sulla parte bassa della pancia

"Che significa ?" Gli chiesi.

"La bussola ?"

"Si"

"Trova il tuo posto nel mondo"

"Hai scritto 'Fighter'?"

"Si. Significa combattente"

"Anche io c'è l'ho scritto"

"Hai un tatuaggio?"

"Si. Guarda, qui" alzai la maglietta e mi misi in ginocchio davanti a lui. Lo avevo scritto in basso a destra sulla pancia. Il tatuaggio veniva coperto dalla maglia ma non dalla mutandina.

Mi iniziò a toccare, con piccole carezze, il tatuaggio.

"Ti piace ?"

"È il mio stesso tatuaggio. Come potrebbe non piacermi?"

"Simpatia portami via"

"Scherzavo. Perché ti sei fatta un tatuaggio?"

"Per vari motivi"

"A quanti anni?"

"A sedici anni"

"Dove?"

"A Roma. Un giorno mi sono svegliata e ho deciso che dovevo avere un tatuaggio, allora lo ho fatto"

"Da sola ?"

"Si. Completamente sola. Non avevo nessuno"

"Che vuol dire nessuno?"

"Nessuno vuol dire nessuno" troppe domande personali mi mandavano in tilt il cervello.

"Andiamo a fare colazione" lo precedetti.

"Certo"

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Capitolo di passaggio.

Non mi uccidete per il capitolo troppo corto😂✌️❤️🙏.

Serve per quello che deve succedere dopo questo capitolo.

Mi metto subito all'opera, ci sentiamo tra un po' ❤️

E il diavolo mi salvó.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora