Casa mia o tua ?

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"Svegliati" una voce maschile mi diceva.

"Shhh" sibiliai.

"Francesca ti devi alzare"

"Ma è presto!" Esclamai lamentandomi.

"Ci credo, dobbiamo andare a scuola"

"Oddioo" urlai.

Mi alzai ed andai in bagno a prepararmi.

Presi dalla valigia le prima cose che trovai e iniziai a lavarmi e vestirmi.

Era davvero tardi.

"Casso. Non potevi scvelialmi plima"

"Cosa ? Fra finisci di lavarti i denti prima. Non capisco niente!!"

"Sei plopio nelvoso sta mattina!"

Tornai in bagno e mi iniziai a truccare alla meglio.

Eravamo in orario, stranamente.

Nick era nervoso.

Non sapevo di preciso cosa aveva, però cercavo di non pensarci.

Anche io ero un po' nervosa, alla fine dovevo farmi vedere mano nella mano con lui da tutte le sue vecchie conquiste. Ma non mi sarei fatta mettere i piedi in testa, assolutamente no.

Mi fermai di scatto davanti all'ingresso della scuola. Lui, con uno sguardo corrucciato si fermò di scatto e ritornò indietro stringendo ancora di più la mia mano.

C'era il solito gruppetto di Nick li vicino e c'erano anche le solite oche che mi guardavano e volevano fulminarmi, si vedeva.
In quel momento mille idee si facevano largo nella mia testa. Due prevalevano.

Scappare a gambe levate o restare facendomi valere ?

Di sicuro la prima mi attraeva di più ma la seconda era la più giusta, sicuro.

Lo rassicurai sbattendo le palpebre un paio di volte e sorridendo. Non era convinto ma continuò a camminare sicuro, stringendomi.

Davanti a tutti quei ragazzi che mi scrutavano da capo a piedi, mi sentivo intimorita, ma stavano cercando di capire cosa centrassi io in quel momento lì. Ero in soggezione, eppure con lui al mio fianco non temevo niente e nessuno.

"Ehi" disse Nick accendendosi una sigaretta, segno che era ancora nervoso.

Non pensavo fosse per la scuola, anzi, ne ero assolutamente sicura.

Lì dentro era acclamato, qualunque cosa facesse.

"Ehi Bro'. Hai portato una nuova ragazza"

"Lei non è UNA ragazza, lei è LA ragazza" disse sicuro, guardando altrove ma stringendomi sempre sotto il suo braccio.

"Non ti scaldare amico"

"Oh ma guarda"disse una vocina civettuola.

"Oddio" disse sottovoce Nick.

Non vedevo la fonte della voce perciò mi guardavo intorno. Ad un certo punto sbucò una ragazzina piccola piccola con i capelli lunghissimi biondo platino.

"Piacere, mi chiamo Molly" mi si avvicinò e mi porse la mano.

"Piacere, Francesca" gli strinsi la mano.

"Chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti"

"Beh, vado a scuola qui"

"Ah, davvero ? Sai a volte le persone che frequentano questa scuola al quanto inutili mi sfuggono. Scommetto invece che tu mi consoci"

Mi stava provocando. Tanti di quegli insulti mi si insinuavano nella mente in quel momento che non riuscivo neanche a formulare una frase di senso compiuto.

L'ira mi uscì dalla bocca e iniziai a parlare.

"No. In verità non ti conosco. Sai, le persone al quanto basse mi sfuggono. Ma nel tuo caso dovrebbe essere diverso, hai un neon al posto della testa. Chi sa come mai non mi ricordo di te "

Detto questo fece una faccia schifata e se ne andò.

Da li in poi ci furono risate a non finire. Gli amici tutti tatuati di Nick si congratulavano con me per aver rimandato Molly da Biancaneve. Dicevano che era una vera rompiballe. Non si scollava da dosso. Mi stavano simpatici i suoi amici, nonostante al primo impatto non mi erano piaciuti. Mi chiedevo dove fossero invece le mie di amiche. Possibile che le loro vacanze durassero così tanto ?
Non le avevo sentite neanche al telefono perché non prendeva. Gli volevo dire di me e Nick, però non per messaggio, da vicino. Certe cose hanno bisogno di abbracci veri non virtuali.

...
La giornata era finita e dovevo tornare a casa.

Dopo tre settimane.

No mi ero resa conto che dovevo tornare a casa mia e che Nick, molto probabilmente, era nervoso per quello.

Non ci volevo tornare neanche io in verità, preferivo restare da lui, ma mi sembrava troppo presto per una convivenza a diciannove anni.

Eppure casa mia non mi sembrava tale, dove c'era lui era casa.

Eravamo nella sua Chevelle, faceva freddo non avevamo preso la sua moto.

Tamburellava il dito sul volante della macchina, era snervante quel suono.

Lo fermai toccandogli la mano.

Mi guardò perplesso e lo fissai al che lui accostò la macchina.

"Che c'è?! " disse girandosi dal mio lato per parlare.

"Che c'è ? Sei nervoso e si vede"

"E allora ? Pareva non ti interessasse molto sta mattina a scuola"

"Ma che dici ? Se non so neanche perché stai così !"

"Appunto. Ma tanto è una cretinata "

"No, se riguarda te non è una cretinata"

"Niente"

"Dicii!"

"Che vorresti sapere dimmi? Che sono in ansia perché andrai a casa tua, di nuovo, per la prima volta da quando stiamo insieme ? Che sto diventando una femminuccia sempre preoccupata per te ? "

"Si lo voglio sapere ! "Gridai

"Allora si, sono una femminuccia nevrotica in perenne preoccupazione per te"

In quel momento non potei far altro che abbracciarlo. Era bellissimo averlo al mio fianco.

"Ti amo"

"Ti amo anche io" mi prese fra le sue braccia. Ero a cavalcioni su di lui e il mio petto faceva su e giù contemporaneamente con il suo.

Eravamo una cosa sola. Dove andava lui andavo io.

"Nick portami a casa tua. È lì che voglio stare, vicino a te"

"Non sei obbligata a farlo"

"Non sei obbligato a sopportarmi"

"Lo farò con piacere"

Mi baciò la fronte e assaporò il mio odore.

"Sei la cosa più importante. Lo sai ?"

"Si lo so" risposi senza esitazioni.

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Scusatemiiiiii🙏🙏🙏🙏🙏🙏

Sono in supermegaultra ritardo.

Spero che i piaccia il capitolo, io ora devo andare alle gare un bacio a tutti vi voglio bene ❤️❤️

Con affetto,

Dream_Paradise_ ❤️

E il diavolo mi salvó.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora