thirty-six

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«ti amo» mi voltai verso di lui
«cosa?» domandai incredula di sentirlo
«hai sentito bene Alissa» si avvicinò a me posandomi una mano dietro al collo, stava per baciarmi
«Cole no» mi spostai violentemente
«no?» rise nervosamente
«no Cole, non starò al tuo gioco ormai sono troppe le volte in cui ti ho perdonato e tu hai continuato a pugnalarmi alle spalle come se niente fosse, ora in più tu hai Claudia io ho Lele, non posso continuare a soffrire per un vigliacco come te, hai sbagliato già in passato come posso credere che non saresti pronto a rifarlo?» lo guardi
Accade tutto all'improvviso le sue labbra erano di nuovo sulle mie, lo stesso sapore, lo stesso tocco, gli stessi brividi.
Mi spinse contro il muro e continuò a baciarmi, non potevo staccarmi, non volevo staccarmi, posai le mani tra i suoi capelli tirandoli di tanto in tanto e lo sentì sorridere.
Baciarlo sarà anche stato uno sbaglio ma lo sarebbe stato anche continuare a mentire a me stessa, non riuscì ad immaginare la costruzione di una vita senza di lui.
Quando ci staccammo posai la testa contro il muro mentre lui sul mio seno, alzò lo sguardo su di me per sorridere me non riuscì a resistere, mi fiondai nuovamente sulle sue labbra staccandoci poi con l'affanno, mi era mancato.
«e adesso?» domandai posando le braccia attorno al suo collo
«adesso sei di nuovo mia» mi lasciò un bacio a fior di labbra
«ragazzi stasera andiamo a mangiare fuori abbiamo una cena con dei nostri cari e vecchi amici vestitevi molto eleganti sarà un occasione importante» ci avvisò Brian sorseggiando del vino mente accarezzava una gamba a Meredith che leggeva al suo fianco
«abbiamo invitato anche Lele vi voglio per le otto e mezza pronti che per le nove dobbiamo essere lì»
Erano le otto precise, indossavo un vestito in seta rosso con uno spacco alto a destra e sinistra, mi recai in camera di Cole che doveva ancora indossare la camicia.
«cazzo sei bellissima bambolina» si voltò baciandomi
«anche tu sei bellissimo puddin» gli morsi le labbra
«mi è mancato sentirtelo dire» mi baciò ancora
Afferrai la mia borsa inserendo dentro la pistola.
«pronti» disse Cole inserendo la carica
Quando scendemmo le scale ci tenevamo per mano gli sguardi di tutti erano su di noi, feci l'occhiolino alle ragazze che mi sorrisero accertando la loro teoria.
«amore» arrivò Claudia
«chi l'ha invitata?» domandò Alex portandosi le mani al viso
«ma più precisamente dov'era?» si guardò intorno Jackson facendo ridere suo fratello, Brian, Lucas e Eric
«ho saputo che si va a cena e volevo venire»
disse ovvia provando a baciarlo
«non ci provare» dico allontanandola
«cosa?» disse guardando il ragazzo al mio fianco
«va via Claudia» scocciato fece segno con la mano
Dopo vari minuiti di insulti aprì la porta andandosene.
«con Lele? cosa gli dirai?» domandò Lara
«dirmi cosa?» si avvicinò per abbracciarmi scavalcando l'entrata della porta già spera
«no nulla, a fine serata non preoccuparti» sorrisi 
«dobbiamo arrivare dall'altra parte della città, siamo tutti pronti?» domandò Jackson salendo nella sua macchina
«vieni dai» mi afferrò la mano Lele
«Alissa! Alissa! Lara non sta bene accompagnala in macchina con Cole» urlò Lia mentre l'altra bionda nascondeva le risate
«va dalla tua amica ci vediamo al ristorante» mi baciò
Quando ci accettammo che avesse svoltato l'angolo scoppiamo tutti a ridere, salì in mac uno con Cole e accesi la radio.
Guardavo al di fuori del finestrino quando sentì il rumore di un accendino, la sua mano toccò la mia spalla e osservai il ragazzo con dell'erba tra le labbra e una tra le mani, la afferrai e la portai alla bocca.
«ti amo» disse mentre mi stringeva l'interno coscia
Dopo alcuni minuti di rilassante silenzio alla radio passò la nostra canzone.

"Passiamo il resto della vita assieme questa sera. La vita è stare con te a letto, tutto il resto è attesa. Ci possediamo solo il tempo che passiamo assieme. E a tutti e due così sta bene. La nostra storia che non finisce mai di finire. Senza chiamarsi tutti i giorni con niente da dire. E più ne faccio e più al settaccio passo le esperienze. Niente non rimane niente."

Lo osservai guidare mente il suo corpo era coperto da un completo nero a righe verticali in velluto, una camicia bianca e degli stivaletti in pelle nera. Si voltò per guardarmi e percepì i suoi occhi bruciare tutto il mio corpo per poi soffermarsi su un punto preciso.
«dovresti coprirti» parlò alternando lo sguardo dalla strada a me
«e privare il mondo di questo ben di dio?» dissi indicando il mio corpo
Arrivati al ristorante scendemmo dalle nostre auto non prima di esserci fermati per far entrare Lara nella nostra auto.
«l'uomo è quello con il vestito porpora seduto a destra della sala, quello di spalle, si chiama Gianni Tenda, un miliardario italiano trasferitosi a Los Angeles per debiti con la mafia italiana ha passato tre anni in carcere per stupro a minorenni ed ora ha dei debiti con un uomo che ha incaricato noi di ucciderlo per la metà di venti milioni»
«pronti?» sorrise Eric sistemandosi la giacca

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora