thirty-seven

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Prendemmo posto al tavolo dell'uomo che non faceva altro che parlare della sua permanenza a Madrid.
Difronte a me c'era Lele che continua a lasciarmi sguardi e sorrisi, alla mia destra avevo Lucas e alla mia sinistra Cole che continuava ad accarezzarmi l'interno coscia.
«allora Cole come hai conosciuto la mia ragazza?» domandò Lele incrociando le mani guardando entrambi
«completamente a caso non era neanche previsto di andare a quella gara ma l'avevo notata fin dall'inizio, quando superò il traguardo scese dell'auto godendosi un po' gli applausi e poi fermò lo sguardo su di me, quella sera andai a parlarle e siamo diventati amici» rise leggermente
«una bella storia» risi anch'io guardandolo
«però sai non mi sembra molto un incontro da semplici amici, più che altro da qualcuno che aveva qualcosa e che lo ha ancora, non è così?» posò i gomiti sul tavolo
«arriva al sodo» alzò il capo Cole capendo cosa volesse intendere
«il sodo è che mi stai tradendo» mi guardò e scoppiai a ridere
«cos'hai da ridere Alissa?» chiese arrabbiato
«io e te non siamo mai stati una coppia un bacio non vuol dire stare insieme, poi non capisco qual è il tuo problema verso Cole non sei mio padre non sei nessuno» dissi tranquillamente
«se fossi stato io tuo padre almeno ne avresti avuto uno decente» urlò sbattendo le mani sul tavolo
Nella sala calò silenzio, un gelido ventò iniziò a battere sulla mia schiena, dei brividi percorsero il mio corpo e il mio cuore batteva all'impazzata.
«cosa?» sussurrai
«hai sentito bene, puttana» sputò
«non permetterti mai più di chiamarla così coglione» urlò Cole afferrando il coletto della sua camicia
«che cazzo hai detto?» si alzò Brian mentre Meredith cercava di calmarlo senza speranze
«vuoi morire per caso?» si alzò Alex dal suo posto andando verso il suo migliore amico seguito da Eric e Lucas, le tre bionde di godevano la scena assieme a Jackson
«non permetterti mai più di parlare in questo modo di mio padre»
Tirai fuori la pistola puntandola dritta alla sua fronte, di lì che il panico iniziò ad impadronirsi della sala è solo mio fratello fu in grado di placarlo sparando al soffitto. Non avevo intenzione di aspettare e di continuare a guardare il suo volto, le mani mi tremavano dalla rabbia e la mia mentre contrava a ripetere di farlo.
Lo saprai lasciandolo inerme in una pozza di sangue.
«cazzo Ali le scarpe» si lamentò Eric cercando di levare le macchie del liquido rosso 
«scusa» dissi ridendo sbollendo la rabbia
Aspettammo che tutti uscissero dalla sala per restare l'unico tavolo nel locale, erano le tre e mezza quando decidemmo di mettere in atto il nostro piano.
«siete molto fortunati voi giovani, potete viaggiare e visitare posti nuovi, il tempo che rimane a me è ancora poco» rise portandosi le mani sulla pancia
«il tuo tempo è finito» disse Lucas sbucando alle sue spalle tagliandogli la gola
Degli uomini uscirono dai lati della sala accerchiandoci
«siete in trappola» parlò uno dei tanti mentre faceva segno agli altri e ci vennero puntati dei laser rossi al petto
«uno» sussurrò Brian in modo da farsi sentire solo da noi
«due» tirammo fuori le armi
«ora» urlò
Corsi verso un uomo tagliandogli la gola.
«giù» mi abbassai velocemente vedendo Cole sparare alle mie spalle
«grazie» gli feci l'occhiolino
Tornati a casa era ormai mattino, mi spigliai e mi pulii dal sangue che mi ritrovavo sul corpo mettendo della crema sul livido sotto l'occhio.
Sentì bussare alla porta e la figura di Cole si fece spazio nella mia stanza impaziente, senza dire nulla mi lanciò sul letto baciandomi.
«sei mia bambolina»

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora