eleven

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Provai a chiamare più e più volte Lia ma orami erano passata più di due ore che ci trovavamo  in cantina ad aspettarla e il telefono era partito.
«non tornerà» parlò divertito l'uomo d stranita
chiusi la chiamata
«cosa?» chiesi stizzita dal suo continuo ridere
«è facile tu mi tieni chiuso qui, lui tiene la ragazza è un semplice scambio equo»
La sua risata rimbombò nella stanza chiusa Lucas mi superò sbraitandogli contro per poi iniziarlo a riempire di pugni e parolacce.
Osservavo Alex tenersi la testa tra le mani mentre Jackson muoveva nervosamente la gamba su e giù e picchiettava il dito sulla scrivania. L'avviso di un nuovo messaggio riecheggiò nella stanza facendo brillare i telefoni di tutti, un messaggio di un numero sconosciuto con allegato un video. Osservai Jackson smanettare abilmente qualcosa al computer e il video venne trasmesso al monitor sul muro.
Il mio respirò si fermò quando la figura di Lia venne esposta nel video con molteplici ferite.

"ciao ragazzi vi ricordate di me? credo proprio di sì e credo anche che voi abbiate qualcosa di mio e a me non piace quando altri possiedono la mia roba quindi per questo vi chiedo gentilmente di riportarmi quello che mi è stato sottratto e alla vostra cara amica non sarà tolto neanche più un capello"

Un urlo straziante uscì dalle sue labbra appena un uomo le si avvicinò prendendola per i capelli e fu lì che il video viene interrotto.
«dov'è?» chiesi all'uomo cercando di mantenere la calma
«dimmelo» urlai spazientita, non osavo immaginare cosa le potessero star facendo, continuare ad insistere era inutile non avrebbe detto una parola.
Una videochiamata da Meredith ci risvegliò dai nostri pensieri, sorrisi e girai con forza il viso dell'uomo verso il muro.
«guardate chi c'è, salutate paparino» Il sorrido della bionda fece rabbrividire l'uomo che osservava sua moglie e i suoi figli esser tenuti in ostaggio
«ti dirò tutto» urlò guardando lo schermo
«te lo giuro, ma ti prego lascia libera la mia famiglia» continuò disperato
«è al Caos Pub» sospirò chiudendo gli occhi quando Alex gli puntò una pistola alla fronte
«grazie e adios amigo» spero
Entrammo nel pub e sorpassammo la tenda in velluto rosso, salì su un tavolo catturando l'attenzione di tutti.
«oggi come oggi non voglio creare altri casini, quindi ditemi dov'è Torres» osservai le persone nel club con un sorriso e le mani unite in segno di pazienza
«ho chiesto dov'è Torres» urlai più forte per farvi sentire, silenzio
«ditemi dove cazzo si trova» gridai e osservai la figura di qualcuno alzarsi
«su via signorina si calmi, sono qui»
Alex su catapultò su di lui stringendogli le mani al collo mentre i suoi occhi si facevano colmi di rabbia.
«dov'è lei?» mi abbassai alla sua altezza
«non essere nervoso amico» rise leggermente guardando il viso di Alex, posai una mano sulla sua spalla facendogli lasciare la presa
«seguitemi» si alzò dal pavimento sistemandosi la cravatta blu
Lo seguimmo furtivamente fino ad arrivare al retro del pub, aspettammo qualche minuto e un camioncino nero si presentò davanti a noi, gli uomini scesero e aprirono le portiere  prendendo Lia un braccio.
«prima quello che è mio» disse Torres fermando Alex e Jackson dall'avvicinarsi a loro sorella
Sentì un improvviso sparo e Torres era al mio fianco steso in una pozza di sangue e la pistola ancora fumante di Lara puntata in quel punto, anche i due uomini erano a terra.
Andai vicino i ragazzi che sussurravano e
«prendiamo tutto» dissi

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora